Pesci abissali: curiosità e caratteristiche

Pesci abissali: curiosità e caratteristiche

Nelle acque più profonde della Terra, contrariamente a ciò che siamo portati a credere, esiste una quantità sorprendente di specie viventi. Tra queste, ci sono i “pesci abissali”. Ma cosa sono i pesci abissali? E quali sono le loro caratteristiche?

Habitat abissale
Prima di arrivare a questo, però, facciamo un piccolo passo indietro ad alcune caratteristiche dell’habitat in cui possiamo trovare questi pesci abissali: l’abisso. L’ambiente abissale comincia a circa 200 metri di profondità, dove generalmente il sole non riesce a penetrare nell’acqua, rendendo questo ambiente del tutto privo di luce ed impedendo la fotosintesi clorofilliana delle piante.

Oltre all’assenza di luce, fattori che rendono questo habitat inospitale sono la scarsa reperibilità di cibo, unita alle gelide temperature (che quasi sempre puntano allo 0°), le elevate pressioni idrostatiche e la scarsa popolazione abissale che rende poco pratica la riproduzione delle specie viventi a queste profondità. È bene ricordare che non soltanto gli oceani possono avere caratteristiche abissali (dai 200 m di profondità), ma anche i mari e alcuni laghi possono raggiungere questo tipo di profondità.

Caratteristiche “mostruose”
Delineato l’habitat abissale a questo punto c’è da chiedersi: come mai i pesci abissali hanno sembianze per lo più “mostruose”?

Tutte queste caratteristiche ambientali hanno imposto ai pesci abissali una serie di accorgimenti evoluzionistici messi in atto in milioni di anni.

Tra i più importanti accorgimenti troviamo quelli che riguardano la ricerca di cibo: alcuni, data la scarsità di cibo, hanno sviluppato denti affilati e bocche giganti per avere più chance durante la caccia e lo stesso problema alimentare fa sì che molti pesci abbiano bocche e stomaci estensibili che li rende capaci di inghiottire perfino prede più grandi di loro come avviene in Saccopharynx flagellum o nel noto Chiasmodon niger.

Ci sono invece pesci abissali che, per la mancanza di luce nelle profondità degli abissi, rivolgono costantemente i loro occhi telescopici verso l’alto per vendere le prede in controluce come accade in Dolichopteryx binocularis ed altri Opisthoproctidae o in Gigantura, mentre c’è chi si è dotato – come i pesci lanterna – di fotofori (una sorta di organo esposto che funge da lampadina) per migliorare la visibilità dell’acqua, o di protuberanze filamentose per facilitare l’orientamento.

I pesci abissali sono rari da avvistare e non si ritrovano mai in gruppo, ma per questi animali degli abissi trovare il partner è di fondamentale importanza. Ma nel buio delle profondità marine andare alla ricerca di compagnia è veramente difficile. Allora entrano in funzione dei messaggi luminosi che oltre ad essere un’esca per le prede sono delle chiare ed inequivocabili dichiarazioni d’amore.

Curiosità
Una vista sorprendente: Diversamente da quanto a lungo abbiamo dato per assodato (ossia che i pesci abissali dispongano di una vista limitata e in bianco e nero), in realtà l’affermazione per cui quanto più siano primitive le condizioni di vita di un animale, tanto più le loro funzioni vitali si riducono, non è poi così vera. Una recente scoperta degli scienziati, infatti, ha fatto emergere come gli occhi di queste specie siano molto più sviluppati dei nostri: proprio per questo, riescono a percepire sfumature e contorni nitidi anche al buio. Oltre i mille metri sotto il livello del mare, asticella sotto la quale la luce si spegne completamente, esiste quindi un mondo a colori che gli umani non sono in grado di comprendere, ma che i pesci – grazie alla proteina opsina abbondantemente codificata dai loro geni – sembrano apprezzare parecchio.

“Glow in the dark” – la bioluminescenza: La luce dei pesci abissali, è dovuta al fenomeno della bioluminescenza. Sulla terra ferma sono soltanto le lucciole e altre poche specie ad averne il dono. In mare invece il fenomeno della biolominescenza è molto comune. Per esempio, il pesce lanterna, un pesce degli abissi della famiglia dei Myctophidae possiedono delle cellule speciali che riescono a produrre luce. Queste cellule prendono il nome di fotofori. Nei fotofori avviene una vera reazione chimica che dà origine ai bagliori luminosi.

I pesci abissali si… innamorano: Oltre ai fotofori che vengono utilizzati come richiamo da parte del pesce abissale maschio, alcuni pesci della specie Lophiiformes hanno risolto il problema dell’accoppiamento in maniera sorprendente. In queste specie infatti il maschio, una volta trovata una femmina, si fissa con i denti al suo ventre e diventa un vero e proprio parassita mettendo in collegamento il suo sistema circolatorio con quello della partner che, a questo punto, deve provvedere al sostentamento di entrambi. Una volta insieme alcune specie non si lasciano piu’, creando una sorta di legame vitale tra la coppia.

Nel caso di Ceratias holbolli e di Edriolynchus schmidtii, c’è un grande dismorfismo sessuale: il maschio è molto piccolo e la femmina invece ha dimensioni mastodontiche.  Non appena il maschio trova la femmina comincia a pizzicarla sotto la pelle, si crea una piccola ferita e lì il maschio si salda alla femmina diventando quasi un unico esemplare.

I pesci più celebri (e strani) degli abissi
Di seguito un elenco dei pesci abissali più strani e famosi finora mai trovati:
Melanoceto
Rana pescatrice degli abissi
Inghiottitore Nero
L’anguilla inghiottitrice
Pesce blob
Pesce accetta
Caulophryne pelagica
Chimera troll

Fonte immagini: Pixabay

A proposito di Anna De Simone

Sono una studentessa di lingua e letteratura inglese presso l'Università "L'Orientale" di Napoli. Scrivo poesie per passione, copywriter freelance nel tempo libero e credo nella potenza delle parole come strumento in grado di sovvertire le leggi del mondo. Il mio mantra: "find your happiness in little things".

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