Pulcinella: storia, nascita e significato della maschera napoletana

Pulcinella storia ed origini: una maschera senza tempo

Pulcinella è una delle maschere più amate della tradizione italiana, un vero simbolo di Napoli e della sua cultura. Dietro il suo aspetto buffo e il carattere apparentemente semplice, si nasconde una storia millenaria che affonda le radici nel folklore popolare e nel teatro antico. Personaggio dalle mille sfaccettature, Pulcinella non è una semplice maschera, ma un’icona che ha ispirato artisti, scrittori e musicisti, diventando un simbolo universale di commedia e resilienza.

Questa guida ne ripercorre la storia, analizzando le caratteristiche, il costume e il significato che lo hanno reso un personaggio immortale.

Le origini di Pulcinella: tra la Roma antica e Acerra

Le origini di Pulcinella sono avvolte nel mistero. Molti studiosi fanno risalire la sua figura alle Fabulae Atellanae, spettacoli popolari dell’antica Roma nati in Campania. In queste farse improvvisate agiva un personaggio di nome Maccus, un servo goffo dal naso lungo e dalla pancia prominente, considerato il suo più antico antenato. Scomparso con l’avvento del Cristianesimo, il suo spirito riemerse secoli dopo.

La leggenda popolare, invece, lega la sua nascita a un contadino di Acerra del XVI secolo, un certo Puccio d’Aniello. Notato da una compagnia di attori girovaghi per il suo viso bizzarro e il suo spirito caustico, sarebbe diventato il modello per la maschera moderna. A conferma di questo legame, la città di Acerra ospita oggi il Museo di Pulcinella.

La nascita nella Commedia dell’Arte con Silvio Fiorillo

La maschera di Pulcinella, nella sua forma codificata, nasce ufficialmente a Napoli all’inizio del ‘600 grazie alla Commedia dell’Arte. L’attore capuano Silvio Fiorillo è considerato il suo “inventore” teatrale. Fu lui a definire il costume, la gestualità e il carattere del personaggio, inserendolo nel pantheon delle maschere italiane a fianco di Arlecchino e Pantalone. Con Fiorillo, Pulcinella diventa un servo Zanni, ma con caratteristiche uniche: è goffo ma scaltro, pigro ma capace di guizzi improvvisi, sempre tormentato da una fame atavica.

Una delle sue caratteristiche distintive era la voce. L’attore utilizzava la “pivetta”, una sorta di ancia che, tenuta in bocca, gli permetteva di emettere un suono stridulo e nasale, simile al chiocciare di un pulcino. Da qui una delle ipotesi più accreditate sul suo nome: da “polliceniello”, piccolo pulcino in napoletano.

Il carattere: un servo astuto dalle mille contraddizioni

Il carattere di Pulcinella è un concentrato di opposti. È l’incarnazione dello spirito di sopravvivenza del popolo, capace di adattarsi a ogni situazione. Non è un eroe, ma un anti-eroe che usa l’astuzia per sbarcare il lunario e prendersi gioco dei potenti. Le sue caratteristiche principali sono:

  • Dualità: è contemporaneamente sciocco e furbo, pigro e iperattivo, coraggioso e vile.
  • Fame atavica: la sua fame insaziabile, specialmente di maccheroni, rappresenta un bisogno primario di vita e di energia.
  • Ribellione e rassegnazione: si ribella apertamente alle ingiustizie, ma sa anche quando è il momento di chinare la testa per sopravvivere.
  • Linguaggio antifrastico: la sua abilità verbale consiste nel dire una cosa e farne un’altra, usando l’ironia e il doppio senso come arma di difesa.

Dipinto settecentesco raffigurante Pulcinella

Il costume e la maschera: un’analisi simbolica

Ogni elemento del costume di Pulcinella è carico di significati simbolici che ne definiscono la natura complessa e ambigua.

Elemento Significato Simbolico
Veste bianca e ampia Realizzata con tela grezza, ricorda l’abito dei contadini e dei servi. Il bianco può alludere alla purezza di un’anima semplice, ma anche al lenzuolo di un fantasma, legandolo al mondo dei morti.
Maschera nera La mezza maschera nera, con il naso lungo e adunco, è l’elemento più inquietante. Il nero è il colore della notte, del mistero e della morte, un possibile retaggio di antichi culti ctoni (legati alla terra e agli inferi).
Coppolone Il cappello a pan di zucchero, detto “coppolone”, è un evidente simbolo fallico, rappresentazione della fertilità e della forza vitale primordiale, in netto contrasto con il richiamo alla morte della maschera.
Ventre prominente Simbolo di ingordigia ma anche di fertilità e abbondanza, un richiamo agli antichi riti agrari per la prosperità dei raccolti.

L’eredità internazionale: da Punch a Petruška

La fama di Pulcinella ha superato i confini italiani, adattandosi a diverse culture e generando una famiglia di maschere internazionali, specialmente nel teatro dei burattini.

Paese Nome della Maschera
Inghilterra Punch, un burattino gobbo, violento e irriverente, protagonista dello spettacolo “Punch and Judy”.
Francia Polichinelle, personaggio arguto e impertinente del teatro dei burattini.
Russia Petruška, eroe del teatro popolare russo, dall’aspetto e dal carattere molto simili.
Spagna Don Cristóbal Polichinela.
Germania Kasperle o Pulzinella.
Olanda Tonige-le-kel.

Dove vedere Pulcinella oggi: musei e spettacoli

Per chi vuole incontrare il vero Pulcinella, Napoli e i suoi dintorni offrono diverse opportunità.

  • Museo di Pulcinella (Acerra): situato nella città natale del leggendario Puccio d’Aniello, all’interno del Castello dei Conti. Offre un percorso dedicato alla storia della maschera.
    Indirizzo: Piazza Castello, 80011 Acerra NA
    Telefono: 081 5205933
  • Spettacoli delle Guarattelle: per le strade del centro storico di Napoli, specialmente in Piazza San Domenico Maggiore o Via dei Tribunali, non è raro imbattersi nei “guarattellari”, i maestri burattinai che mettono in scena le antiche storie di Pulcinella con il loro teatrino portatile. È l’esperienza più autentica e popolare.
  • Negozi di artigianato: in via San Gregorio Armeno, la famosa via dei presepi, si possono trovare innumerevoli statuine e opere di artigianato dedicate a Pulcinella in tutte le sue forme.

Domande frequenti (FAQ)

Perché la maschera di Pulcinella è nera?
La maschera nera ha un’origine incerta ma un forte valore simbolico. Rappresenta un legame con un mondo oscuro, “infernale” o ctonio. Simboleggia il suo lato misterioso e demoniaco, in netto contrasto con l’abito bianco.

Chi sono stati i più grandi interpreti di Pulcinella?
Oltre a Silvio Fiorillo, la storia del teatro ricorda interpreti straordinari come Antonio Petito, il più grande Pulcinella dell’Ottocento. Nel Novecento, la maschera è stata indossata e reinventata da giganti come Eduardo De Filippo e, in una chiave più moderna e malinconica, da Massimo Troisi.

Cosa significa il “segreto di Pulcinella”?
È un modo di dire che indica un segreto che in realtà tutti conoscono. Deriva dal carattere del personaggio, incapace di tenere la bocca chiusa e sempre pronto a spifferare tutto, spesso involontariamente, rendendo pubblica ogni confidenza.

Eduardo de Filippo interpreta Pulcinella

Fonte immagine: Wikipedia

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