Salvatore Lucania, meglio noto come Charles “Lucky” Luciano, è stato molto più di un gangster: è considerato il padre del moderno crimine organizzato negli Stati Uniti. Emigrato dalla Sicilia, la sua visione imprenditoriale e la sua spietatezza lo portarono a smantellare la vecchia struttura gerarchica della mafia per creare la “Commissione”, un organo di governo che ha regolato gli affari di Cosa Nostra per decenni e che influenza il mondo del crimine ancora oggi.
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Biografia: da Salvatore Lucania a “Lucky” Luciano
Nato a Lercara Friddi, in provincia di Palermo, nel 1897, Salvatore Lucania emigrò con la famiglia a New York nel 1906. Crebbe nel Lower East Side, dove strinse legami con futuri boss come Meyer Lansky e Bugsy Siegel. Il soprannome “Lucky” (fortunato) gli fu attribuito dopo un evento del 1929: fu rapito, torturato e lasciato in fin di vita a Staten Island, ma sopravvisse miracolosamente. Questo episodio, anziché intimidirlo, ne cementò la fama e la determinazione a scalare i vertici della criminalità.
Momenti chiave nella vita di Lucky Luciano | Significato storico |
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1930-1931: la guerra Castellammarese | Orchestra l’eliminazione dei “mustache petes” (Masseria e Maranzano) e pone fine alla guerra tra clan rivali. |
1931: creazione della “commissione” | Fonda il “consiglio di amministrazione” della mafia, abolendo la figura del “capo dei capi” e creando il moderno crimine organizzato. |
1936: condanna per sfruttamento della prostituzione | Viene arrestato dal procuratore Thomas E. Dewey e condannato a una lunga pena detentiva. |
1942-1945: collaborazione con il governo USA | Dal carcere, aiuta la marina statunitense a proteggere i porti di New York e fornisce contatti per l’Operazione Husky in Sicilia. |
1946-1962: esilio e morte | La sua pena viene commutata in esilio. Muore d’infarto a Napoli, dopo aver continuato a gestire traffici internazionali. |
L’ascesa al potere e la guerra Castellammarese
Luciano iniziò la sua carriera sotto il boss Joe “The Boss” Masseria. All’inizio degli anni ’30, New York fu insanguinata dalla Guerra Castellammarese, un conflitto tra la fazione di Masseria e quella di Salvatore Maranzano. Considerandoli due “Mustache Petes” (boss all’antica, legati solo alle tradizioni siciliane), Luciano decise di eliminarli entrambi. Nel 1931, tradì Masseria facendolo assassinare in un ristorante di Coney Island. Pochi mesi dopo, fece uccidere anche Maranzano, che si era autoproclamato “capo dei capi”, consolidando il suo potere assoluto su New York.
La creazione della commissione: la nascita di Cosa Nostra
Con la fine della guerra, Luciano convocò un incontro a Chicago con i boss delle principali città, tra cui Al Capone. Qui presentò la sua idea rivoluzionaria: abolire la figura del “capo dei capi” e creare un consiglio di amministrazione, la Commissione, composto dai boss delle Cinque Famiglie di New York e di altre importanti città. Come documentato da fonti storiche e dagli archivi dell’FBI, questo organo aveva il compito di mediare le dispute, approvare le iniziative e regolare gli affari, trasformando la mafia in un’organizzazione criminale nazionale e più strutturata, il National Crime Syndicate.
L’arresto, l’esilio e la morte
Nel 1936, il procuratore speciale Thomas E. Dewey riuscì a incastrare Luciano per decine di capi d’imputazione legati alla gestione di un vasto giro di prostituzione. Fu condannato a una pena dai 30 ai 50 anni di carcere. Durante la Seconda Guerra Mondiale, però, il governo americano strinse un patto con lui: in cambio di aiuto per la sicurezza dei porti di New York e per i contatti in Sicilia in vista dello sbarco alleato (Operazione Husky), la sua pena sarebbe stata commutata. Nel 1946 fu rilasciato ma esiliato a vita in Italia. Stabilitosi a Napoli, continuò a orchestrare il traffico internazionale di eroina. Morì per un infarto all’aeroporto di Napoli nel 1962. Il suo corpo fu poi trasferito e sepolto a New York, come confermato da fonti come l’enciclopedia Treccani.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 06/10/2025