I poeti arabi di Sicilia e la nostalgia per la patria

Poeti arabi di Sicilia e la nostalgia per la patria

La Sicilia è da sempre un crogiolo di culture, costumi e tradizioni. Durante il Medioevo, infatti, l’Isola italiana è stato il punto di incontro e di scambio di diverse civilizzazioni: dai Bizantini ai Normanni, passando per le popolazioni arabe. Questo continuo via vai di popoli ha influenzato l’architettura, la cultura e la lingua della Sicilia, rendendola un luogo di incredibile rilevanza storica. In questo articolo ci concentreremo sulla conquista araba dell’isola e sulle tracce indelebili che questa meravigliosa civiltà ha lasciato nella letteratura e nella cultura della Sicilia.

Il contesto storico

Gli arabi, nell’VIII secolo d.C., si stavano espandendo a vista d’occhio: gran parte dell’Africa del Nord era sotto il loro dominio e, la voglia di conquista, li aveva condotti oltre i confini del loro continente. Nell’827, mentre la Sicilia si trovava sotto il dominio dei Bizantini, su ordine dell’Emiro dell’Ifriqiya, Ibn Al-Furat diede inizio alla campagna militare per la conquista dell’Isola. L’ avanzata non fu semplice: i primi successi avvennero con l’occupazione di Mazara nell’831 e di Palermo tra l’831 e l’832. Tuttavia la campagna di conquista non fu affatto lineare; infatti fu costellata da periodi di avanzata e periodi di ritirata, sia da parte degli Arabi che da parte dei Bizantini. Solo un secolo e mezzo dopo, con l’istituzione dell’Emirato di Sicilia da parte di Ibn Al-Quitt, la campagna di conquista si poté definire conclusa. Questo stato islamico indipendente, sopravvisse per quasi due secoli e fu caratterizzato da una diversità culturale senza precedenti: all’interno dell’Emiro convivevano pacificamente ebrei, cristiani, berberi e arabi. Anche grazie alle diverse influenze culturali, la Sicilia araba fu in grado di raggiungere grandi obiettivi, sia dal punto di vista scientifico che letterario. Nacquero proprio in questo periodo i grandi poeti, passati alla storia con il nome di “Poeti arabi di Sicilia“.

La poesia dei “Poeti arabi di Sicilia”

Molti poeti arabi di Sicilia erano esuli, obbligati a lasciare la loro terra a causa delle turbolenze e delle lotte politiche interne. Il peso dell’esilio gravava sulle loro spalle: la nostalgia e la malinconia per la terra natia fanno da protagoniste nella loro poetica. Nelle opere dei Poeti arabi di Sicilia è evidente il dolore della partenza e la consapevolezza che, probabilmente, le sponde dell’amata Sicilia non saranno mai più raggiunte. Uno dei più famosi poeti del tempo è Ibn Hamdis, esponente massimo della poetica araba dell’esilio e amato anche dal grande Leonardo Sciascia, il quale lo paragonò a Quasimodo, scrivendo: Nella poesia di Quasimodo il tema dell’esilio si lega amaro e dolente, ma splendido nella memoria dei luoghi perduti, a quello del poeta arabo Ibn Hamdis, siciliano di Noto.

Ibn Hamdis e la poesia “Sicilia mia”

Ibn Hamdis nasce a Siracusa nel 1053 e fu costretto a lasciare la Sicilia molto presto, a causa dell’avanzata normanna. Dopo aver abbandonato l’Isola non trovò mai pace: viaggiò per l’Africa del Nord fino alla fine dei suoi giorni, senza mai stanziarsi in nessun luogo. Sulla vita di Ibn Hamdis si sa poco e quel poco che si sa è riconducibile alle sue poesie. L’opera più emblematica dell’amore e della nostalgia per la sua terra natia, è la poesia “Sicilia mia“, un amaro ricordo della sua amata Siracusa. I versi sono spesso struggenti ed è possibile cogliere, anche nella traduzione italiana, tutto il dolore e la malinconia che attanagliavano Ibn Hamdis. Le opere di questo grande poeta sono riuscite a sfidare il tempo, raggiungendo e influenzando anche scrittori come Giacomo da Lentini.

Nonostante la parentesi araba nella Sicilia medioevale venga spesso sorvolata o ritenuta di poco conto a causa della sua relativamente breve durata, l’influenza araba ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della lingua, della cultura e delle tradizioni della Sicilia moderna. L’architettura arabeggiante è riscontrabile in quasi tutte le città siciliane, così come alcuni nomi delle stesse sono evoluzioni di parole arabe: Castrogiovanni, ad esempio, deriva da “Qasr Yanna” nome con cui era conosciuta all’epoca della conquista araba. Possiamo dire con certezza che senza la loro influenza, ad oggi, la Sicilia non sarebbe la stessa.

Fonte immagine: Pixabay

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