L’alfabeto cirillico deve il suo nome ai suoi inventori, due fratelli originari della città greca di Tessalonica (conosciuta come Salonicco in italiano): Metodio e Costantino, che prese il nome monastico di Cirillo poco prima di morire, con il quale viene ricordato ancora oggi. Ma chi erano esattamente Cirillo e Metodio? Scopriamolo insieme.
Cirillo e Metodio
Cirillo e Metodio erano due dei 7 figli di un commerciante di Tessalonica, nella quale era radicata una buona componente slava. I popoli migranti slavi, infatti, erano soliti unirsi e integrarsi tra le popolazioni che già abitavano le terre nelle quali decidevano di stabilirsi dopo aver lasciato la loro patria nell’Europa orientale. Così, grazie alla presenza della comunità slava in città e ai commerci che il padre intratteneva con le popolazioni bulgare della Macedonia, fin da piccoli Cirillo e Metodio furono esposti alle lingue slave, con le quali impararono ad avere dimestichezza.
Il viaggio in Oriente
Nel IX secolo, in seguito a una forte espansione della Chiesa latina presso le popolazioni slave, l’imperatore bizantino Michele III e il Patriarca di Costantinopoli, Fozio, decisero di inviare dei missionari per introdurre la scrittura nel mondo slavo e diffondere i testi sacri. Poiché il Patriarca Fozio era stato il precettore di Cirillo e i due avevano già viaggiato insieme per degli incarichi diplomatici, e poiché la conoscenza delle lingue slave di Cirillo e Metodio era abbastanza risaputa, l’imperatore e il Patriarca affidarono ai due fratelli questo incarico importante.
L’alfabeto glagolitico
Per poter diffondere i testi sacri, scritti in latino, in una lingua comprensibile per le popolazioni slave, Cirillo e Metodio decisero di inventare un nuovo alfabeto, il quale prese il nome di glagolitico, dalla parola глагол, glagòl, che significa verbo. I suoni delle lingue slave vennero trascritti in caratteri che prendevano spunto in parte dal greco e latino e in parte da alfabeti che oggi non esistono più. Alcuni vennero addirittura inventati dai fratelli stessi, in quanto determinati suoni slavi non avevano corrispondenti in altri alfabeti.
Origine dell’alfabeto cirillico
L’alfabeto cirillico affonda le sue radici proprio nell’alfabeto glagolitico. Quest’ultimo, infatti, venne modificato e assunse forme diverse in base alla regione geografica di diffusione, dando vita, tra le varie forme, anche a quella dell’alfabeto cirillico, il quale prese tracce sia del glagolitico che del greco. Oggi l’alfabeto cirillico è composto da 21 suoni consonantici, 10 suoni vocalici e 2 simboli, uno forte e uno debole, ma quello che conosciamo noi è il risultato di varie trasformazioni, attuate prima dallo zar Pietro il Grande nel XVIII secolo e poi dalla rivoluzione bolscevica del 1917.
Caratteristiche dell’alfabeto cirillico
Le lettere dell’alfabeto cirillico possono essere divise in diversi gruppi per facilitarne lo studio e comprensione.
Un primo gruppo include le lettere uguali all’alfabeto latino per scrittura e pronuncia, cioè A, E (pronunciata ie, diversa da Ё, pronunciata come iò), K, O, T e M.
Un secondo gruppo, invece, comprende le lettere scritte come quelle latine ma pronunciate diversamente, come la B (pronunciata v), H (pronunciata n), P (pronunciata r), C (pronunciata s sorda), Y (pronunciata u), X (pronunciata come una h aspirata), Г (pronunciata come g dura), П (pronunciata p), Ф (pronunciata f), Д (pronunciata d) e Л (pronunciata l).
Un terzo e ultimo gruppo non vede particolare somiglianza con altri alfabeti: Б (pronunciata b), Ж (pronunciata sge), З (pronunciata s sonora), И e Й (pronunciate i e i breve), Ц (pronunciata tse),Ч (pronunciata c dolce), Ш e Щ (pronunciate sh, rispettivamente breve e lunga), Ы (pronunciata come un suono tra u e i), Э (pronunciata e), Ю (pronunciata iu) e Я (pronunciata ia).
Infine, abbiamo il simbolo dolce Ь, che ammorbidisce le vocali a cui segue, e il simbolo duro Ъ, che invece le indurisce.
A primo impatto, pensare di dovere imparare le lettere dell’alfabeto cirillico potrebbe essere scoraggiante, ma è più facile di quanto si pensi, basta solo un po’ di pratica. Soprattutto perché, a differenza di altre lingue e alfabeti, le parole russe, ad esempio, si formano esattamente come in italiano, ovvero attraverso un susseguirsi di lettere che vanno a formare delle parole. Quindi, una volta imparato a riconoscere le lettere, bisogna solo sapere il significato delle parole, come vale per qualsiasi lingua straniera.
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