Cerchio di Itten: cos’è e come abbinare i colori (con i 7 contrasti)

Cerchio di Itten: tra opera d'arte e ricerca

Il cerchio di Itten è uno strumento fondamentale per chiunque lavori con i colori, siano essi artisti, designer o semplici appassionati. I colori che vediamo in natura sono il risultato di un fenomeno fisico che comporta la scomposizione della luce. Un fascio di luce che colpisce una superficie trasparente si scompone in sette colori: rosso magenta, arancio, giallo, verde, blu, indaco, violetto. Questo viene chiamato spettro dei colori visibili. Per classificare e abbinare i colori in modo armonioso, la risposta si trova proprio nel cerchio di Itten, un diagramma cromatico che ha rivoluzionato il modo in cui percepiamo e utilizziamo il colore.

La storia del cerchio di Itten: da Newton al Bauhaus

Il primo cerchio cromatico moderno, rappresentazione dei colori dello spettro disposti radialmente, sembra sia opera di Isaac Newton che, nel suo trattato Opticks del 1704, scompose un raggio di luce nelle sue componenti cromatiche. Con il Trattato di Ottica, Newton sistemò lo spettro dei colori in un cerchio, presentando per la prima volta un diagramma nel quale a ogni sezione corrispondeva un colore.

Da Newton a Harris: i primi cerchi cromatici

Molto più preciso è il cerchio di Moses Harris del 1766, dove appaiono già i tre colori-pigmento, ossia i primari. Di qualche anno successivo è il cerchio del naturalista austriaco Ignaz Schiffermüller, che lo elaborò nel 1775 per classificare i colori necessari a definire le tinte degli insetti.

L’influenza di Goethe e Chevreul sulla teoria dei colori

Nel 1810 Johann Wolfgang von Goethe, in contrasto con Newton, sostenne nella sua Teoria dei Colori che le cromie dipendessero dall’oscurità. «Il colore è, come tale, un valore d’ombra», scrisse. Negli stessi anni Michel Eugène Chevreul, un chimico francese, cominciò a studiare la teoria del contrasto simultaneo, ossia dell’influenza reciproca che hanno due colori accostati, realizzando nel 1861 un cerchio cromatico a 72 colori.

Cerchio cromatico di Moses Harris

Fonte immagine: Wikipedia, Pubblico dominio

Johannes Itten e la nascita del cerchio cromatico moderno

La tappa più importante nell’evoluzione del cerchio cromatico è opera di Johannes Itten, pittore e designer svizzero tra i primi a insegnare al Bauhaus, scuola tedesca di arte e architettura. Nel suo celebre testo, L’arte del colore del 1961, egli inserisce la versione, tuttora conosciuta, del suo cerchio cromatico.

Come funziona il cerchio di Itten: primari, secondari e terziari

Il cerchio cromatico di Itten fu apprezzato per la sua espressività artistica e per la sua utilità nell’analisi delle relazioni tra i colori. Classifica le tonalità, in base al loro aspetto, in primarie, secondarie e terziarie.

  • Colori primari: al centro del cerchio un triangolo riporta i tre colori fondamentali, cioè giallo, rosso e blu. Sono definiti primari perché non possono essere ottenuti dalla mescolanza di altri colori.
  • Colori secondari: si ottengono mescolando due primari in parti uguali. Sono arancione (rosso + giallo), verde (giallo + blu) e viola (rosso + blu).
  • Colori terziari: si ottengono mescolando un colore primario con un secondario adiacente. Ad esempio, mescolando il giallo (primario) con l’arancione (secondario) si ottiene il giallo-arancio.

Con il cerchio di Itten è anche possibile individuare le tonalità complementari. Per trovare il complementare di un colore, basta guardare il colore direttamente opposto sul cerchio. Ad esempio, il complementare del rosso è il verde.

Come usare il cerchio di Itten per abbinare i colori

Il cerchio di Itten si rivela una mappa preziosa per creare armonia e contrasto. Gli abbinamenti non sono casuali ma seguono schemi precisi che garantiscono un risultato visivamente piacevole o di forte impatto. La tabella seguente riassume i principali schemi cromatici.

Schema di Abbinamento Descrizione e Utilizzo
Armonia Analoga Si utilizzano da due a cinque colori adiacenti sul cerchio. Crea un effetto calmo e armonioso. Esempio: giallo, giallo-verde e verde.
Contrasto Complementare Si utilizzano due colori opposti sul cerchio. Crea un contrasto vibrante e ad alta energia. Esempio: blu e arancione.
Armonia Triadica Si utilizzano tre colori equidistanti sul cerchio, formando un triangolo equilatero. È uno schema equilibrato e vivido. Esempio: giallo, rosso e blu.
Contrasto Complementare Diviso Si sceglie un colore e si abbinano i due colori adiacenti al suo complementare. Offre un forte contrasto ma con meno tensione. Esempio: rosso, giallo-verde e blu-verde.

I 7 contrasti cromatici: il cuore della teoria di Itten

Oltre alla struttura del cerchio, Itten ha codificato 7 tipi di contrasto che rappresentano le differenze più marcate tra i colori. Conoscerli permette di controllare l’impatto visivo di qualsiasi composizione.

  • Contrasto di colori puri: l’accostamento di colori saturi, come giallo, rosso e blu. L’effetto è vivace ed energico.
  • Contrasto di chiaro e scuro: l’uso del bianco e del nero, o di valori tonali molto diversi di uno stesso colore. È il contrasto più potente per la leggibilità.
  • Contrasto di caldo e freddo: l’accostamento di colori caldi (come il rosso-arancio) e freddi (come il blu-verde).
  • Contrasto dei complementari: l’uso di colori opposti sul cerchio, che si esaltano a vicenda.
  • Contrasto di simultaneità: un effetto ottico per cui un colore induce nell’occhio la percezione del suo complementare.
  • Contrasto di qualità: l’accostamento di colori brillanti e saturi con colori spenti e desaturati.
  • Contrasto di quantità: la relazione tra le diverse dimensioni delle aree di colore, basata sull’influenza visiva di ciascun colore.

Colori caldi, freddi e neutri: il linguaggio delle emozioni

I colori sono anche classificati in base alla “temperatura” percepita. I colori caldi (dal rosso al giallo) comunicano energia, passione e positività. Tendono ad “avanzare” verso l’osservatore. I colori freddi (dal blu al viola) ricordano l’acqua e il cielo, trasmettendo calma e serenità. Tendono ad “arretrare”. Esistono infine i colori neutri (bianco, grigio, nero e beige), che si ottengono mescolando i non-colori con le altre tinte e fungono da base o da elemento di equilibrio.

Rappresentazione schematica del cerchio di Itten

Immagine in evidenza per l’articolo sul Cerchio di Itten dal web: didatticarte.it

Oltre Itten: la colorimetria moderna e i veri colori primari

Dal punto di vista della colorimetria, gli studi recenti informano che il cerchio di Itten non è definitivo. Esso riporta come colori primari, nell’ambito della sintesi sottrattiva (pigmenti), il giallo, il rosso e il blu. I veri primari, invece, sono il giallo, il magenta e il ciano. Non è un caso che i toner per le stampanti (CMYK) riportino questi ultimi colori. Le indagini continuano, ma il cerchio di Itten resta uno strumento fondamentale per comprendere le relazioni tra i colori e per creare abbinamenti efficaci nell’arte, nel design e nella moda.

Articolo aggiornato il: 29/05/2024

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