Il Darwinismo Sociale: la teoria della lotta alla sopravvivenza

Cos'è il darwinismo sociale

Cos’è il darwinismo sociale?

Il darwinismo sociale è una teoria nata negli anni 1870-80, secondo la quale ogni comunità funziona in base alle leggi naturali descritte da Charles Darwin nella sua teoria dell’evoluzione, infatti i concetti darwiniani della selezione e di lotta per l’esistenza furono estesi dall’ambito della natura a quello della società a opera di una corrente di pensiero che viene, appunto, chiamata Darwinismo Sociale. Secondo questa teoria vi è quindi una spiegazione biologica alle disparità osservate tra le società nella traiettoria unica della storia umana: i popoli meno adattati alla lotta per la sopravvivenza sarebbero rimasti relegati allo stadio primitivo concettualizzato dai seguaci dell’evoluzionismo antropologico. Ciò divide i membri di una società in adatti e non-adatti, in forti e deboli, affermando la prerogativa naturale dei primi di dominare sui secondi, ciò pervenne alla giustificazione ideologica delle discriminazioni razziste e classiste esistenti nel mondo umano e, il darwinismo sociale fu una di queste.

Sul piano politico, il darwinismo sociale servì a giustificare il colonialismo, l’eugenetica, il fascismo e soprattutto il nazismo.

Oltre al darwinismo sociale, un’altra teoria razziale influente nel XIX e all’inizio del XX secolo fu la teoria della superiorità ariana. Questa teoria sostenne che gli ariani, un gruppo etnico indo-europeo, erano superiori ad altre razze e che questa superiorità giustificava il dominio coloniale e la supremazia razziale. Questa teoria ha avuto un impatto significativo in contesti come il nazismo in Germania, dove è stata utilizzata per giustificare l’antisemitismo e l’oppressione di gruppi considerati inferiori. Queste teorie non avevano, ovviamente, nessuna base scientifica.

Ritornando al Darwinismo Sociale, nella lotta alla sopravvivenza vincerebbe il più forte e questa idea venne promulgata fino alla lotta per la sopravvivenza delle Nazioni, secondo cui vincessero sempre quelle più forti, idea sfruttata poi dall’Imperialismo come se fosse una legittimazione biologica.

Il darwinismo sociale rappresentava un’estensione della lotta per l’esistenza proposta da Darwin a un programma più ampio ed eugenico. Questa teoria giustificava la selezione naturale dei più capaci, considerando necessario il declino dei soggetti socialmente inferiori. I sostenitori del darwinismo promuovevano l’idea di vietare la riproduzione agli individui ereditariamente inferiori al fine di preservare la purezza della popolazione e prevenire la degenerazione delle generazioni future, un concetto noto come eugenica.

All’inizio del XX secolo, le influenze del darwinismo sociale non erano limitate alle correnti di pensiero di destra. In Svizzera, persino il socialista Auguste Forel si schierò a favore di queste idee, criticando l’atteggiamento troppo benevolo verso i deboli e proponendo la sterilizzazione dei soggetti inferiori. Lo psichiatra Eugen Bleuler considerava le cure mediche e l’assistenza ai poveri come un attacco al principio della selezione darwiniana.

Sebbene non fosse sempre citato esplicitamente, il pensiero del darwinismo sociale fu alla base della retorica razzista di estrema destra in Svizzera nel XX secolo, che si opponeva alla presunta invasione di elementi stranieri (xenofobia). Quando questa retorica si rivolgeva agli immigrati ebrei, assumeva chiari connotati antisemiti. È stato costantemente utilizzato come strumento pseudoscientifico nella lotta contro il movimento operaio e ha fornito una base ideologica per le politiche eugeniche e sociali del nazionalsocialismo.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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