Otogizōshi: la letteratura del periodo Muromachi

Otogizōshi: la letteratura del periodo Muromachi

L’approccio nei confronti della letteratura è diverso durante il periodo Muromachi o Ashikaga (1333-1573), perché non è più soltanto la letteratura dei monogatari ma vengono introdotti altri temi, rivolgendosi ad un pubblico più vasto rispetto a quello più ristretto della corte Heian; quindi la letteratura del periodo Muromachi diffonde altri tipi di elementi e soprattutto altre idee. Il Genji monogatari diventa un ricordo che appartiene al passato e in quest’epoca cominciano ad apparire personaggi come monaci con atteggiamenti particolari ed anche i guerrieri. Cominciano ad entrare nella narrativa le persone del popolo che mostrano una nuova regola del mondo che è quella del gekokujō secondo la quale, invertendo la rotta, dal basso si può andare verso l’alto, quindi un rovesciamento delle posizioni. Un aspetto importante di questa nuova produzione è che il linguaggio non solo deve rispecchiare questo tipo di personaggi ma deve anche saper accattivare il pubblico. Un genere specifico di questo periodo è quello degli otogizōshi.

Con il termine otogizōshi (御伽草子) si indica il nome di questo tipo di produzione letteraria che comincia a nascere e si affianca alla produzione dei monogatari. Il nome viene inventato da Shibukawa Seiemon nel XVIII secolo quando raccoglie in 23 libretti dalla copertina blu gli oltre 400 testi che aveva trovato. Il termine otogizōshi viene preso dall’espressione ‘togi suru’ (fare compagnia), quindi sono dei libretti che hanno il compito di intrattenere e in questo modo nasce anche la parola otogishū, che sta ad indicare gli intrattenitori professionisti. È una produzione che non ha una grande qualità letteraria. Sono presenti soggetti bidimensionali che non hanno profondità psicologica e molte espressioni sono stereotipate, però c’è una grande ricchezza di personaggi. Tipico di questi racconti è l’uso di iperboli e di elenchi. Spesso queste narrazioni hanno un narratore extradiegetico che non risparmia commenti personali e la narrazione è spesso incompleta, però questo ha poca importanza perché rientra nella logica dell’intrattenimento.

Le tre tipologie di opere otogizōshi

1) Racconti sui monaci buddhisti: questa tipologia di racconti otogizōshi si divide a sua volta in due sottogruppi. Il primo ha come protagonisti dei chigo (accoliti) e le storie che parlano di hosshin tonsei, cioè quando c’è in genere un monaco come protagonista che possiamo anche trovare coinvolto in una storia d’amore con un accolito. Un esempio di questi racconti si chiama Aki no yo naganomonogatari. Il secondo sottogruppo comprende un tipo di racconti che un po’ assomigliano agli zange monogatari, perché ci dicono attraverso quali esperienze il monaco incontra l’illuminazione e uno di questi racconti si chiama Sannin hōshi. Questo racconta di tre monaci che si incontrano sul monte Koya e che decidono di raccontarsi a vicenda qual era stata l’occasione che aveva fatto risvegliare in loro la fede. Il primo racconta di essere stato perdutamente innamorato di una donna che era morta in seguito ad un attacco di briganti che, non solo l’avevano derubata ma l’avevano uccisa facendole lo scalpo. L’enorme dolore per aver perso questa donna l’aveva condotto alla decisione di prendere i voti. Uno dei due monaci che lo ascolta dice di essere stato lui ad uccidere la sua amata, perché lui prima di prendere i voti era stato un brigante. Viveva in povertà per cui, guidato dal bisogno, l’aveva derubata ma era stata sua moglie a uccidere la donna. A quel punto, dinanzi al disgusto di questa vita così misera, aveva deciso di abbandonare il mondo. Poi si inserisce il terzo monaco raccontando la sua storia che, invece, non ha nulla a che fare con quella degli altri due.

2) Racconti militari: questa tipologia di otogizōshi, invece, ha come protagonisti dei guerrieri non più impegnati sui campi di battaglia ma che troviamo come grandi eroi che sconfiggono il male. Uno di questi esempi è Shuten Dōji, che è il nome di un demone che funestava la sua zona rapendo tutte le giovani fanciulle e portandole nel suo nascondiglio per poi divorarle. La gente del luogo era disperata e a quel punto, Minamoto Yorimitsu, un famoso guerriero, con i suoi compagni decide di mettere fine a questa situazione cercando di sconfiggerlo. Ce la fa grazie all’aiuto di alcune divinità che gli danno il jinbekidokushu, un sake magico, che serve a far ubriacare i demoni e ad inibire la loro capacità di volare, mentre funge da protezione per gli esseri umani. Con quest’arma segreta si offre di bere con lui e quindi nel momento in cui è abbattuto riesce a decapitarlo.

3) Racconti di gente comune: un’opera popolare è Bunshō sōshi, un otogizōshi che ha come protagonista un venditore di sale il quale, ancor prima di diventare tale, era stato al servizio di un monaco. Quest’ultimo, per dargli un’opportunità di vita migliore, aveva deciso di mandarlo via. Così riesce a trovare un lavoro presso un commerciante di sale. Diventa molto ricco ma ha un problema: non riesce ad avere figli. Si consulta con un monaco che gli offre dei consigli e la moglie finalmente resta incinta ma partorisce una fanciulla. Segue i consigli del monaco ancora una volta ma ha di nuovo una fanciulla. Tuttavia, la bellezza di queste fanciulle comincia a spandersi fino a che un giorno si presenta davanti la loro porta un kanpaku (carica molto importante). Per poter vedere una delle due fanciulle si presenta come un mercante, ricopre di doni il padre tanto da attirare le attenzioni di una delle due, la quale si innamora di lui. Il padre all’inizio è reticente ma poi viene a conoscenza della sua vera identità e così poi i due possono sposarsi. La seconda figlia, invece, viene chiamata a corte dall’imperatore che la vuole come sua sposa, dandole in seguito un figlio.

Fonte immagine: Wikipedia

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