I Saturnalia erano una delle più importanti e gioiose festività del calendario romano, celebrate in onore del dio Saturno, divinità dell’agricoltura e della mitica età dell’oro. Queste celebrazioni, che cadevano nel periodo del solstizio d’inverno, rappresentavano un momento di temporanea sospensione delle norme sociali, in cui le gerarchie venivano simbolicamente rovesciate, dando vita a un vero e proprio “mondo alla rovescia”. Ripercorriamo la storia, i rituali e il significato di questa affascinante festa.
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L’età dell’oro e il significato del sovvertimento sociale
Il cuore dei Saturnalia risiedeva nella rievocazione dell’età dell’oro, un’era mitica in cui, sotto il regno di Saturno, gli uomini vivevano in uno stato di abbondanza, pace e perfetta eguaglianza. Per questo motivo, durante le festività, i Romani cercavano di ricreare quelle condizioni attraverso banchetti, licenze e, soprattutto, un temporaneo sovvertimento dell’ordine sociale. Questa “follia permessa” (licet insanire), descritta da fonti come lo scrittore Macrobio nella sua opera omonima, agiva come una valvola di sfogo per le tensioni sociali, rafforzando l’ordine costituito una volta terminata la festa.
I rituali dei Saturnalia: come si svolgevano le celebrazioni
Le celebrazioni iniziavano con un solenne rito pubblico nel Tempio di Saturno, nel Foro Romano, seguito da giorni di festeggiamenti privati che coinvolgevano tutta la popolazione.
I rituali dei Saturnalia: il “mondo alla rovescia” | Significato simbolico |
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Inversione dei ruoli padrone-schiavo | Gli schiavi potevano comportarsi da uomini liberi, essere serviti a tavola dai padroni e persino criticarli. |
Uso del pileus | Tutti, inclusi gli schiavi, indossavano il pileus, il copricapo conico che era simbolo della libertà e dell’uomo affrancato. |
Elezione del Saturnalicius princeps | Un “re della festa”, spesso scelto tra gli schiavi, che presiedeva il banchetto con ordini stravaganti, parodiando l’autorità imperiale. |
Sospensione delle leggi | Il gioco d’azzardo, normalmente vietato, era permesso, così come un’atmosfera generale di licenza e baldoria. |
Le celebrazioni ufficiali includevano un sacrificio e un lectisternium, un banchetto rituale offerto alla statua del dio. Seguiva un convivium publicum (banchetto pubblico) durante il quale i partecipanti si scambiavano il tipico saluto augurale: Io, Saturnalia! Nelle case si tenevano banchetti privati, si giocava a dadi e ci si scambiavano doni, come le candele di cera (cerei) e le statuette di terracotta (sigillaria), di cui parla il poeta Marziale.
Il calendario dei Saturnalia: una settimana di feste
Inizialmente la festa durava un solo giorno, il 17 dicembre, ma la sua popolarità fu tale che la sua durata fu estesa. Sotto l’imperatore Domiziano, le celebrazioni si consolidarono in un ciclo di festività che andava dal 17 al 23 dicembre, ognuna con le sue specificità.
- 18 dicembre: Si festeggiava l’Eponalia, in onore della dea Epona, protettrice dell’abbondanza.
- 19 dicembre: Ricorreva l’Opalia, festa in onore di Ops, dea dei raccolti e sposa di Saturno.
- 20 dicembre: Era il giorno dei Sigillaria, durante i quali ci si scambiavano in dono le omonime statuette.
- 21 dicembre: Si celebravano gli Angeronalia, in onore della dea Angerona, legata al silenzio e ai misteri.
- 23 dicembre: Le feste si chiudevano con i Larentalia, in onore di Acca Larenzia, un’antica divinità.
Eredità dei Saturnalia: dal Sol Invictus al Natale
L’influenza dei Saturnalia si estese ben oltre il mondo romano. Molti studiosi ritengono che il Natale cristiano abbia assorbito elementi di questa festa pagana. La data dei Saturnalia coincideva con il solstizio d’inverno, un momento di passaggio e rinascita della luce. In epoca tardo-imperiale, questa simbologia fu rafforzata dall’istituzione della festa del Dies Natalis Solis Invicti (Nascita del Sole Invitto) il 25 dicembre. Con l’affermazione del Cristianesimo, la data del 25 dicembre fu scelta per celebrare la nascita di Cristo, la “vera luce del mondo”, in un processo di sincretismo religioso che sovrappose la nuova festività a quelle pagane preesistenti. Lo scambio di doni, i banchetti e l’atmosfera festosa tipica del nostro Natale conservano così un’eco lontana delle gioiose celebrazioni dei Saturnalia.
Articolo aggiornato il: 28/09/2025