Cos’è Il Milione di Marco Polo: il libro che raccontò l’Oriente al mondo
Il Milione di Marco Polo è una delle fonti più brillanti e affascinanti sulla storia mongola e sui commerci medievali tra l’Europa e l’Oriente. Questo straordinario resoconto, frutto dei viaggi del celebre mercante veneziano, offre una descrizione dettagliata di civiltà lontane, di tesori favolosi e di prodotti ricercatissimi dai mercanti occidentali. Figlio di mercanti, Marco Polo nacque a Venezia (o forse a Curzola) nel 1254. Matteo e Niccolò Polo, suo padre e suo zio, erano due fratelli che si recavano spesso in Cina per commerciare, percorrendo la leggendaria Via della Seta. L’opera non è semplicemente un diario di viaggio, ma un vero e proprio trattato che spazia dalla geografia alla cultura, dall’economia alla politica dei paesi visitati, e in alcuni casi, non visitati. La sua importanza è testimoniata dalle numerose edizioni manoscritte e dalle traduzioni in diverse lingue, che ne hanno assicurato la diffusione e la fama nei secoli. Il Milione di Marco Polo, infatti, ebbe un’enorme influenza sulla fantasia popolare e sulle successive esplorazioni geografiche, contribuendo ad alimentare il mito dell’Oriente e delle sue ricchezze.
Attraverso le sue pagine, possiamo ricostruire non solo le avventure di Marco Polo, ma anche il contesto storico, economico e culturale di un’epoca di grandi scambi e trasformazioni. Il libro ebbe un’enorme influenza sulla fantasia popolare del tempo e, nei secoli successivi, su cartografi, viaggiatori ed esploratori, contribuendo in maniera determinante alla conoscenza dell’Asia da parte degli europei.
Marco Polo: il mercante veneziano alla corte di Qubilai Khan
La vita di Marco Polo è strettamente legata ai suoi viaggi in Oriente, in particolare in Cina, al tempo governata dal Gran Khan dei Mongoli, Qubilai. Ad un certo punto, i fratelli Matteo e Niccolò decisero di portare con sé anche il figlio di Matteo, ovvero Marco, che poi di lì diverrà funzionario per diverso tempo presso la corte del Gran Khan.
I viaggi di Marco Polo con il padre e lo zio: da Venezia alla Cina
Del primo viaggio di Marco Polo con suo padre e suo zio si sa ben poco. Partiti da Venezia, probabilmente raggiunsero la Crimea, importante snodo commerciale per i traffici con l’Asia centrale. Successivamente, si imbarcarono ad Acri per l’Oriente, giungendo così alla corte di Qubilai a Shangdu nel 1275. Dopo aver raggiunto Pechino, la capitale dell’Impero, ripartirono da Zaytun, importante porto nel sud della Cina (attuale Quanzhou, nel Fujian), per raggiungere via mare il Golfo Persico, per poi ritornare a Venezia.
Il ruolo di Marco Polo come funzionario del Gran Khan
Durante il suo soggiorno in Cina, Marco Polo entrò nelle grazie di Qubilai Khan, che gli affidò importanti incarichi come funzionario imperiale. Questo gli permise di viaggiare in lungo e in largo per l’Impero mongolo, accumulando una conoscenza diretta di luoghi, popoli e culture che avrebbe poi riversato ne Il Milione.
La prigionia a Genova e la stesura de Il Milione con Rustichello da Pisa
Si dice che Il Milione di Marco Polo sia stato dettato nel 1298 ad un certo Rustichello da Pisa in una prigione di Genova. La tradizione vuole che in una battaglia navale, probabilmente la battaglia di Curzola, mentre era al comando di una galea veneziana, Marco Polo venisse fatto prigioniero dai genovesi, che erano in guerra con Venezia. Rustichello da Pisa, suo compagno di prigionia, aveva esperienza come scrittore di storie in prosa in francese e franco-italiano, e la compagnia di Marco Polo evidentemente fu uno stimolo a scrivere.
Le diverse versioni de Il Milione: dal franco-italiano al toscano
Il testo, rimasto incompleto, conobbe diverse versioni in altre lingue: franco-italiano, toscano e veneziano. Per quanto riguarda Il Milione, abbiamo anche versioni in latino e altre lingue. Marco Polo tornò a Venezia nel 1299 e morì nel 1324.
Il Milione: descrizione del mondo e itinerari di viaggio
Le memorie di Marco Polo, raccolte in un libro intitolato prima Descrizione del mondo e poi Il Milione, parlavano di civiltà sconosciute dai tesori favolosi, ricche di prodotti ricercatissimi dai mercanti occidentali. Il Milione di Marco Polo è un elenco di vari paesi visitati (e in alcuni casi non visitati). La prima parte ci fornisce un itinerario attraverso l’Asia verso la corte di Qubilai; gli ultimi capitoli sono seguiti dall’itinerario del ritorno e da una succinta conclusione.
L’influenza de Il Milione sulla cultura e le esplorazioni
L’opera ebbe una grande diffusione durante il Rinascimento, anche grazie all’edizione curata da Giovanni Battista Ramusio. Il Milione contribuì ad ampliare le conoscenze geografiche degli europei e a stimolare l’interesse per l’Oriente, favorendo le successive esplorazioni.
Il Milione e le altre fonti sui commerci con l’Oriente
Nel complesso, Il Milione di Marco Polo fornisce ampie descrizioni delle ulus, divisioni amministrative e territoriali dell’Impero mongolo, sorte dopo la morte di Gengis Khan, prestando particolare attenzione alla Cina, chiamata allora Catai, ma con ragguagli importanti all’Asia Centrale, Persia e Afghanistan. Le altre fonti, forniscono meno informazioni: spesso, soprattutto nel caso delle fonti genovesi, si limitano a dati contabili e a notizie commerciali che risalgono al XIV secolo, secolo che vide il culmine del commercio italiano in Asia, in particolare delle Repubbliche marinare di Venezia e Genova.
La Pratica della mercatura di Francesco Pegolotti
Queste attività, che andavano di pari passo con quelle dei religiosi che raggiungevano quelle terre per evangelizzarle, hanno prodotto testi di vario genere che si possono distinguere dai cosiddetti “itineranti” dei missionari. Una menzione particolare merita il trattato di Francesco Pegolotti, dedicato alla Pratica della mercatura in terra asiatica, in cui sono descritte le principali vie di transito delle merci della Persia e in Asia centrale durante gli ultimi anni della dinastia ilkhanide. Pegolotti ricavò le informazioni dalle descrizioni dei mercanti che giungevano in Oriente, dato che lui stesso non andò mai oltre il Caspio. La pratica della mercatura è una delle opere più importanti per conoscere i commerci asiatici degli italiani, i pesi, le monetazioni e i prodotti delle terre descritte.
Gli incontri degli italiani con Tamerlano
Numerosi furono gli italiani che incontrarono Tamerlano, un condottiero turco-mongolo nella seconda metà del XIV secolo. I primi furono degli italiani che insieme, forse, a dei francesi e dei catalani ebbero modo di conoscerlo di fronte a Caffa, nel suo accampamento. I Genovesi lo incontrarono più volte in seguito, negli anni che precedettero la battaglia di Ankara.
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