Ninna nanna: uso e significato nella cultura popolare

Ninna nanna: uso e significato nella cultura popolare

Chi non ha mai ascoltato o cantato una ninna nanna? Questa dolce melodia, presente in tutte le culture del mondo, accompagna i bambini nel sonno fin dai tempi più remoti. Ma cos’è esattamente una ninna nanna? Quali sono le sue origini e perché è così diffusa? Analizziamo gli effetti benefici di questa pratica sullo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino e il suo valore come strumento di comunicazione e trasmissione culturale.

Cos’è una ninna nanna: definizione ed etimologia

Il termine “ninna nanna”, come attesta l’Accademia della Crusca fin dal 1612, designa una cantilena dal ritmo uniforme e modulato, con cui si cullano i bambini per indurli al sonno. L’espressione è onomatopeica e si pensa che riproduca il dondolio della culla. In musica, il termine indica anche un breve componimento strumentale ispirato a queste melodie, un genere in cui si sono cimentati compositori come Mozart, Chopin e Brahms.

I benefici della ninna nanna per lo sviluppo del bambino

Cantare una nenia è un atto istintivo che rafforza il legame tra adulto e bambino. Questo rituale, presente in ogni cultura, risponde al bisogno di vicinanza e conforto nel delicato momento dell’addormentamento.

Tipo di Beneficio Descrizione
Benefici Affettivi Il ritmo cadenzato, la voce calma e il dondolio creano un legame profondo, alimentando il senso di sicurezza e fiducia del bambino.
Benefici Cognitivi La ripetizione di parole e suoni favorisce lo sviluppo psicomotorio, la coordinazione e l’acquisizione del linguaggio.
Benefici Culturali La ninna nanna è uno strumento di “inculturazione”: trasmette al bambino le strutture linguistiche e le tradizioni del proprio ambiente.

La ninna nanna come strumento di inculturazione

Come ha affermato l’etnomusicologo Roberto Leydi, la funzione della ninna nanna non è solo addormentare, ma anche avviare il processo di inculturazione. Attraverso queste melodie, i bambini iniziano a conoscere la lingua, le tradizioni e l’universo simbolico della propria cultura.

Le ninne nanne più famose: un viaggio tra le culture

Le ninne nanne sono un patrimonio culturale universale. Il progetto europeo Lullabies of Europe ha catalogato molte di queste melodie per preservarle.

  • Twinkle, Twinkle, Little Star: versione inglese di un canto popolare francese del Settecento, ripreso anche da Mozart nelle sue Dodici Variazioni.
  • Au clair de la lune: canzone popolare francese del XVIII secolo, attribuita a Jean-Baptiste Lully.
  • Lavender’s Blue: nenia tradizionale inglese risalente al XVII secolo.
  • Ninna nanna, ninna oh: una delle più celebri in Italia, con innumerevoli varianti dialettali.
  • Stella stellina: famosa filastrocca italiana composta da Lina Schwarz e musicata in varie versioni.

La ninna nanna nell’era digitale

Oggi, strumenti tecnologici come smartphone e tablet rischiano di sostituire il contatto diretto tra genitore e figlio. Sebbene possano offrire playlist e app dedicate, è importante ricordare che la tecnologia non può replicare il calore e la fusione comunicativa della voce di un genitore. Il valore della ninna nanna risiede proprio in quel legame dialogante, un momento di intimità insostituibile che reca benefici a entrambi. Riscoprire questo rituale significa rafforzare il legame affettivo e trasmettere ai bambini la sicurezza di cui hanno bisogno.

Domande Frequenti (FAQ)

Perché il ritmo lento e ripetitivo è così efficace?

Il ritmo lento e costante della ninna nanna (solitamente intorno ai 60-80 battiti al minuto) imita il battito cardiaco materno che il bambino percepiva nel grembo. Questo suono familiare ha un effetto calmante e rassicurante, che favorisce il rilassamento e induce il sonno.

Esistono ninne nanne senza parole?

Sì. Molte culture utilizzano melodie semplici o vocalizzi senza un testo definito. L’elemento fondamentale non sono le parole, ma la musicalità, il tono affettuoso della voce e la cadenza ritmica. Anche il semplice canticchiare un motivetto può avere gli stessi benefici.

Da che età si può iniziare a cantare le ninne nanne?

Si può iniziare fin dalla nascita, e anche prima. I neonati sono estremamente sensibili alla voce umana, in particolare a quella della madre, che riconoscono fin dai primi istanti di vita. Cantare una ninna nanna è uno dei modi più efficaci per stabilire un primo legame comunicativo e affettivo.

[L’immagine di copertina è tratta dal sito Pixabay]

Articolo aggiornato il: 27/08/2025

 

Altri articoli da non perdere
A Napoli nasce Parthenope Experience: un viaggio immersivo nella leggenda
Parthenope Experience

Un'esperienza unica al mondo sta per prendere vita nel cuore antico di Napoli. Venerdì 22 novembre alle ore 11:30, presso Scopri di più

Capodanno in Giappone: come si festeggia?
Capodanno in Giappone: come si festeggia?

Il Capodanno in Giappone non simboleggia solo la fine di un anno appena trascorso, bensì rappresenta una vera e propria Scopri di più

Hōryū-ji l’icona dell’eternità: lo Yakushi e l’antica pagoda
Hōryū-ji l’icona dell’eternità: lo Yakushi e l'antica pagoda

L’Hōryū-ji è uno dei templi buddisti più antichi del Giappone; si trova nella parte sud di Nara, nel distretto di Scopri di più

Nyx, dea greca della notte: curiosità sul mito
Nyx, dea greca della notte: curiosità sul mito

Nyx, la dea greca della Notte, è una delle divinità primordiali della mitologia greca. Una figura così antica e potente Scopri di più

Campi di internamento in Italia: dove sono?
Campi di internamento in Italia: dove si trovano?

Campi di internamento in Italia: la storia e le tipologie Oltre Auschwitz: la realtà dei campi in Italia Quando si Scopri di più

Il perturbante di Freud: cos’è e qual è la sua origine
Perturbante di Freud, cos'è?

Sigmund Freud (1856-1939) è ad oggi il filosofo più famoso della storia, conosciuto anche ai meno esperti di filosofia. Padre Scopri di più

A proposito di Adele Migliozzi

Laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico, coltivo una grande passione per la scrittura e la comunicazione. Vivo in provincia di Caserta e sono annodata al mio paesello da un profondo legame, dedicandomi con un gruppo di amici alla ricerca, analisi e tutela degli antichi testi dialettali della tradizione locale.

Vedi tutti gli articoli di Adele Migliozzi

Commenta