Morfologia derivazionale: scopriamo perché è importante studiarla
La Morfologia è l’ambito della linguistica che si occupa di analizzare la struttura interna delle parole di una lingua, i cosiddetti morfemi, che si distinguono in:
- morfemi grammaticali;
- morfemi lessicali.
Tra i primi, ossia quelli grammaticali, vi sono i morfemi flessivi e derivazionali, dei quali si occupa la morfologia derivazionale.
Questi morfemi sono solitamente sostantivi, aggettivi o verbi e sono essenziali per creare parole con significato autonomo. D’altra parte, i morfemi grammaticali sono quelli che aggiungono informazioni grammaticali alle parole, come ad esempio il genere, il numero, il tempo.
Alcune lingue esprimono la funzione sintattica della parola attraverso specifici morfemi, flessivi in questo caso, come ad esempio il latino, il greco, il tedesco. Le lingue che non hanno i morfemi flessivi utilizzano o l’ordine delle parole o le preposizioni. Non è che queste lingue ragionino in maniera diversa, hanno mezzi morfologici per esprimere la funzione sintattica della parola. Le altre lingue usano altri mezzi, es. ordine delle parole, preposizioni, etc. Attraverso i morfemi del latino, questo esprime diverse funzioni sintattiche.
Grazie allo studio della Morfologia si possono individuare le parole derivate dell’italiano, che sono tante e rappresentano una parte molto consistente del lessico; ma ciò non vuol dire che esistano tantissimi modi per produrle. I segni linguistici, quelli che compongono la lingua parlata, non sono illimitati, ma in italiano è possibile formare parole derivate da altre già esistenti, che costituiscono la base alla quale vengono poi aggiunti i cosiddetti suffissi e/o prefissi.
Ecco dunque che la Morfologia derivazionale permette di ampliare il lessico, permettendo al parlante di creare ed usare nuove parole. Per formare parole nuove, oltre alla morfologia derivazionale che illustra ed analizza i processi di formazione dei lessemi, esiste anche un altro modo che consente di assegnare una categoria grammaticale ad una parola senza modificarne la forma; in questo caso di parla si conversione (ad esempio, parlare, verbo, il parlare, nome).
Sia i prefissi sia i suffissi nel loro insieme vengono designati con il nome di affissi, però i meccanismi che stanno alla base della prefissazione e della suffissazione sono in parte diversi.
La Morfologia derivazionale permette di individuare i vari significati delle parole, associati ai morfemi flessivi, e che, come tali tendono ad avere un impatto maggiore sul significato della base a cui si aggiungono.
La relazione tra morfemi lessicali, derivazionali e flessivi è da interpretare come un “continuum”, all’interno del quale i morfemi derivazionali sono in una posizione intermedia tra gli altri due tipi, avendo un significato definito, non astratto.
Morfologia derivazionale: le regole base per la formazione delle parole
Le unità morfologiche, ossia, radice e suffisso, permette di scomporre le parole in unità dotate di significato; ecco perché studiare la morfologia derivazionale è importante perché consente una lettura funzionale dei morfemi e il modo in cui prefissi e suffissi concorrono alla formazione di nuove parole.
Le parole derivate, ottenute grazie alla Morfologia derivazionale, come già accennato, possono essere composte da più morfemi; per esempio la parola nazionali è composta dal morfema nazion- che è la radice, dal morfema -al- che è l’infisso (e non come comunemente indicato, il suffisso) che deriva l’aggettivo da un nome e dal morfema -i che è la desinenza che significa “comune plurale”.
La Morfologia derivazionale è quindi importante per valutare l’ambito disciplinare di cui ci si occupa, ma anche il contesto e soprattutto il destinatario del messaggio comunicativo. Grazie allo studio della Morfologia derivazionale, lo studente, ma anche il parlante in senso ampio, progredisce nell’apprendimento, impara più parole e aumenta anche la capacità di costruire pensieri linguistici solidi e ricchi di significato.
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