Il Madrigale: struttura, caratteristiche ed esempi

madrigale

Il madrigale è la forma polifonica più importante del Rinascimento italiano. Nasce tra il 1520 e il 1530, essendo una canzone è caratterizzata da strofe e ritornello (enunciato e ripetizione), ciò significa che in questa forma musicale dev’essere presente una struttura poetica. Il madrigale (al di là dell’etimologia, che potrebbe avere a che fare anche con il termine mater, ovvero madre) è una forma polifonica tipica delle corti rinascimentali, l’esempio di quel sincretismo tra nord e sud. Il madrigale è collegato al Petrarchismo e alla poesia; il Petrarchismo indica la pratica dei poeti di questo periodo, che si rifecero al grande Francesco Petrarca. Il fenomeno del madrigale è quindi sicuramente un fenomeno polifonico, ma è anche un fenomeno che porta dentro di sé la grande poesia italiana. Petrarca è quindi il modello che i compositori di madrigale, i madrigalisti, seguivano.

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Il madrigale è la forma principe non solo del Rinascimento italiano, infatti veniva coltivato anche fuori dall’Italia: molti musicisti erano rinomati per la loro produzione di questa forma musicale; essa era caratterizzata dalla stretta aderenza tra struttura poetica (quindi istanze, strofe) e testo poetico. In passato, musica e poesia erano la stessa cosa; il cantore si accompagnava con uno strumento musicale, che poteva essere la lira o l’arpa, e declamava i versi. Quindi, la poesia era sempre stata concepita con l’accompagnamento di uno strumento a corda. Che il madrigale nasca come un prodotto della stretta connessione tra il miglior verso poetico, come Petrarca, e la melodia, non è quindi una sorpresa. Il legame tra musica e parole è talmente stretto che la melodia si incarica di illustrare i significati espressivi e poetici del testo. Questa è la caratteristica del madrigale: esternare con la melodia, all’orecchio dell’ascoltatore, un significato verbale: la parola.

Luca Marenzio, vive nell’arco del sedicesimo secolo ed è uno dei più importanti compositori di madrigale. Il brano “Solo e pensoso” è una composizione nata sulle parole di un sonetto del PetrarcaIl primo melodramma madrigale è “Orfeo”, di Claudio Monteverdi. 150 anni dopo, nel 1762, il melodramma “Orfeo ed Euridice” chiude un arco temporale molto importante per il melodramma italiano; questo fu composto da Gluck, un musicista tedesco, ma che – come tutti i musicisti europei – conosceva l’italiano, perché il melodramma era italiano. Dunque è lui a chiudere questa parabola temporale con un altro Orfeo molto diverso, strutturato un po’ diversamente. Ce ne sono tanti di “Orfeo ed Euridice in musica, questo dimostra quanto quella di Orfeo sia stata una figura ispiratrice importantissima.

Il termine madrigale ha origini abbastanza incerte, però il termine “mater” è una delle sue possibili origini. Il madrigale nasce intorno al 1520-1530, dal punto di vista dell’arte ci troviamo in pieno Rinascimento, quindi si può dire che il madrigale sia l’incarnazione della civiltà musicale rinascimentale; i madrigali venivano suonati soprattutto nei palazzi, a corte avremmo ascoltato quella che noi oggi chiameremmo musica da camera, cioè una musica fatta per piccoli ambienti, dove appunto abbiamo poche voci o addirittura musica e voce con piccolo accompagnamento, quindi qualcosa che presuppone un pubblico ridotto; i grandi gruppi orchestrali e strumentali sono un qualcosa che nasce dopo la musica rinascimentale.

C’è la tendenza di istaurare un felice rapporto di imitazione tra musica e poesia: il mondo latino aveva abbinato all’imitazione anche l’emulazione. L’imitazione è il superamento del modello che viene imitato, qui il rapporto imitativo tra musica e poesia c’è, perché la musica tenta di rendere con i suoni i significati inclusi nel testo poetico: i significati della parola vengono dischiusi nei suoni, si cerca di trasmettere anche i sentimenti che stanno nelle parole stesse. Il madrigale di questo periodo cerca di tirar fuori le pieghe sentimentali e significative delle parole  ma questi sentimenti e quest’affettività dentro le parole, non appartengono al poeta o al compositore, sono semplicemente i significati poetici del testo. Quindi il madrigale, come tutte le forme rinascimentali, è una musica affettiva, che smuove l’animo degli ascoltatori, che illustra gli affetti e il significato del testo: c’è una sorta di oggettività, è una imitazione oggettiva dei contenuti poetici che sono nel testo e non nel soggetto che scrive, che suona o compone i versi; ciò significa che c’è una sorta di convinzione che tra poesia e la musica, non solo si possa instaurare un rapporto di reciprocità, ma che addirittura l’una possa rinforzare l’altra, che la musica si possa fare veicolo di significati musicali e contenuti poetici.

Fonte dell’immagine in evidenza dell’articolo: Pixabay

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