La Kefiah, o kufiyya (كوفية), è molto più di un semplice copricapo: è un tessuto intriso di storia, cultura e identità, profondamente radicato nella tradizione araba. Indossata in diverse varianti in tutto il Medio Oriente, la Kefiah ha trasceso la sua funzione pratica per assumere significati politici e sociali complessi, diventando un’icona mondiale della resistenza palestinese e un emblema di solidarietà. Questo articolo ne analizza le origini, i diversi usi, i significati simbolici e la sua evoluzione come accessorio globale, riflettendo le dinamiche socio-politiche del Medio Oriente.
Indice dei contenuti
- Kefiah: origini e diffusione del tradizionale copricapo
- La storia della Kefiah: da copricapo beduino a simbolo politico
- Il simbolismo di colori e motivi della Kefiah
- Come indossare la kefiah: guida pratica
- La produzione della Kefiah: tra tradizione e globalizzazione
- Altre informazioni e curiosità sulla kefiah
Kefiah: origini e diffusione del tradizionale copricapo
La Kefiah è un copricapo tradizionale la cui storia si perde nella notte dei tempi. Originariamente utilizzata dai beduini, le popolazioni nomadi del deserto, come strumento indispensabile per proteggersi dal sole cocente, dalla sabbia e dal freddo delle notti, la sua funzionalità l’ha resa un indumento diffuso in tutto il Medio Oriente, non solo nel mondo arabo ma anche in Turchia e nella regione del Kurdistan, dove è nota come poshu.
Materiali, colori e nomi regionali
Tradizionalmente realizzata in cotone, lana o lino, presenta un caratteristico motivo a scacchi. Sebbene la variante bianca e nera sia la più nota, esistono versioni in rosso e bianco o altri colori. Viene indossata avvolta sul capo e per fissarla alla fronte si usa una corda intrecciata chiamata ʿiqāl (عقال). Il nome stesso varia: in Arabia Saudita e nel Golfo Persico è conosciuta come ghutra o shemagh. L’etimologia del termine “Kefiah” sembra ricondurre alla città di Kufa, in Iraq, a testimonianza della sua profonda antichità culturale.
La storia della Kefiah: da copricapo beduino a simbolo politico
La trasformazione della Kefiah da indumento rurale a potente simbolo politico inizia in modo netto durante la grande rivolta araba del 1936-1939. Come documentato da fonti storiche autorevoli come l’Treccani, i contadini e i ribelli palestinesi la adottarono in contrapposizione al fez, il copricapo di feltro rosso associato all’élite urbana e all’amministrazione del Mandato britannico. La Kefiah divenne così un emblema di unità nazionale, di lotta anticoloniale e di identità palestinese.
Yasser Arafat e l’icona internazionale
Nessuno ha contribuito a globalizzare l’immagine della Kefiah più di Yasser Arafat. Il leader storico dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) la indossava costantemente, drappeggiata sulla spalla in una forma che ricordava la mappa della Palestina storica. La sua kefiah bianca e nera divenne un simbolo inconfondibile della lotta per l’autodeterminazione, riconosciuto in tutto il mondo.
Leila Khaled e altre icone della resistenza
Un’altra figura emblematica è Leila Khaled, attivista del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Le sue foto con la Kefiah indossata come un hijab sono diventate iconiche, dimostrando la versatilità del simbolo e la sua adozione da parte di diverse correnti, incluse quelle laiche e di sinistra, del movimento palestinese.
Il simbolismo di colori e motivi della Kefiah
Ogni elemento della Kefiah palestinese è carico di significato, sebbene le interpretazioni possano variare. La seguente tabella riassume i simbolismi più comunemente accettati.
Elemento | Significato Simbolico Associato |
---|---|
Colore Bianco e Nero | Associata storicamente ad al-Fatah, l’OLP e al nazionalismo palestinese. |
Colore Rosso e Bianco | Legata ai movimenti socialisti e marxisti palestinesi (es. FPLP) o alla tradizione beduina giordana. |
Motivo a rete da pesca | Rappresenta il legame del popolo palestinese con il Mar Mediterraneo. |
Linee spesse (onde) | Simboleggiano le foglie di ulivo, emblema di pace, forza e resilienza. |
Linee continue | Interpretate come le rotte commerciali che hanno attraversato la Palestina per secoli. |
Come indossare la kefiah: guida pratica
Oltre al suo significato, la Kefiah è un indumento versatile. Ecco alcuni dei modi più comuni per indossarla:
- Stile classico (copricapo): piegare la kefiah a triangolo. Appoggiare la base sulla fronte, con le due estremità che cadono ai lati del viso. Si possono poi portare le due estremità dietro la nuca e legarle, oppure avvolgerne una intorno al collo e alla testa. Per una maggiore stabilità, si può usare l’iqal.
- Stile sciarpa: piegare la kefiah a triangolo e avvolgerla morbidamente intorno al collo, lasciando pendere la punta del triangolo sul petto. È il modo più comune in Occidente.
- Stile maschera: dopo averla avvolta come una sciarpa, una delle estremità può essere tirata su per coprire naso e bocca, un metodo tradizionale per proteggersi dalla polvere e dalla sabbia.
La produzione della Kefiah: tra tradizione e globalizzazione
A partire dagli anni 2000, la produzione di massa in Cina ha messo in crisi le tessitorie tradizionali palestinesi, inondando il mercato con versioni a basso costo. Tuttavia, un’azienda resiste: il laboratorio tessile Hirbawi, fondato nel 1961 a Hebron (al-Khalil), è oggi l’ultima e unica fabbrica di kefiah rimasta in Palestina. Grazie al commercio online e a una rinnovata attenzione per l’autenticità e il commercio equo e solidale, l’azienda Hirbawi è diventata un simbolo della resilienza economica e culturale palestinese, un baluardo del “Made in Palestine”.
Dalla Palestina alla moda globale e alle controversie
La diffusione globale della Kefiah l’ha trasformata anche in un accessorio di moda, adottato da sottoculture e celebrità. Questo ha generato un acceso dibattito sull’appropriazione culturale, con critiche rivolte a chi la indossa svuotandola del suo profondo significato politico e di sofferenza, trattandola come un semplice ornamento esotico. Allo stesso tempo, lo shemagh è diventato parte dell’equipaggiamento di diverse forze militari occidentali, apprezzato per la sua versatilità in ambienti desertici, aggiungendo un ulteriore, complesso strato alla sua storia globale.
Altre informazioni e curiosità sulla kefiah
Cosa rappresenta la kefiah bianca e nera?
La kefiah bianca e nera è il simbolo più riconoscibile del nazionalismo palestinese. È associata storicamente al movimento al-Fatah di Yasser Arafat e all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). I suoi motivi simboleggiano il legame con il mare (rete da pesca), la pace e la resilienza (foglie d’ulivo).
Chi indossa la kefiah rossa e bianca?
La kefiah rossa e bianca è tradizionalmente associata alla Giordania e ai suoi beduini. Nel contesto palestinese, è stata adottata da movimenti di sinistra, socialisti e marxisti, come il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), per differenziarsi dalla kefiah nazionalista di Fatah.
Come si mette la kefiah palestinese?
Il modo più tradizionale è piegarla a triangolo e posizionarla sulla testa, fissandola con una corda (iqal). In Occidente, è comunemente indossata come una sciarpa, piegata a triangolo e avvolta intorno al collo con la punta rivolta verso il basso sul petto.
Perché la kefiah è un simbolo palestinese?
È diventata un simbolo durante la Grande Rivolta Araba (1936-39) quando i ribelli la usarono per mostrare unità contro il Mandato britannico, distinguendosi dal fez dell’élite. La sua immagine è stata poi consolidata a livello globale da Yasser Arafat, che l’ha resa un emblema della lotta per l’autodeterminazione e l’identità nazionale palestinese.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 04/09/2025
Di Yves Picq http://veton.picq.fr – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=3947415