Grotta della Poesia (Salento): origine e storia della piscina naturale

Grotta della poesia, dov’è e cos’è

Tra le moltissime destinazioni che meritano di essere visitate ed ammirate in Italia, c’è la Grotta della Poesia. Scopriamo la sua storia.

Chi visita il Salento non può assolutamente perdersi la Grotta della Poesia, un luogo incantevole che meraviglia i tanti visitatori che ogni anno accorrono in massa per poter ammirare le sue acque cristalline. È situata tra San Foca e Torre dell’Orso, nel comune di Melendugno in Provincia di Lecce e rappresenta una delle piscine naturali più belle d’Italia, ricca di paesaggi mozzafiato e tesori di archeologia.

Il nome di questa località suggestiva è riconducibile a due elementi: da una parte, sembra derivare dal termine greco posìa, ovvero quei luoghi in cui era possibile bere acqua dolce. Pare, infatti, vi fosse una sorgente di acqua dolce all’interno della cavità.
La Grotta della Poesia è anche legata ad una bellissima leggenda che vede protagonista una principessa dalla bellezza mozzafiato che, solita fare il bagno nelle acque della grotta, attirava un gran numero di poeti da tutto il Sud Italia per poter ammirarla e scrivere poesie in suo onore, facendo di lei la loro musa ispiratrice.

Situata in Puglia sulla costa adriatica, la Grotta della Poesia è una cavità naturale formatasi nel corso dei secoli grazie alla forza dell’acqua: come ci suggerisce il nome, un tempo questa cavità era dotata di una copertura di roccia ma, col tempo, il lavoro incessante del mare e i fenomeni atmosferici ne hanno provocato il crollo, trasformandola in una suggestiva piscina naturale.

La Grotta della Poesia, però, non è solo quella che tutti conosciamo in quanto ne esiste anche un’altra: esse si chiamano Grotta della Poesia Grande, situata a circa 30 metri di distanza dal mare aperto, e Grotta della Poesia Piccola, separata da 70 metri dal mare, e insieme formano un complesso carsico formatosi nel tempo dall’erosione.

Roca Vecchia, il territorio circostante alla Grotta della Poesia, amplifica la sue bellezze grazie ai suoi scavi archeologici che hanno rinvenuto un sistema di fortificazioni risalente all’età del bronzo e tracce della presenza dei Messapi. Proprio nella piscina più piccola sono state trovate delle antichissime iscrizioni messapiche, in greco e latino, che probabilmente venivano incise sulle pareti della roccia dai navigatori prima di partire per le loro avventure alla volta della Grecia e dell’Albania.
Dopo il periodo messapico, però, la città fu abbandonata e abitata da diverse popolazioni nel corso del Medioevo, fino alla sua liberazione nel 1481 dall’occupazione dei turchi.

L’elevata importanza storica del sito fa della Grotta della Poesia un luogo culturale, e non uno stabilimento balneare, pertanto, va tutelato e salvaguardato. Per molto tempo, infatti, molte persone hanno trattato le acque della grotta come vere e proprie piscine, e le sue falesie come dei trampolini mettendo in pericolo non soltanto la bellezza del posto, ma anche e soprattutto l’incolumità dei visitatori.
Per questo motivo, l’Amministrazione comunale ha deciso di limitare l’accesso all’area e di sottoscrivere delle regole, tra le quali il divieto di balneazione, il divieto di introdurre cibi e bevande, il divieto di salire sulla falesia e il divieto assoluto di abbandonare rifiuti.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Ottavia Piccolo

Sono una studentessa dell'Università L'Orientale di Napoli. Appassionata di lingue straniere, amo soprattutto conoscere nuove culture, osservare e... scrivere! Fondo la mia vita sull'arte: la musica e la fotografia in cima alla lista!

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