La femme fatale di Oscar Wilde: Salomè

Salomè, la femme fatale di Oscar Wilde

Opera teatrale scritta e prodotta da Oscar Wilde, Salomè è divenuta col passare del tempo il prototipo di ‘femme fatale’. Scopriamo perché.

Oscar Wilde fu un grande scrittore dell’800 nell’ambito della letteratura inglese. Principalmente ricordato per la sua opera più famosa The Picture of Dorian Gray, Wilde si occupò molto della stesura e produzione dei plays, ovvero delle rappresentazioni teatrali.
Ma nella sua carriera affascina molto una rappresentazione teatrale in particolare, quella di Salomè e di come la donna sia divenuta prototipo della  femme fatale.
L’opera venne inizialmente scritta in francese, durante la lunga permanenza dell’autore a Parigi, mentre la prima traduzione in lingua inglese risale al 1893, compiuta da Alfred Douglas, considerato all’epoca il suo amante. Composta da un unico atto, il play ha una tematica molto particolare che fino ad ora non era mai stata toccata in modo così sensuale, ma Wilde l’ha rivisita, facendo sua un’opera di origine biblica.

Il play

Salomè è la storia dell’omonima protagonista, una ragazza molto giovane, figlia di Erodiade ed Erode, fratello dell’ex marito di Erodiade stessa. 
In famiglia vige una relazione molto instabile, dove il patrigno Erode non riesce a nascondere l’attrazione sessuale verso la piccola ragazza, che a sua volta resta spesso colpita e indignata degli sguardi del patrigno e dei suoi soldati nei confronti del suo corpo.
Ma durante la rappresentazione teatrale, entra in scena un personaggio chiave del play: San Giovanni Battista, segregato da Erode per aver fatto delle dure critiche ai comportamenti e ai costumi del re e della moglie Erodiade. Proprio come una calamita che non riesce a resistere all’attrazione, Salomè si innamora perdutamente di San Giovanni Battista, sentendone solo la sua voce.
Salomè, una donna sensuale e attraente, una femme fatale, perde il senno per chi ha giurato forte castità e purezza, e ciò la porterà a compiere l’atto più osceno e brutale dell’opera. 
Così colpita dal suo opposto, dal santo, decide a tutti i costi di volerlo baciare, ma Giovanni Battista proprio non può, egli deve rifiutare questa proposta così impensabile per lui. Ma la ragazza vuole possederlo, pur sapendo che non ci riuscirà mai. 
Eppure la donna non si arrende, fa di tutto per riuscire a baciare solo per un attimo le labbra del santo, pure se questo significa ucciderlo.
E così sarà. La giovane non accetta il rifiuto e compiendo la ‘Danza dei sette veli’ (che si pensi essere stata inventata da Wilde stesso) seduce il patrigno, costringendolo ad uccidere il santo e a decapitarlo cosicché lei riesca a poter finalmente far congiungere le loro labbra. Erode, inizialmente contrario, non riesce a resisterla ed obbedisce, ma subito dopo si pentirà e ordinerà l’esecuzione della stessa Salomè.

La femme fatale

Emblematica e seduttrice, Salomè fece molto scalpore sul suolo inglese e non solo, difatti fu duramente criticata e addirittura considerata un’opera blasfema. Questo perché all’epoca era raro assimilare alla figura della donna un potere sessuale molto forte, basato non solo sull’atto sessuale vero e proprio ma anche sul potere mentale e dei sensi che una donna poteva mettere in atto per distruggere completamente un uomo.
Ed è così che Salomè reagisce, costringendo il padre a compiere il gesto più violento della sua carriera, quello di uccidere il santo Giovanni Battista. Ed è anche per questo stesso motivo che la donna è considerata una ‘virgin whore’. 
Col suo forte potere, l’atto verrà compiuto, ma dopo che il suo patrigno verrà sciolto da quell’incantesimo di sfondo sessuale, comanderà ai suoi uomini di “Kill that woman!” uccidere la stessa Salomè per aver desiderato una fantasia così oscena. 

L’opera divenne molto popolare, non solo per la sua censura, ma anche in ambito artistico dove Gustave Moreau e Aubrey Beardsley pubblicarono numerose rappresentazioni di questa femme fatale. 
Ma Oscar Wilde era già a conoscenza dello shock che avrebbe provocato nel pubblico, e il suo intento era proprio quello! Mettere in scena delle tematiche così particolari, in una società all’epoca ancora rigida e ancora dedita alla precisione e alla castità, rende Oscar Wilde ai nostri occhi uno scrittore che rompe gli schemi, che pone l’arte prima ancora del rispetto della società in cui viveva. Non a caso Wilde è un grande esponente dell’Aestheticism, e dell’Art for art’s sake.

Con questo play controverso, Wilde ci propone la sua visione della femme fatale. Di una donna trasgressiva e aggressiva, che non accetta la perdita del controllo della sua mente e del suo corpo ma che anzi, vuole controllare e trae potere nel farlo. È una donna che si ribella alla sessualizzazione messa in atto dagli occhi maschili, ricavandone potere e piacere allo stesso momento.

Fonte immagine per Salomè, la femme fatale di Oscar Wilde: Di Tiziano Vecellio – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14910779

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