Kitsch: significato e storia dell’arte del banale (e del cattivo gusto)

Kitsch: significato e storia dell'arte del banale (e del cattivo gusto)

Del Kitsch tutti parlano ma nessuno sa bene che cos’è, e non per colpa di chi non sa, ma delle infinite analisi e definizioni che sono state date di questo concetto (Umberto Eco)

Cosa vuol dire il termine Kitsch?

Il Kitsch è un termine utilizzato per descrivere qualcosa di banale, di poco valore estetico e di scarsa qualità artistica. Il Kitsch è spesso associato a oggetti e immagini che sono stati creati per soddisfare i gusti popolari e commerciali, piuttosto che per esprimere un’idea o un’emozione autentica. Il Kitsch è un fenomeno diffuso in molte forme d’arte, come la pittura, la scultura, il design e la fotografia. Nel contesto della moda, si può riferire a capi d’abbigliamento o accessori che sono stati progettati per attirare l’attenzione e generare un’emozione superficiale, piuttosto che per esprimere un’idea o un’estetica autentica.

Quando nasce il Kitsch?

Il termine Kitsch è stato coniato in Germania nel 1857 dal critico d’arte e scrittore d’arte, Frederick Stuck. Tuttavia, il fenomeno del Kitsch è esistito per molto tempo prima che venisse formalmente nominato. Il Kitsch è stato presente in molte culture e epoche diverse, dall’antichità fino ai giorni nostri. Il Kitsch ha avuto una particolare diffusione durante l’epoca vittoriana in Inghilterra, dove veniva prodotto in grandi quantità per soddisfare i gusti popolari della borghesia.

Il Kitsch nella moda

Il kitsch è espressione dell’industria dello svago. il Kitsch diverte, ma non va in profondità, non abbaglia, come la vera arte, che accecando ci mostra la verità. (Hermann Broch)

Nel contesto della moda, il Kitsch si può riferire a capi d’abbigliamento o accessori che sono stati progettati per attirare l’attenzione e generare un’emozione superficiale, piuttosto che per esprimere un’idea o un’estetica autentica. In decorazione, lo stile Kitsch si traduce in abbandono dell’equilibrio, della moderazione e dell’armonia. L’unica regola è che non ci sono regole, decorare in stile Kitsch significa usare tutto ciò che vi viene in mente, senza considerare se i colori e gli stili si abbinano. Nel Kitsch vengono utilizzati colori vivaci, accessori originali, creando una vera e propria “mappa del tesoro” dove gli elementi decorativi sono posizionati in modo da rivelare un segreto.

Jeff Koons, il massimo rappresentante di questa non corrente artistica

Jeff Koons è un artista americano conosciuto per le sue opere d’arte contemporanee spesso grandi e colorate (e affiancate al Kitsch), che si ispirano alla cultura pop e alla pubblicità. Egli è stato uno dei principali rappresentanti della corrente del nuovo realismo americano degli anni ’80 e ’90 e le sue opere sono state esposte in importanti musei e gallerie in tutto il mondo. Koons si è laureato all’Maryland Institute College of Art di Baltimora e successivamente ha frequentato la School of the Art Institute di Chicago, dove ha iniziato a sviluppare il suo stile unico.

Prima di diventare un artista quotato, ha lavorato come agente di borsa a Wall Street e per il MoMa di New York, dove si è occupato della ricerca di donatori. Questi lavori gli hanno permesso di finanziare il suo primo ciclo di opere chiamato “Inflatable Flowers” composto da due fiori poggianti su uno specchio. Nel corso degli anni, Koons ha continuato a creare cicli di opere, tra cui “Equilibrium”, in cui ha creato installazioni di teche di vetro riempite con una soluzione di acqua distillata e cloruro di sodio, in cui fluttuano dei palloni da basket.

Nel 1991 Koons ha sposato la pornodiva Ilona Staller, conosciuta con il nome d’arte di Cicciolina, con cui ha avuto un figlio. Questa unione è stata una delle più discusse e simboliche degli anni ’90 e ha portato alla creazione della serie di opere “Made in Heaven”, una delle sue opere più trasgressive e provocatorie. Consisteva in grandi fotografie a colori di Koons e Staller in pose erotiche, esponendole alla Biennale di Venezia del 1990.

Koons ha continuato a creare opere d’arte e serie, tra cui “Celebration” che ha celebrato la nascita del figlio e affrontato il tema del gioco da un punto di vista prettamente infantile. Ha creato grandi sculture in metallo colorato che riproducono giocattoli e oggetti legati alle occasioni festive, come cagnolini con palloncini e delfini gonfiabili. La sua opera “Popeye” è stata una delle sue opere più famose e controverse, rappresentando il personaggio dei fumetti in scala monumentale in bronzo cromato.

In generale, Jeff Koons è stato un artista che ha saputo unire la cultura di élite a quella di massa e di aver sdoganato il concetto di arte come “oggetto da consumare”, seppur utilizzando uno stile kitsch.

Il Kitsch in letteratura. Il parere di Kundera

Il romanziere e filosofo ceco Milan Kundera ha scritto ampiamente sulla questione del Kitsch. Il Secondo l’autore de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, è un attributo fondamentale per spiegare certi comportamenti sia individuali che collettivi. Egli, infatti, allarga il suo significato alle manifestazioni esteriori delle persone, fino ad attribuire a situazioni sociali e politiche la qualifica di Kitsch. Kundera sostiene che l’etimo originale della parola Kitsch si è perso e per lui ora assume delle sfumature metafisiche. Il Kitsch, secondo l’autore, è la negazione assoluta della “merda” e si pone come l’ideale estetico dell’accordo categorico con l’essere. Nel regno del Kitsch, impera la dittatura del cuore e i sentimenti da esso suscitati devono essere condivisi da una grande quantità di persone. Kundera teorizza che la fratellanza di tutti gli uomini della terra sarà possibile solo sulla base del Kitsch e che la politica è l’ideale estetico di tutti gli uomini politici, di tutti i partiti e i movimenti politici.

 

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