Napoleone del West, chi era il generale e politico messicano Santa Ana?

Napoleone del West

Napoleone del West; alla scoperta di Antonio López de Santa Ana, il politico e generale che governò il Messico e sfidò gli Stati Uniti

Napoleone Bonaparte fu un personaggio che divise l’opinione pubblica del suo tempo: era amato da molti intellettuali liberali e filo-borghesi, ma era odiato da tutti i sostenitori del Vecchio Regime.  La sua fama superò anche i confini dell’Europa e varcò l’Oceano Atlantico, in America Latina il generale (ed imperatore) francese trovò un famoso imitatore. Si trattò di Antonio de Padua María Severino López de Santa Anna y Pérez de Lebrón (circa 1796-1876), politico e generale che guidò il Messico nel corso del XIX secolo. I due condividevano le origini borghesi e una carriera militare che li aveva condotti alla politica.

La carriera  di Santa Ana iniziò con il suo arruolamento nell’esercito spagnolo durante la Rivoluzione messicana nel 1810. In seguito, l’ambizioso soldato decise di passare dal lato dei ribelli messicani. Nel 1821, i due politici Agustín de Iturbide e Vicente Guerrero stipularono un accordo (il Piano di Iguala) che sanciva l’indipendenza del neonato stato dal Regno di Spagna, Il Messico era divenuto un paese monarchico e de Iturbide era stato nominato imperatore con il nome Augustìn I. Proprio per questo motivo, Santa Ana decise di schierarsi con il gruppo dei repubblicani. Grazie alla sua iniziativa; l’imperatore decise di abdicare e Santa Ana proclamò la nascita degli Stati Uniti del Messico, una nazione federale che si ispirava al modello politico del loro vicino.  Nel 1832, il generale decise di effettuare un golpe ai danni del presidente Anastasia Bustamante e di sostituirlo nel ruolo di guida del paese. 

Il Napoleone del West e la guerra contro il Texas, la storia di Fort Alamo

L’incontro tra Santa Ana e gli USA avvenne quando il Texas aveva deciso di diventare una repubblica indipendente prima del suo ingresso nell’Unione. I domini spagnoli del Nuovo Mondo nel XVI secolo erano divisi in due vicereami: il vicereame della Nuova Spagna (un territorio che si estendeva dalla California fino a Panama includendo le isole dei Caraibi, la Florida e le Filippine) e il Vicereame del Perù (che comprendeva i territori  lungo la Cordigliera delle Ande dell’Impero inca). Di conseguenza, gli attuali stati della California, Nevada, Oklahoma, New Mexico,  Wyoming, Colorado e Texas erano parte del dominio spagnolo e, in seguito, messicano. Come riportato dall’enciclopedia Treccani, il Texas accolse molte immigrati di origine anglosassone arrivati per motivi di lavoro. 

Nel 1821 il Messico divenne indipendente. Lo statuto del 1824 creò un sistema federale e unì il Texas al Coahuila. Fino dal 1800 gli Americani avevano cominciato a infiltrarsi in questo territorio ricco e poco popolato (nel 1820 la popolazione non superò i 4000 ab., esclusi gl’Indiani). Sinora non vi era stata schiavitù, ma i nuovi venuti portarono i loro schiavi con sé. Il governo americano fece ripetuti tentativi di comperare il Texas, suscitando il sospetto del governo messicano sulla lealtà dei coloni. Questi all’inizio erano favorevoli alla dittatura di Santa Anna, e nella convenzione di San Felipe del 1832 protestarono contro gl’ingiusti sospetti chiedendo la revoca della legge del 6 aprile 1830 con cui il Congresso messicano aveva voluto chiudere le frontiere a nuova immigrazione dagli Stati Uniti. Ma la lotta fra Bustamante e Santa Anna distrasse l’attenzione del governo centrale e l’abolizione nel 1835 dello statuto e la creazione d’un regime centralizzato alienò la simpatia dei Tejani e condusse alla secessione.

(Piero Landini, Henry Furst, Texas in Enciclopedia Italiana, 1937)

Il 2 ottobre 1835, la Repubblica del Texas dichiarò guerra al Messico. Tra gli episodi bellici più famosi c’é la Battaglia di Fort Alamo. Il 6 marzo 1836, il colonello texano William Barret Travis e l’avventuriero Davy Crockett affrontarono l’esercito messicano di Santa Ana usando come forte come base per impedire l’avanzata delle truppe nemiche. L’assedio durò dodici giorni ma i soldati texani furono sconfitti dai rivali. L’episodio non fu un caso isolato; anzi, convinse i Texani a combattere con più ardore. In pochi mesi, David Burnet venne eletto presidente e il generale Sam Huston sconfisse il Napoleone del West a San Jacinto.

La guerra tra il Messico e gli Stati Uniti, la questione dei confini e il dominio della California 

Dopo la sua disfatta, Antonio López de Santa Ana si dimise dal ruolo di presidente. Venne rieletto nel 1841 e poi fu rovesciato. Purtroppo, il Napoleone del West non poteva vivere lontano dalle battaglie. L’occasione per ritornare alla guida dell’esercito messicana fu fornita dal nuovo scontro che vedeva il suo paese contro gli Stati Uniti del presidente James Knox Pollock (1846-1848). I problemi tra i due paesi del Nord America erano dovuti all’incertezza del confine (mai stabilito) e dal tentativo degli Americani di prendere la California, divenuto importante polo strategico per i commerci in Asia. Nel 1847, le truppe americane avevano occupato la California e si erano spinte nell’entroterra messicano, la capitale Città del Messico venne occupata dai nemici di Santa Ana. 

Il conflitto terminò nel 1848 tramite l’Accordo di Guadalupe Hidalgo, il contratto sanciva:

  • la perdita del 55% dei territori messicani (ben 1,36 milioni di km²), essi diventavano parte dell’Unione
  • l’utilizzo del fiume Rio Bravo come confine tra i due paesi
  • il riconoscimento della cittadinanza statunitense alle famiglie messicane che avevano scelto di non abbandonare le loro case

La disfatta del paese influì nelle vita di Antonio López. Dopo un breve periodo di esilio in Giamaica, il Napoleone messicano tornò come dittatore del suo paese tra il 1853 e il 1855. Successivamente, iniziò un nuovo periodo di esilio terminato con la sua morte nel 1876 a Città del Messico. 

Fonte foto: Pycrl

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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