Numeri sfortunati. Tra storia, leggende e sacralità

Numeri sfortunati. Tra storia, leggende e sacralità

La simbologia, e con essa le leggende e le tradizioni, da sempre affascinano e intimoriscono l’uomo, influenzato spesso da credenze e superstizioni, le quali possono sì celare preziose piccole verità, ma anche essere pericolose e limitanti se ci si crogiola acriticamente. Tra i vari temi, legati al misticismo e alle credenze popolari, risalta senza dubbio quello relativo ai numeri sfortunati, tra gli argomenti in assoluto più carichi di simbologia, come suggeriscono le diverse tradizioni storico-culturali e religiose. Va ricordato però che di per sé i numeri sono categorie neutre, prive intrinsecamente di valori positivi o negativi.

Come mai dunque esistono alcuni numeri associati ad eventi infausti, legati all’occulto e caricati di significato metafisico, al di là di ciò che il numero stesso rappresenta? Quali i più noti numeri sfortunati in Italia e nel mondo? Analizziamone la storia.

Numeri sfortunati: il 13 e il 17

Senza dubbio, i numeri che più di tutti incutono timore e fanno storcere il naso, in Italia come altrove, sono il 13 e il 17. A tal riguardo gli psicologi hanno coniato due appositi termini per definire tali irrazionali paure: triscaidecafobia (fobia del numero 13) e eptacaidecafobia (fobia del numero 17).

Per quel che concerne il 13, la sua associazione alla sfortuna avrebbe diverse matrici.

Per cominciare, il 13 segue il numero 12, un numero pari e completante dei cicli: basti pensare ai 12 segni dello Zodiaco o ai 12 mesi che compongono un anno. Dunque, il 13 scombussolerebbe questo equilibrio, venendo a definirsi come l’elemento di disturbo e disordine che interviene ad interrompere la ciclicità perfetta, costringendo a inevitabili cambiamenti e trasformazioni.

Dal punto di vista religioso, ricorda innanzitutto la morte di Gesù, se associato al venerdì: il famoso “venerdì 13”, che ancora oggi desta ansie e superstizioni, oggetto anche di numerose pellicole cinematografiche, che lo bollano come il giorno del terrore e dell’occulto. Ma in ambito cristiano, la sfortuna del 13 sarebbe anche ribadita dall’Ultima Cena, durante la quale Gesù siede a tavola con i 12 apostoli. Giuda, il traditore, viene chiamato il tredicesimo apostolo da Gesù, pertanto un numero sventurato. Ecco perché per i superstiziosi è doveroso evitare di essere a tavola in 13. La situazione si ribalta però completamente nella religione ebraica, dove il 13, più che simboleggiare il tradimento, indica la generosità incompresa dagli apostoli circa il ruolo di sacrificio incarnato da Giuda, che avrebbe eseguito la volontà di Gesù ai fini del compimento di un piano superiore.

Dal punto di vista culturale, il 13 è ancora una volta portatore di sfortuna, specie se associato ancora al venerdì. Si ricorda infatti il venerdì 13 ottobre 1307 (si noti che nella data il 13 compare ben due volte), macchiato di sangue per l’arresto, la tortura e lo sterminio dei Cavalieri Templari, per ordine del re di Francia Filippo IV il Bello, con le accuse di cospirazione, sacrilegio e pratiche sataniche e sodomitiche. E le maledizioni pronunciate durante le torture avrebbero reso questo giorno l’emblema della sfortuna.

Ad acuire la superstizione e i presagi negativi circa il numero 13 intervengono determinate coincidenze. Un esempio viene offerto storicamente dalla missione lunare “Apollo 13” del 1970, legata ad una serie di problemi che ne hanno compromesso l’esito. Il numero 13 compare nel nome della missione. Poi il lancio avvenne dal complesso 39 (tre volte 13) alle ore 14:13. Al momento della partenza, le lancette in Texas, dove avveniva il controllo della missione, segnavano le 13:13!

Persino negli alberghi spesso mancano il 13° piano (sostituito con un 12b) e le camere numero 13, come i sedili di molti aerei.

Per quel che concerne il numero 17, questo incarna la sfortuna per eccellenza. Anche il 17, abbinato al venerdì, è ritenuto particolarmente sfortunato, perché ancora associato alla morte di Cristo, avvenuta appunto di venerdì. Sempre dal punto di vista religioso poi, secondo l’Antico Testamento il diluvio universale sarebbe iniziato il 17 del secondo mese, terminando il 17esimo giorno del settimo mese.

Dal punto di vista storico-culturale, sulle tombe dei romani era comune l’utilizzo della scritta “Vixi”, ossia passato remoto del verbo “vivere”, dunque “vissi”. Proprio l’anagramma di tale voce verbale costituisce il numero 17, scritto in cifre romane, cioè XVII: quindi XVII diventa VIXI, che significa “Sono morto”.

Come non menzionare poi la smorfia napoletana, che ritiene il 17 appunto sinonimo di disgrazia.

In matematica poi, per i pitagorici il 17 era un numero da evitare, perché compreso tra il 16 e il 18, considerati perfetti nella rappresentazione di quadrilateri: 4×4 e 3×6.

Come per il 13, anche il 17 reca in sé connotazioni positive in altre culture: secondo la Kabbalah ebraica, ad esempio, il 17 ottobre del 3761 a.C. avvenne la creazione dell’Universo, e la somma dei numeri che compongono l’anno (3+7+6+1) dà proprio il numero 17.

Altri numeri sfortunati

I numeri sfortunati non si limitano di certo solo ai più noti sopra descritti. Il 13 e il 17 sono i più temuti alle nostre latitudini, ma ne sussistono altri con la medesima carica simbolica, negativa e sfortunata in Oriente. Anche in Asia orientale è stato coniato un termine per indicare l’avversione e il timore verso un determinato numero: è tetrafobia, ossia la fobia per il numero 4. A tal proposito viene fornita una spiegazione dal punto di vista linguistico: in cinese, la parola indicante il 4 ha suono simile a quello della parola “morte”. E ciò vale anche per il giapponese e il coreano. In questi luoghi dunque si cerca di evitare accuratamente qualunque allusione al numero 4 e agli altri numeri che lo contengono. Spesso infatti i numeri civici 4, 14, 24 sono sostituiti da 3A, 13A e così via. Ancora, manca il 4 nella pulsantiera degli ascensori, sostituito dalla lettera F (che indica “four”, “quattro” appunto). Talvolta dal terzo piano si passa direttamente al quinto.

Meno diffuso del 4, ma ritenuto comunque sfortunato, è il numero 9 in Giappone, che suona simile alla parola “tortura”.

Che dire poi del numero 7! Se in alcune culture è ritenuto positivamente (si pensi alle “sette meraviglie del mondo”!), in altre è un numero sfortunato. Ancora una volta, in Oriente il numero 7 richiama la morte: il settimo mese del calendario cinese è chiamato il “mese dei fantasmi”, e la leggenda narra che in questo mese si aprono le porte dell’aldilà e i fantasmi possono muoversi sulla Terra tra gli esseri viventi.

Carico simbolicamente di sfortuna e negatività è poi il numero 26 nella recente tradizione indiana, cifre collegate a diverse catastrofi susseguitesi dall’inizio del XXI secolo: il 26 gennaio 2001 il violento terremoto del Gujarat di magnitudo 7,9 della Scala Richter rade al suolo più di 450 villaggi e città; il 26 dicembre 2004 il tragico tsunami nell’Oceano Indiano falcia oltre duecentomila persone; il 26 maggio 2007 lo scoppio di bombe a Guwahati provoca molte vittime; il 26 novembre 2008 gli attentati terroristici di matrice islamica a Mumbai contano centonovantacinque morti e oltre trecento feriti.

Ancora, nell’aviazione americana il numero nero è il 191: il volo American Airlines 191 del 1979 si schianta all’aeroporto di O’Hare di Chicago subito dopo il decollo, uccidendo tutti gli occupanti a bordo, 271 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, più due persone a terra; il volo Delta Airlines 191 del 1985 precipita, eseguendo un’operazione di routine, all’Aeroporto Internazionale di Dallas-Fort Worth, uccidendo 136 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, più una persona a terra. Ad oggi non esistono voli dell’American Airlines e del Delta con numero 191.

Infine il numero nero per eccellenza, quello direttamente e maggiormente collegato al male, alla morte e alla negatività: il 666. Appare in un passo del Nuovo Testamento nell’Apocalisse di Giovanni, riferendosi ad una bestia che sale dal mare e devasta la Terra. Il 666 è dunque considerato il “Numero della Bestia”, nel cristianesimo simbolo dell’Anticristo, personaggio satanico.

Insomma, che siano superstizioni o mere coincidenze collegate ad eventi nefasti, taluni numeri sono ad oggi ancora impregnati di allusioni simboliche, misticismo esoterico e sfortuna, spaventando talvolta anche i più scettici.

 

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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