La metamorfosi della rana, come funziona

La metamorfosi della rana, scopriamola insieme!

La vita di una rana è ricca di trasformazioni. La sua natura duale è definita dalla parola stessa che la descrive: “anfibio”. Anfibi si è quando si nasce creature liminali, appartenenti sia all’acqua che alla terra. Questo processo di cambiamento, noto come metamorfosi, è un affascinante viaggio biologico che trasforma una creatura acquatica in un animale terrestre.

Le 4 fasi della metamorfosi della rana

Il ciclo vitale di una rana è un processo che dura diverse settimane e si suddivide in quattro fasi principali, ognuna con caratteristiche e cambiamenti specifici.

Fase Caratteristiche e cambiamenti principali
1. L’uovo (durata: 1-3 settimane) Ammasso gelatinoso deposto in acqua. L’embrione si sviluppa al suo interno nutrendosi del tuorlo.
2. Il girino (durata: circa 3 mesi) Larva acquatica con coda e branchie. Si nutre di alghe e microrganismi.
3. Il ranocchietto (metamorfosi) Sviluppa polmoni e zampe posteriori, poi anteriori. La coda si ritrae e gli occhi emergono.
4. La rana adulta La coda è scomparsa. Respira con i polmoni e la pelle. È carnivora e vive tra acqua e terra.

Fase 1 e 2: dall’uovo al girino

Una rana viene al mondo perché una femmina depone le sue uova: un ammasso di materia primordiale in un cemento gelatinoso. Un principio maschile si riversa sui gusci molli, li penetra e li feconda. Le uova, simili a occhi, sono affidate all’acqua e al sole. Al termine di questa gestazione naturale, una larva dal peso di 6mg buca l’uovo: è il girino. Per adattarsi all’acqua, il girino ha la forma di un pesce: ha la coda e respira con le branchie, si nutre di plancton, alghe e microrganismi.

Fase 3 e 4: la trasformazione in rana adulta

La sua metamorfosi è solo al principio: nel giro di tre mesi, le branchie scompariranno e il corpo si dilaterà per fare spazio ai polmoni. La coda si ritrarrà all’interno del corpo, riassorbita come nutrimento. Gli occhi emergeranno dalla fronte e, come descritto da fonti scientifiche come l’enciclopedia Britannica, nella bocca nascerà una lingua capace di estroflettersi per catturare le prede. Svilupperà ai lati del corpo affusolate e lunghe zampe per slanci potenti. A questo punto, il ciclo è completo e la rana adulta, come nella commedia di Aristofane, gracida i suoi canti facendo brekekekex koax koax.

La metamorfosi della rana nei miti

La verità biologica non è sempre stata tangibile, e questo ha costretto gli antichi a scovare similitudini tra loro stessi e il cosmo. Una civiltà legata alle acque fu quella egizia, che considerava il Nilo un affluente del mare primordiale Nun. Le rane, prolifiche e verdastre, fuoriuscivano dal ventre del Nilo e si riteneva che fossero figlie di Nun. Il mistero delle acque capaci di generare vita era condiviso anche dall’uomo: le donne partorivano in una posizione simile a quella delle rane. Per questo, una delle divinità più importanti era Heqet, dea dalla testa di rana che sovrintendeva ai parti. Si credeva che Heqet modellasse gli uomini nel ventre delle madri. Un antichissimo manufatto pre-colombiano, il disco genetico, assimila sorprendentemente il ciclo della nascita dell’uomo a quello della rana. La rana è infatti archetipo della creazione, come testimoniano numerosi reperti andini, perché intimamente legata all’acqua ma esecutrice della vita sulla terra.

Un ciclo vitale che affascina da secoli

Il ciclo della vita, o metamorfosi della rana, è oggi, lontano dai miti, un curiosissimo processo biologico. La sua dualità esistenziale, tra acqua e terra, è metonimia della bizzarria degli adattamenti e rappresentazione della natura come bellezza enigmatica ed eroismo imperterrito.

Dolci, sonore, rauche rane,
sempre ho voluto farmi rana,
sempre ho amato lo stagno, le foglie
sottili come filamenti,
il mondo verde dei nasturzi
con le rane padrone del cielo.
Pablo Neruda.

Fonte articolo sulla metamorfosi della rana: Pixabay

Articolo aggiornato il: 12/09/2025

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A proposito di Arianna Orlando

Classe 1995, diplomata presso il Liceo Classico di Ischia, attualmente studente presso la Facoltà di Lettere all’Università di Napoli Federico II, coltiva da sempre l'interesse per la scrittura e coniuga alla curiosità verso gli aspetti più eterogenei della cultura umana contemporanea, un profondissimo e intenso amore verso l’antichità. Collabora con una testata giornalistica locale, è coinvolta in attività e progetti culturali a favore della valorizzazione del territorio e coordina con altri le attività social-mediatiche delle pagine di una Pro Loco ischitana.

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