La liberazione di Auschwitz: come e quando avvenne

La liberazione di Auschwitz

Adolf Hitler salì al potere in Germania come Führer nel 1934 rimanendo in carica fino al 1945. Durante questi anni la sua politica si basò sullo sterminio del popolo ebraico, con l’obiettivo di affermare la razza ariana come superiore. Tale genocidio venne esposto agli occhi del mondo grazie alla liberazione di Auschwitz, il più grande tra i campi di concentramento, avvenuta il 27 gennaio 1945. Dal 2005 commemoriamo le vittime del genocidio proprio in questa data, conosciuta come Giornata della Memoria.

Cos’era e come funzionava Auschwitz? 

Per capire come avvenne la liberazione di Auschwitz bisogna guardare alla sua struttura: Auschwitz fu un vasto complesso di campi di concentramento situato nella cittadina polacca di Oświęcim, nonché il più grande centro di sterminio realizzato dai nazisti. All’ingresso del campo polacco vi era affissa la scritta divenuta il simbolo delle barbarie naziste che recitava: «arbeit macht frei», il lavoro rende liberi. Auschwitz era suddivisa in tre grandi campi denominati: Auschwitz I (il campo originario), Auschwitz II Birkenau (campo di concentramento e sterminio) e Auschwitz III Monowitz (campo di lavoro). All’interno del campo di concentramento di Auschwitz non si trovavano solo ebrei: erano presenti infatti anche delle minoranze considerate inferiori alla razza ariana come prostitute, omosessuali e prigionieri di guerra. Vennero internati, inoltre, intellettuali e membri della resistenza polacca nel tentativo di mettere a tacere le loro idee. In soli cinque anni trovarono la morte oltre un milione di persone.

Ma come avvenne la liberazione di Auschwitz?

La liberazione di Auschwitz avvenne verso la fine della seconda guerra mondiale, il più grande conflitto armato della storia, che vide contrapporsi le potenze dell’Asse e quelle degli Alleati. Le truppe sovietiche dell’Armata Rossa – capitanate dal maresciallo Ivan Konev – fecero il loro ingresso nel più grande campo di concentramento alle 8 del mattino del 27 gennaio 1945. In quel momento le truppe sovietiche scoprirono cosa accadeva davvero ad Auschwitz; questa rivelazione, assieme alle testimonianze dei sopravvissuti, fece scoprire per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista. Quando l’Armata Rossa fece il suo ingresso per la liberazione di Auschwitz la maggior parte delle guardie delle SS era già fuggita e il numero dei prigionieri era di sole 7.000 persone.

Questo perché in precedenza, durante l’estate del 1944, l’Armata Rossa arrivò nella regione di Auschwitz e i nazisti si resero conto di dover procedere all’evacuazione dei loro lager: molti dei prigionieri vennero trasferiti verso i lager della Germania, altri vennero condotti nelle camere a gas. Nel novembre dello stesso anno, ormai vicino alla sconfitta, il quarto Reichsführer delle SS, Himmler, emanò un ordine che prevedeva il blocco delle funzioni delle camere a gas ad Auschwitz e di distruggere le strutture di Birkenau rimaste ancora in funzione. Nel dicembre del 1944 iniziarono le operazioni di smantellamento dei forni crematori e vennero fatti saltare in aria il mese successivo, solo qualche giorno prima dell’arrivo delle forze dell’Armata Rossa, nel tentativo di occultare le prove del massacro avvenuto all’interno di quelle mura.

Auschwitz ora

Dopo la liberazione di Auschwitz il campo è divenuto il simbolo dedicato alla memoria delle vittime del massacro della Shoah, mentre nel 1979 venne dichiarato patrimonio dell’Umanità. Questo luogo ricorda a tutti l’importanza di non dimenticare l’atroce crimine consumato, né tantomeno le vittime. La sua storia, inoltre, ci insegna ciò che non deve più ripetersi.

Fonte dell’immagine: Freepik

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