Lizzie Borden è una delle figure più misteriose e discusse della storia criminale americana. Protagonista di un crimine che ha sconvolto l’America alla fine dell’800. La Borden, nata nel 1860 a Fall River, Massachusetts, in una famiglia benestante e rispettabile, lavorava come insegnante nella scuola domenicale e viveva nella casa di famiglia con suo padre Andrew, la matrigna Abby, sua sorella Emma e la domestica Bridget. Il contesto familiare in cui cresce Lizzie è severo e freddo, con un padre ossessionato dal denaro e poco amorevole nei confronti delle figlie. Mai nessuno avrebbe potuto immaginare cosa stava per accadere in questa famiglia.
Il massacro
È il 4 agosto 1892 quando suo padre e la matrigna vengono ritrovati morti, massacrati a colpi d’ascia nella loro casa. Andrew Borden viene trovato senza vita sul divano, con ferite profonde alla testa, mentre la moglie è rinvenuta morta nella camera degli ospiti, il corpo già freddo. Le ferite, tutte causate dalla stessa arma, l’ascia, rivelano una violenza inaudita. Non furono trovati segni di effrazione e la casa risultava chiusa dall’interno: ciò significava che l’assassino, o la presunta assassina, si trovasse in casa in quel momento. Lizzie Borden, l’unica presente in casa mentre la domestica si trovava nelle sue stanze per riposare, ritrovò i corpi morti del padre e della matrigna.
Lizzie Borden: vittima o artefice?
La giovane Borden fu la prima a essere sospettata. In cantina venne trovata un’ascia completamente pulita, con il manico spezzato a metà, e l’abito indossato da Lizzie quel giorno fu bruciato dalla donna stessa, dichiarando alla polizia che il vestito fosse macchiato di vernice. Le prove, tuttavia, erano troppo deboli per affermare con certezza la colpevolezza della donna. Nessun testimone oculare poté confermare o smentire l’accaduto. Nonostante ciò, nel 1893 Lizzie fu portata a processo e, dopo appena 90 minuti, venne assolta. La difesa la descrisse come “una donna rispettabile, incapace di violenza”. Il caso sconvolse l’intero Paese, riluttante a credere che una donna della borghesia locale potesse commettere un crimine tanto efferato. La sua colpevolezza rimane, ancora oggi, un mistero irrisolto.
Adattamenti cinematografici
Da allora, la figura di Lizzie Borden è diventata un simbolo culturale ambiguo: la donna repressa e ribelle che uccide il patriarca della propria famiglia, la signora rispettabile che nasconde la violenza dietro un’apparenza impeccabile. Nel corso degli anni sono stati realizzati diversi adattamenti cinematografici sulla sua storia. The Legend of Lizzie Borden (1975), con Elizabeth Montgomery, è uno dei primi film che trattano l’argomento, suggerendo apertamente la colpevolezza della protagonista.

Elizabeth Montgomery in una scena tratta dal film The Legend of Lizzie Borden (1975) (Wikipedia- Paramount Television)
Nel 2018 è stato realizzato un nuovo adattamento, Lizzie, con Kristen Stewart e Chloë Sevigny, che offre una lettura più moderna, queer e femminista del caso. Dopo l’uscita di Ed Gein (2025), parte della serie Netflix Monster, Ryan Murphy ha annunciato che la quarta stagione sarà incentrata sulla figura di Lizzie Borden.
Nell’ottica cinematografica, la donna rappresenta l’icona della trasgressione femminile: colei che rifiuta il ruolo imposto dalla società in cui vive. Non esiste ancora una verità definitiva sull’accaduto, ma solo numerose ipotesi che continuano a ispirare nuove interpretazioni del caso. Ancora oggi, Lizzie Borden rimane una figura sospesa tra mostro e vittima, tra ribellione e follia. Ormai ricchissima, morì nel 1927, lasciando tutto il suo patrimonio ad amici, parenti e alla Lega per la protezione degli animali, una delle sue più grandi passioni.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

