Il Bacio di Hayez è l’opera che più di ogni altra incarna lo spirito del Romanticismo italiano, unendo la passione amorosa all’ardore patriottico del Risorgimento. Realizzato da Francesco Hayez, questo dipinto non è solo la rappresentazione di un bacio, ma una potente allegoria politica dell’amore per un’Italia che lottava per la propria unità. Il messaggio diventa più importante della forma, e l’emozione si fa veicolo di ideali nazionali.
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Chi era Francesco Hayez?
Francesco Hayez (1791-1882) è stato il principale esponente del Romanticismo storico in Italia. Nato a Venezia, si trasferì a Milano dove divenne una figura centrale della vita culturale, come professore all’Accademia di Brera. Come documentato dall’Enciclopedia Treccani, Hayez fu un acclamato ritrattista di figure come Alessandro Manzoni, ma la sua fama è legata soprattutto ai grandi dipinti storici, in cui seppe infondere i valori e le tensioni politiche del suo tempo.
Il Bacio di Hayez: descrizione del dipinto
La scena mostra due giovani in abiti medievali che si scambiano un bacio appassionato all’interno di un castello. La composizione è carica di un’intensa emotività: il giovane sorregge con dolcezza il volto dell’amata, che si abbandona completamente, cingendogli una spalla. Tuttavia, la scena non è serena. Il piede del ragazzo poggia sul primo gradino di una scala, suggerendo una partenza imminente e un addio forse definitivo. Questo senso di urgenza è rafforzato dal pugnale che spunta dalla cintura, simbolo di lotta e pericolo. A sinistra, un’ombra furtiva osserva la scena, accrescendo la tensione e il mistero.
Significato e contesto storico: un’allegoria del risorgimento
Hayez dipinse la prima versione de “Il Bacio” nel 1859, un anno cruciale per l’Italia. Era l’anno della Seconda Guerra d’Indipendenza, combattuta dagli alleati franco-piemontesi contro l’Austria. In questo clima, l’opera fu subito interpretata non come una semplice scena romantica, ma come una potente allegoria politica. Il giovane in partenza è il patriota che saluta la sua amata, l’Italia, prima di andare a combattere per la sua libertà e unificazione. Il bacio febbrile rappresenta quindi l’amore per la patria e il sacrificio per la causa nazionale.
Le tre versioni del Bacio a confronto
Hayez realizzò tre versioni autografe del dipinto, modificando i colori delle vesti per rispecchiare l’evoluzione della situazione politica italiana.
| Versione (anno e ubicazione) | Significato cromatico e dettagli |
|---|---|
| 1859 – Pinacoteca di Brera, Milano | La versione originale. I colori (azzurro e marrone) alludono all’alleanza tra Francia e Piemonte durante la Seconda Guerra d’Indipendenza. |
| 1861 – Collezione privata | Realizzata dopo la proclamazione del Regno d’Italia. La fanciulla indossa un abito bianco, creando con il verde del mantello e il rosso della calzamaglia del giovane un chiaro riferimento al Tricolore italiano. |
| 1867 – Collezione privata | Un velo bianco è posto sui gradini. L’abito della donna torna azzurro. I colori (rosso, bianco, blu e verde) sembrano voler rappresentare un’unione simbolica tra il tricolore italiano e quello francese. |
L’eredità del Bacio nell’arte contemporanea
“Il Bacio” è diventato un’icona culturale che trascende la storia dell’arte. La sua immagine è stata riprodotta su innumerevoli oggetti e utilizzata nella pubblicità. Una delle citazioni più celebri si trova nel film “Senso” (1954) di Luchino Visconti, dove una scena chiave rievoca esplicitamente la composizione e la carica emotiva del dipinto di Hayez, legando indissolubilmente la passione privata al dramma storico collettivo del Risorgimento.
Articolo aggiornato il: 10/10/2025

