Ramadan: cos’è e come si svolge per i musulmani

Ramadan

La dottrina islamica si basa su cinque principi fondamentali, i cosiddetti pilastri dell’Islam (in arabo, Arkān al-Islām): la Testimonianza di fede (Shahada); il compimento della Preghiera rituale (Salat); il versamento dell’Elemosina rituale (Zakat); il Digiuno (Saum) nel mese di Ramadan; e il Pellegrinaggio alla Mecca (Hajj)».


Mese di Ramadan

Il digiuno, in arabo «saum» o «siyam», avviene nel mese di Ramadan. Quest’anno l’inizio del Ramadan è atteso all’alba del 23 marzo e perdurerà fino al tramonto del 21 o 22 aprile. Ma non è detto che si ripeterà in queste date anche il prossimo anno. Il calendario islamico è un calendario lunare – diverso da quello gregoriano che è un calendario solare – composto da mesi di 29 o 30 giorni; l’anno lunare è di 354 giorni, undici giorni in meno rispetto ai 365 dell’anno solare. Il mese di Ramadan – il nono mese del calendario islamico – si ritiene iniziato quando, dopo il tramonto del sole del 29° giorno del mese precedente, appare in cielo la prima falce della nuova luna. Arrivati al ventinovesimo giorno del mese di Sha’ban (cioè il mese che precede quello di Ramadan), difatti, i musulmani sono tenuti a esaminare il cielo per osservare i segni della nuova lunazione. Se perlomeno un testimone attendibile dichiara di aver visto il nuovo crescente di luna, il mese di Ramadan è cominciato e si proclama ufficialmente l’inizio dello stato di digiuno.

Il mese di Ramadan è anche chiamato il mese del Corano: proprio in questo periodo, nel 610 a.C., venne rivelato per la prima volta il Corano al profeta Muhammad dall’angelo Gabriele, inviato di Dio. Ed è per questo che il nono mese del calendario islamico è un mese sacro, di estrema importanza religiosa. Per tutto il mese di Ramadan, per festeggiare questa ricorrenza, si tende a recitare il testo sacro con altri fedeli musulmani, riunendosi ogni notte in moschea: questa pratica prende il nome di «tarawih» e consiste nella lettura, ogni sera, di un trentesimo di Corano‎, in modo tale può essere letto tutto per la fine del mese.

Due sono le feste più importanti dell’anno musulmano: la piccola festa e la grande festa. Mentre la grande festa – anche chiamata festa del sacrificio – sancisce la fine del pellegrinaggio alla Mecca durante il mese sacro di Dhū l-Ḥijja, la piccola festa – anche conosciuta come Eid al-Fitr – segna la fine del mese di Ramadan e quindi dello stato di digiuno dei fedeli musulmani.

Digiuno: il quarto pilastro dell’Islam

La parola che in arabo indica il digiuno,‎ «siyam» o «saum», rimanda a due concetti molto simili tra loro. Generalmente deriva dalla radice «sama» che significa astenersi da attività come mangiare, bere o parlare. Nella legge islamica, quindi nella Shari’a, significa adorare Allah con l’intenzione di compiacerlo astenendosi dal nutrimento fisico, con cibo e bevande, dall’alba fino al tramonto. In  entrambi i casi, appare chiaro che, durante il mese di Ramadan, il fedele musulmano deve astenersi dal mangiare e dal bere, ma non solo: deve evitare contatti sessuali, litigare, mentire e comportarsi male nei confronti degli altri.  

Il Ramadan è una pratica per niente semplice, specie se cade nei mesi estivi; per questo possono non seguire lo stato di digiuno: minorenni, persone anziane e malate, disabili, donne con le mestruazioni, incinte o che allattano. Se vengono meno a quest’obbligo religioso, possono rimediare facendo altre opere buone, come l’elemosina, ad esempio (terzo pilastro dell’Islam).

I pasti durante il periodo di Ramadan sono due:

  • Sahur: il pasto viene consumato prima dell’alba e prima della preghiera del mattino (la salat al-fajr) e può consistere in un pasto abbondante o un pasto leggero (si può semplicemente bere un po’ d’acqua o mangiare una zuppa).
  • Iftar: il pasto viene consumato al tramonto del sole e subito dopo la preghiera del tramonto (la salat al-Maghrib). La tradizione vuole che si mangi per prima cosa un dattero, esattamente come faceva il profeta Muhammad. Le famiglie musulmane si riuniscono nelle loro case e, in stile buffet, mangiano piatti tradizionali e bevono acqua, bibite analcoliche o contenenti caffeina.

Perché il Ramadan è così importante?

Il digiuno permette all’organismo di purificarsi, migliora la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo e aumenta la funzione celebrale; ma ha un valore spirituale ancor più forte: rende i credenti più vicini e uniti tra loro e alla religione, aumentandone la fede. Nella religione musulmana si crede che il digiuno funga da scudo e protezione dal peccato e da forze malvagie. Quando si mangia, infatti, il flusso sanguigno aumenta, così come il livello di energia, che permette a Satana di tentare il fedele nel commettere peccati.

Un passo della Sunna recita così: «Il Messaggero di Allah disse: “Il digiuno è uno scudo (o uno schermo o un riparo). Quindi, la persona che osserva il digiuno dovrebbe evitare i rapporti sessuali con la moglie e non dovrebbe comportarsi in modo sciocco e impudente, e se qualcuno litiga con lui o lo maltratta, dovrebbe dirgli due volte: Sto digiunando”. […] Allah dice della persona che digiuna: “Ha lasciato il cibo, le bevande e i desideri per amor Mio. Il digiuno è per Me. Perciò la ricompenserò per questo e la ricompensa delle (sue) buone azioni è moltiplicata per dieci volte”» (Sahih al-Bukhari, 30, Fasting).

Ramadan Mubarak!

Immagine in evidenza: freepik

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A proposito di Nadia Martorana

22 anni passati con la testa fra le nuvole, di cui 3 come studentessa di Mediazione linguistica e culturale, e se ne prospettano altri facendo le cose che più amo: scrivere, fotografare, viaggiare, sognare.

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