Le poesie di Dante Alighieri sono tante e una più bella dell’altra; elencarle tutte sarebbe impossibile, ma sicuramente tra le più belle possiamo ricordarne alcune molto suggestive che rappresentano i capisaldi della letteratura italiana. L’amore decantato da Dante si rifà al sentimento raffinato del Dolce Stil Novo, che prevedeva precise scelte ideologiche, spirituali e pure.
Indice dei contenuti
Le 5 poesie in sintesi
Poesia | Tema principale |
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Amore e ‘l cor gentil sono una cosa | La perfetta fusione tra Amore e nobiltà d’animo, un concetto chiave del Dolce Stil Novo. |
Tanto gentile e tanto onesta pare | La lode della donna amata (Beatrice), la cui apparizione ha un effetto beatifico e spirituale. |
De gli occhi de la mia donna si move | La luce emanata dagli occhi della donna, così potente da incutere timore e richiedere l’intervento di Amore. |
Deh, Violetta, che in ombra d’Amore | L’amore per una “donna-schermo”, che permette di esplorare un sentimento più terreno e meno spiritualizzato. |
Un dì si venne a me Malinconia | La personificazione della Malinconia, che avverte il poeta della possibile fine del suo amore. |
1. Amore e ‘l cor gentil sono una cosa
Si tratta di un sonetto della Vita Nova, che nasce in risposta alla richiesta di un amico di avere spiegazioni sulla natura dell’amore. Il sonetto è menzionato indirettamente da Francesca nel V canto dell’Inferno. Dante spiega che l’amore non appartiene a tutte le persone gentili e che la gentilezza non è sinonimo d’amore. L’amore e il cuore gentile sono una sola cosa, così come l’anima razionale non può esistere senza la ragione.
Amore e ’l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l’un sanza l’altro osa
com’alma razional sanza ragione.Falli natura quand’è amorosa,
Amor per sire e ’l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.Bieltate appare in saggia donna pui,
che piace a gli occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d’Amore.
E simil face in donna omo valente.
2. Tanto gentile e tanto onesta pare
Un altro celebre sonetto della Vita Nova, dedicato a Beatrice, che rispetta pienamente i canoni dello Stilnovo. Rappresenta un perfetto esempio dello “stile della loda”. Il poeta descrive il carattere spirituale della donna, che suscita sentimenti puri, come solo gli esseri angelici sanno fare, rifacendosi alla figura della donna-angelo, tramite tra l’uomo e Dio. L’aggettivo gentile è un termine provenzale che indica le virtù nobili della donna.
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand’ella altrui saluta,
ch’ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l’ardiscon di guardare.Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d’umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che ’ntender no la può chi no la prova;e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d’amore,
che va dicendo a l’anima: Sospira.
3. De gli occhi de la mia donna si move
Un altro sonetto dalla Vita Nova, che contiene tutte le caratteristiche del Dolce Stil Novo. Nella prima quartina risalta il motivo della luce, tipico di Cavalcanti e Guinizzelli, per descrivere la bellezza della donna amata. L’amore di Dante per Beatrice è così forte che lo spaventa, tanto da chiedere ad Amore di intervenire per rendere più “sopportabile” il tormento.
De gli occhi de la mia donna si move
un lume sì gentil, che dove appare
si veggion cose ch’uom non pò ritrare
per loro altezza e per lor esser nove:e de’ suoi razzi sovra ’l cor mi piove
tanta paura, che mi fa tremare,
e dicer: «Qui non voglio mai tornare»;
ma poi la sua vertù la qual percuotemi rinfranca, e così torno fra voi,
gentili donne, per aver salute;
e se per questo voi mi compatite,vederla vi consiglio; ché qual move
da lei vertute, non si può contare,
sì che lodar si dee chi la sentite.
4. Deh, Violetta, che in ombra d’Amore
Questa ballata, tratta dalle Rime, è probabilmente meno conosciuta, ma merita una menzione. Violetta si oppone a Beatrice, rappresentando la cosiddetta donna-schermo, sulla quale Dante proietta i propri sentimenti per non rivolgerli direttamente alla donna amata. Grazie a lei, il Sommo Poeta riesce a parlare di un amore più terreno, quasi tangibile, slegato dalla tradizionale figura della donna-angelo.
Deh, Violetta, che in ombra d’Amore
negli occhi miei sì subito apparisti,
merzé che per mia vera e gran paura
passasti dentro a l’anima sicuracome l’incendio che una torre alluma,
sì che l’altro disio quasi è consunto.
Or odi, bella, che con la tua bruna
capigliatura sì d’un vel costumal’adornezze de l’abito gentile,
che portan donne di sì alta prova,
come tu fai: per la tua cortesiati prego che tu soffra ch’eo ne provi
e dica che la mia vita ti sia
raccomandata, mentr’ella si mova.
5. Un dì si venne a me Malinconia
Un altro famoso e suggestivo sonetto di Dante. All’interno dell’opera, il Sommo Poeta esprime una visione che lo spaventa, scritta in modo tale da sembrare reale. L’amore è qualcosa di molto forte, ma al tempo stesso egli ha paura che si possa spegnere. La paura che prova è espressa in modo semplice, con una sintassi paratattica che crea un’atmosfera accessibile. Nel sonetto, l’attenzione va al rapporto tra malinconia e amore; secondo la concezione del tempo, si pensava fossero legati, in particolare quando l’amore assumeva tratti violenti e irrazionali.
Un dì si venne a me Malinconia
e disse: «Io voglio un poco stare teco»;
e parve a me che si menasse seco
Dolore e Ira per sua compagnia.E io le dissi: «Partiti, va via»;
ed ella mi rispose come un greco:
e ragionando a grande agio meco,
guardai e vidi Amore, che venìavestito di novo d’un drappo nero,
e nel suo capo portava un capello;
e certo ogni suo atto era d’un fello.E io, temendo no l’ideal vero
mi fosse tolto, montai ne la nave
del mio disio, e fuggi’mi de l’Enna.
Fonte immagine: Wikipedia.
Articolo aggiornato il: 27/08/2025
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