Jean Dubuffet è stato un pittore francese, fondatore del movimento artistico dell’art brut. Questa corrente artistica indica opere che sono prodotte da non professionisti. Con Jean Dubuffet, il quale ha superato i limiti dell’Informale, ci si può rendere conto che le sue immagini non sono straordinarie, in quanto non sono trasformazioni o inganni ottici, ma sono forme determinate, soprattutto negli anni cinquanta, da una concezione materica che risponde al principio di elaborazione che è posto al di fuori di una logica norma. Affascinato dall’arte dei bambini e dei pazzi, l’artista crea il termine “arte grezza” (art brut) che riporta in pittura tutta l’energia violenta di quel mondo che veniva caratterizzata da maschere, esseri mostruosi e abnormi, immaginati nel subconscio. Molte delle opere di Dubuffet sono assemblaggi, combinazione di oggetti trovati ed altri elementi creando un risultato tridimensionale integrato. I materiali utilizzati dagli artisti che faceva parte dell’art brut sono: legno, metallo, sabbia e anche elementi trovati. In particolare, Jean Dubuffet impiegava nelle sue opere, i seguenti materiali: gesso e terra che mescolava al colore a olio. L’artista creò anche dei dipinti dedicati ai corpi di donna in cui disegna busti massicci ricordando gli idoli della fertilità. Inoltre, gli artisti dell’art brut rifiutano la composizione classica e la prospettiva lineare. In quest’articolo analizzeremo “La mucca dal naso sottile di Jean Dubuffet.”
Analisi dell’opera La mucca dal naso sottile
L’opera La mucca dal naso sottile è stata composta nel 1954. La mucca dal naso sottile di Jean Dubuffet è considerata la perfetta incarnazione della sua estetica, che esaltava ciò che era fuori moda e non realistico. Come possiamo vedere, il tratto è molto nervoso, la superficie è disomogenea, la mucca si inserisce nella composizione in modo molto goffo. È molto evidente l’uso della tecnica graffiti, che consiste nel creare incisioni e segni direttamente sulla superficie pittorica. L’artista era molto affascinato dall’arte primitiva: infatti, questo dipinto è primitivo, realizzato con una “calce” a base di olio, applicata con una spatola, lasciata parzialmente asciugare in alcune zone e poi grattata. La mucca dal naso sottile rappresentata è stilizzata con una forma molto semplice e ricorda molto i disegni dei bambini. Nelle sue opere, Jean Dubuffet faceva continui riferimenti alla pittura infantile di Paul Klee e al pensiero antirazionalista di Jean-Jacques Rousseau. In quest’opera abbiamo una rappresentazione bidimensionale che rifiuta l’utilizzo di una prospettiva lineare. I colori che utilizza Jean Dubuffet sono: l’ocra, il marrone, il grigio… tutte tonalità naturali. Questo dipinto rappresenta la creatività non addomesticata, è presente un’estetica che valorizza la crudità espressiva e l’autenticità del gesto pittorico. Inoltre, il dipinto esprime una forte critica al conformismo artistico e culturale dell’epoca, invitando lo spettatore a rivalutare i canoni della bellezza tradizionale. La rappresentazione della mucca è volutamente grottesca, con proporzioni sproporzionate che amplificano il carattere naïf dell’opera. Le incisioni e i graffi presenti sulla superficie evocano un senso di movimento e di energia, quasi a suggerire la vitalità nascosta dell’animale. Jean Dubuffet utilizza queste tecniche per evocare un’estetica “brutale”, lontana dai formalismi accademici. Il significato simbolico della mucca è particolarmente interessante: rappresenta la natura selvaggia e incontaminata, in netto contrasto con l’artificialità della modernità. Infine, la composizione stessa appare volutamente non bilanciata, con una costruzione che sfida le regole convenzionali della simmetria e della proporzione.
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