Il divismo è un fenomeno culturale e mediatico nato nel XIX secolo. Questo processo vede l’idealizzazione massima dei protagonisti di teatro e cinema, la cui immagine diviene altamente simbolica e significativa nella vita quotidiana della gente comune. Il divismo anticipa la figura dell’influencer moderno, ovvero l’affermazione a livello mediatico di una figura centrale; il pubblico seguiva i comportamenti e i costumi di tale figura.
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Come nasce il fenomeno del divismo
Nei primi anni dell’affermazione del linguaggio cinematografico, il fenomeno del divismo nasce come strategia pubblicitaria. I primi teorici cinematografici si erano prontamente accorti di quanto l’impatto “mediatico” di una pellicola ad opera dei personaggi – alias attori e attrici – fosse fortemente echeggiante sul pubblico. Quel che accade in un film, e nel suo linguaggio audiovisivo di narrazione, attiva un meccanismo altamente psicologico di immedesimazione. Quando guardiamo un film ci sono una serie di strategie tecnico-narrative (le inquadrature, i dialoghi, la fotografia) che ci spingono ad aderire con un dato personaggio. Nell’ambito del cinema muto persino i gesti hanno un ruolo fondamentale nella comunicazione visiva; tutto questo ha ovviamente un forte peso nel mondo della moda e del costume, allo stesso livello dei valori che i film portano sullo schermo, con la trasformazione della società moderna dei primi del Novecento.
Bartolomeo Pagano: il primo divo del cinema italiano
Tra le primissime figure divistiche di spicco del cinema italiano dei primi del Novecento ritroviamo Bartolomeo Pagano, un attore decisamente non professionista. Egli era un semplice manovale del porto di Genova, che per il suo fisico venne scelto e così scritturato per un film; fu assunto da Pastrone per interpretare in “blackface” il ruolo di Maciste, lo schiavo numida in “Cabiria“. La blackface consisteva nel truccarsi in modo marcatamente non realistico per assumere le sembianze stilizzate e stereotipate di una persona di colore. Lo stesso Pastrone volle – anche nella corrispondenza con D’Annunzio – che Maciste fosse non uno schiavo bianco ma “trasfigurato“, al fine di renderlo più appetibile al grande pubblico. Bartolomeo Pagano sarà anche immortalato sulla locandina celebrativa del Museo Nazionale del Cinema di Torino per Giovanni Pastrone, regista che diventerà un’icona del cinema torinese.
Dal divismo agli influencer: un’evoluzione mediatica
È possibile quindi cogliere come gli influencer moderni, definiti dall’enciclopedia Treccani come “personaggio di successo, popolare nei social network”, abbiano attinto dalla tecnica del divismo la propria strategia attuale di promozione. La promulgazione della propria immagine su svariati media (Twitch, TikTok) avviene per diversi scopi commerciali, ma anche per voglia di visibilità o puro intrattenimento.
Divismo e influencer: un confronto tra epoche | Caratteristiche principali |
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Piattaforma dominante | Cinema e stampa per il divo; social media e piattaforme digitali per l’influencer. |
Relazione col pubblico | Basata sul mistero e la distanza per il divo; basata sull’autenticità e l’interazione diretta per l’influencer. |
Origine della fama | Legata a un personaggio interpretato sul grande schermo; legata alla propria persona e a una nicchia di interesse. |
Modello economico | Contratti con le case di produzione (star system); sponsorizzazioni, collaborazioni e monetizzazione diretta dei contenuti. |
Questa promozione di sé vede in definitiva l’utilizzo in toto, da parte del “divo” come dell’influencer, della propria immagine per contenuti televisivi e “sociali”. L’orientamento è spesso un cospicuo scopo economico o la ricerca della “fama”.
Immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 07/09/2025