Le statue greche raccontano l’eternità dell’arte classica

Le statue greche raccontano l'eternità dell'arte classica

Le statue greche sono punti luce nella costellazione delle opere d’arte greca: non a caso la scultura greca che si colloca tra il 450 a.C e la morte di Alessandro Magno è definita classica e si pone come modello per tutta l’arte successiva, essendo considerato la vetta più alta mai lambita dalla produzione artistica di ogni secolo.

La bellezza, eterea e intramontabile, delle statue greche non ha mai conosciuto oblio. La tecnica sofisticata, l’attenzione al dettaglio, la conoscenza dell’anatomia umana, la ricerca della perfezione sono peculiarità tipiche delle statue greche in età classica.

Lo sguardo dello spettatore moderno continua a paralizzarsi e a subire il fascino ipnotico di un’arte sublime, impeccabile, data alla luce per sopravvivere all’uomo nei secoli. Di seguito si elencano le statue greche d’età classica che hanno fatto la storia dell’arte e della bellezza per maestria tecnica e grazia impeccabile. 

Statue greche: 5 sculture classiche di intramontabile bellezza

Doriforo di Policleto

Scultura prodotta dal genio dell’artista greco Policleto e datata verso il II secolo a.C,  doveva essere originariamente bronzea, anche se oggi è possibile visionarne una copia marmorea al MANN di Napoli. Il Doriforo di Policleto è una delle statue greche più riprodotte al mondo: numerosissime versioni, piuttosto simili o molto diverse dal presunto originale, sono venute alla luce negli anni.

La scultura raffigura un giovane nudo, dal corpo  muscoloso e di grande perfezione formale, che solleva la mano sinistra, mentre tutto il peso poggia sulla gamba destra. Evidente e impeccabile è l’applicazione del chiasmo, così come puntualissime sono le misurazioni matematiche effettuate da Policleto per portare a termine questo capolavoro dell’arte greca.

Discoforo di Policleto

Ricondotto spesso al periodo giovanile della produzione artistica di Policleto, il Discoforo è un’altra statua originariamente bronzea della galassia della scultura greca classica, raffigurante un uomo nudo, dall’anatomia tecnicamente impeccabile, che regge nella mano destra un disco e si appresta a compiere un movimento. Tutta la concentrazione dell’atto che il soggetto si accinge a compiere è leggibile dall’espressione. Il realismo dell’espressione e della resa del corpo risulta ancora oggi sorprendente.

Amazzone Mattei di Fidia

Tra le statue greche di cui ci stiamo occupando, l’Amazzone Mattei è sicuramente tra quelle più affascinanti per il suo dinamismo. La fanciulla raffigurata dall’artistica greco è colta nell’attimo prima di saltare a cavallo: la veste corta che indossa è scucita al livello del seno e il braccio destro è sollevato. Il movimento del soggetto è ritmato dallo schema del chiasmo, e la gamba destra è sostenuta da un tronco d’albero. Notevole è la presenza di oggetti che correda la statua greca: una faretra è posta sotto il braccio sinistra, un elmo è posato per terra, accanto ai piedi. La capigliatura è ondulata e l’espressione esprime la tensione del momento che precede il balzo.

Afrodite cnidia di Prassitele

Giunta a noi solo attraverso copie romane, come la maggior parte delle intramontabili statue greche, l’Afrodite cnidia è il primo nudo femminile dell’arte greca. La mano destra della dea ritratta copre pudicamente il pube, l’altra è catturata nel gesto di posare o raccogliere la propria veste dall’idria scolpita su una base: la Venere si accinge a fare il bagno e il suo autore sceglie di immortalarla in un momento di intimità, in una situazione poco formale e ricca di impulsività.

La naturalezza della posa sbalordisce il fruitore d’arte che guarda l’opera, la sua nudità è sensuale e dona un’impressione di sospensione, come se la dea fosse trasognata e distratta. Per la prima volta una divinità è rappresentata nuda e spontanea, quasi come una donna comune, da uno scultore greco.

Bronzi di Riace

Celeberrime statue greche bronzee datate intorno al V secolo a.C, i Bronzi di Riace sono stati ritrovati in condizioni ottimali in provincia di Reggio Calabria, nel Mar Ionio. Il senso di potenza, grandiosità e dinamismo che trasmettono si desume dalla resa dei muscoli, dalla flessibilità del corpo, dallo scudo impugnato da una e dall’arma che sicuramente impugnava l’altra.

Le due statue,  cui ci si riferisce appellandole bronzo A e bronzo B, presentano notevoli differenze, tanto che qualcuno ha ipotizzato essere frutto di due artisti diversi. Il bronzo A sembra mostrare più tensione e vitalità, il bronzo B appare maggiormente calmo, mentre la sua testa risulta più piccola del normale, come se indossasse un elmo. Le ipotesi sulla loro identità e sul loro caratteristico ritrovamento continuano ad attrarre la curiosità dei più. La ricerca della perfezione è l’anelito che attraversa tutta l’arte greca e, in particolare, le statue greche d’età classica: culmine mai più raggiunto di bellezza eterea e di maestria tecnica.

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