La conquista araba della Sicilia: come i saraceni sono arrivati in Italia

La conquista araba della Sicilia: come i Saraceni sono arrivati in Italia

Gli arabi in Sicilia: come i Saraceni hanno dominato l’isola e cosa hanno lasciato al patrimonio culturale italiano

Il 14 giugno dell’anno 827 d.C. una spedizione araba guidata dal generale Asab ibn al-Furàt lascia il porto di Baia Susa, in Tunisia, per sbarcare tre giorni dopo a Granitola. Inizia così la dominazione degli arabi in Sicilia.

 

Come si è arrivati alla dominazione degli arabi in Sicilia

Il pretesto per dare inizio a quella che sarà una dominazione degli arabi in Sicilia è noto come rivolta di Eufemio, capo della flotta bizantina sull’isola. Eufemio si ribella all’autorità dei bizantini e riesce a prendere il potere, ma successivamente, tradito dai suoi alleati, è costretto a fuggire dall’isola. Rifugiatosi in Tunisia,  fa una proposta all’emiro: chiede di avere una flotta per conquistare la Sicilia in cambio di un tributo ai califfi musulmani. Comincia la spedizione degli Arabi verso l’isola.

Una volta sbarcati sull’isola, i soldati arabi si uniscono ai soldati di Eufemio. L’esercito islamico procede verso nord; il primo obiettivo è Siracusa, una delle città più ricche, situata in un punto militare strategico. La città di Siracusa in questa prima fase resiste all’assedio e, grazie agli aiuti militari inviati da Costantinopoli, i musulmani sono costretti a ritirarsi. Si dirigono allora verso l’altro versante della Sicilia e conquistano il castello di Mineo, che sarà una roccaforte fondamentale per le operazioni militari. Una parte dell’esercito arabo tenta di conquistare Agrigento, mentre l’altra si dirige verso Enna. Gli Arabi diretti a Enna si scontrano con il capo militare Teodoto, il quale ottiene importanti vittorie, assedia la roccaforte di Mineo e sconfigge i musulmani. Grazie alla sua guida gli arabi si ritirano da Enna e da Agrigento e rimangono a Marsala. 

Comincia una nuova fase favorevole per i conquistatori quando giungono in aiuto i musulmani provenienti dalla Spagna; a seguito di una serie di scontri tra bizantini e arabi, il comandante Teodoto muore in battaglia. È questo il momento in cui l’avanzata dei musulmani accelera e la prima grande svolta è rappresentata dalla conquista di Palermo. A Mazara gli arabi spagnoli e quelli di Sicilia si uniscono e marciano verso Palermo; comincia un durissimo assedio che termina quando Simeone, capo della città, si arrende par salvare la propria vita e quella dei suoi funzionari. Palermo viene conquistata e i musulmani impongono a tutti di convertirsi all’Islam, ma molti cittadini preferiscono essere uccisi piuttosto che rinnegare la propria religione.  

A partire da questo momento inizia una provincializzazione araba della Sicilia, con effetti importanti sul territorio e sulla società. Negli anni successivi i musulmani si espandono sfruttando le divisioni nella penisola italica e pongono nuove basi a Brindisi, Taranto e Bari. Nel 845 d.C., durante la battaglia di Butera, gli arabi annientano i bizantini e conquistano la fortezza di Ragusa. Nel 859 d.C., arriva la conquista di Enna, i musulmani hanno in mano tutta l’altra metà dell’isola e cominciano a espandersi verso la parte orientale. Riescono ad arrivare a Siracusa, l’assedio dura due mesi, periodo nel quale gli arabi massacrano la popolazione, devastano le campagne e saccheggiano tutte le ricchezze. Di lì a poco gli eserciti conquistano anche Taormina, l’ultima roccaforte bizantina prima della completa dominazione musulmana. 

La Sicilia musulmana nei secoli successivi sarà un territorio martoriato: gli arabi sono in contrasto tra loro e si verificano spesso guerriglie armate. I bizantini rimasti in Sicilia continuano a organizzare incursioni per cacciarli. In questi anni c’è una situazione di guerra civile continua e la popolazione è stremata. 

Solo successivamente la Sicilia diventerà un emirato indipendente, ottenendo un’organizzazione e una politica autonoma. Comincia un periodo di splendore e di grandi innovazioni. Gli arabi in Sicilia introducono le coltivazioni di riso e di agrumi, ma una delle novità più importanti è l’introduzione della proprietà terriera che permette ai piccoli imprenditori di prosperare. Si sviluppa in questo modo una società più dinamica e ricca. Gli arabi in Sicilia lasciano il proprio segno anche nell’arte, le città raggiungono un livello di splendore elevato. A essere influenzata è anche la lingua, molti termini arabi sono passati alle lingue successive e oggi sono presenti nei dialetti siciliani. La cucina siciliana oggi rimanda a quella araba, soprattutto attraverso l’utilizzo di spezie e profumi. 

Dunque, dopo una prima fase di violenta conquista, la dominazione araba ha consegnato alla Sicilia un patrimonio di cultura, arte e tradizioni. Dopo aver fatto propria la Sicilia, le cronache latine del IX e XI secolo narrano delle scorrerie saracene in Sardegna e in Corsica. Ma i luoghi in cui maggiormente hanno lasciato il loro segno si trovano in Calabria, Campania, Molise e Lazio. Diversi monasteri e basiliche sono stati saccheggiati, in particolare si ricordano il Monastero di Montecassino e le Basiliche di San Pietro e San Paolo a Roma.  

 

 

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Chiumiento Barbara

Studentessa di mediazione linguistica e culturale presso l'Università degli studi di Napoli l'Orientale

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