L’haiku è una forma poetica giapponese celebre per la sua capacità di catturare un singolo momento in soli tre versi. La sua struttura classica prevede una metrica di 5, 7 e 5 sillabe (più correttamente, on in giapponese) e contiene due elementi fondamentali: un kigo, ovvero una parola che fa riferimento a una stagione, e un kireji, una “parola che taglia”, che crea una pausa e giustappone due immagini. Sebbene il termine “haiku” sia stato reso popolare solo nel XIX secolo, il suo più grande maestro, Matsuo Basho (1644-1694), operò nel XVII secolo, elevando questa forma poetica da un passatempo comico a una profonda espressione artistica e spirituale.
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Le origini dell’haikai: le scuole Teimon e Danrin
Durante il periodo Edo, prima dell’ascesa di Basho, la poesia haikai era dominata da due scuole principali:
- Scuola Teimon: guidata da Matsunaga Teitoku, era una scuola conservatrice che cercava un equilibrio tra l’eleganza della poesia classica e i toni più leggeri dell’haikai. La sua poesia era spesso basata su giochi di parole e citazioni letterarie.
- Scuola Danrin: il suo maggiore esponente fu Ihara Saikaku. In netta contrapposizione alla Teimon, questa scuola favoriva uno stile esuberante, temi quotidiani e una notevole rapidità compositiva, rompendo con la tradizione in modo radicale.
La rivoluzione di Matsuo Basho: la ricerca della profondità
Matsuo Basho trasformò l’haikai da semplice arguzia verbale a un’indagine sulla natura e sull’esistenza. Dopo essere diventato un monaco laico, intraprese numerosi viaggi attraverso il Giappone, esperienze che divennero la materia prima dei suoi versi. Il suo stile si evolse verso una semplicità profonda, influenzato da concetti estetici come il wabi-sabi: la bellezza che si trova nelle cose imperfette, transitorie e umili. Il suo obiettivo era legare la creazione artistica (fuga) ai processi della natura (zoka), trovando l’universale nel particolare.
I principi estetici di Matsuo Basho
Basho ha introdotto una serie di concetti estetici che hanno definito il suo stile e influenzato generazioni di poeti. Per approfondire la sua figura, l’enciclopedia Britannica offre un’eccellente biografia.
| Concetto | Significato |
|---|---|
| Karumi | “leggerezza”. uno stile semplice e naturale, che descrive scene quotidiane con profondità ma senza artificiosità. |
| Wabi-sabi | La bellezza dell’imperfetto, transitorio e incompleto. l’accettazione della malinconia e della caducità delle cose. |
| Fueki Ryuko | “immutabile e mutevole”. l’unione tra elementi eterni della natura e l’esperienza del momento presente. |
Esempi celebri di haiku di Matsuo Basho
Gli haiku più famosi di Basho sono spesso legati alle stagioni, come richiesto dalla presenza del kigo.
“Nello stagno antico
si tuffa una rana:
eco dell’acqua.”(Kigo: Rana – Primavera)
“Silenzio:
penetra la roccia
il canto delle cicale.”(Kigo: Cicale – Estate)
“Un corvo si è poggiato
sul ramo spoglio
tramonto d’autunno.”(Kigo: Ramo spoglio / Tramonto d’autunno – Autunno)
L’ultimo viaggio: la poesia della morte
Nel 1694, durante un viaggio, Basho si ammalò gravemente a Osaka. Quattro giorni prima di morire, compose il suo jisei no ku, la poesia della morte, che racchiude la sua intera esistenza nomade e la sua dedizione all’arte.
“Ammalatomi in viaggio,
il mio sogno corre ancora
qua e là nei campi spogli.”
Per una visione completa delle sue opere, è possibile consultare fonti come il portale del giapponeinitalia.org.
Immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 12/10/2025

