In questo articolo vi porteremo alla scoperta di uno degli oggetti magici e mitologici più famosi al mondo: il Sacro Graal. Cos’è? Quali sono le leggende ad esso collegate e perché suscita ancora così tanta curiosità negli appassionati di mondi fantasy e lontani da noi? Scopritelo leggendo!
Indice dei contenuti
Etimologia del termine
Esistono diverse ipotesi sulla effettiva etimologia della parola Graal. La prima farebbe risalire questo termine a gradalis, sostantivo latino di epoca medievale, mentre una seconda rintraccerebbe la sua origine nel greco κρατήρ (“kratḗr” che significa “vaso”). Quest’ultimo avrebbe un riferimento nel francese antico e starebbe ad indicare una coppa o un piatto. Inoltre, dopo la diffusione del ciclo di storie riguardanti la ricerca del Graal, si iniziò a collegare tale oggetto con la coppa da cui bevve Gesù durante l’Ultima Cena, per cui esso fu indicato con i termini san greal (“Sacro Graal”) o, secondo un’interpretazione successiva, sang real (“sangue reale”).
Le interpretazioni del Sacro Graal in sintesi
Contesto | Significato e simbologia |
---|---|
Tradizione cristiana | È la coppa usata da Cristo nell’Ultima Cena, che raccolse il suo sangue. Simboleggia la Grazia divina. |
Miti celtici | Un calderone o un piatto magico che dona abbondanza e conoscenza, allegoria di un viaggio nell’aldilà. |
Ciclo arturiano | L’oggetto della “quest” suprema, raggiungibile solo dai cavalieri puri di cuore come Galahad. Simboleggia la perfezione spirituale. |
Esoterismo | Rappresenta la conoscenza iniziatica perduta, l’integrità della “Tradizione primordiale” e l’unione tra macrocosmo e microcosmo. |
Le leggende del Sacro Graal: tra Celti e ciclo arturiano
L’immagine più associata al Sacro Graal è quella di una coppa leggendaria da cui bevve Cristo nell’Ultima Cena, e che fu adoperata da Giuseppe da Arimatea per raccogliere il sangue del profeta durante la crocifissione. Secondo i racconti, il Graal avrebbe potenti poteri curativi o sarebbe in grado di elargire infinita abbondanza al suo possessore, ma le sue origini avrebbero radici anche precedenti alla tradizione cristiana medievale. Infatti, si ritrovano citazioni di una coppa o un piatto dalle proprietà simili a quelle della cornucopia greco-romana persino in saghe celtiche, in cui un eroe intraprende un viaggio verso un mondo fantastico per recuperare tale oggetto. Il “Graal” quindi sarebbe l’allegoria per l’aldilà. Ma è solo con gli scritti del Medioevo in lingua francese che la leggenda del Sacro Graal comincia ad espandersi in tutta Europa.
La sua prima apparizione letteraria si ha nel Perceval ou le conte du Graal di Chrétien de Troyes, opera che risale al XII secolo. In tale racconto il Graal non corrisponde ancora alla reliquia sacra e non si conosce la sua forma precisa. Tuttavia, è da qui che parte la narrazione per cui esso si trovi fra le mani del celebre Re Pescatore, sovrano di una terra divenuta sterile. Nel Perceval di Troyes i Re Feriti sono due ed appartengono alla stirpe di custodi del Graal. Secondo la leggenda, essi sarebbero guariti solo se l’eroe avesse posto loro delle domande circa la natura del Graal. Il poema di Troyes rimane incompiuto, ma inizia a gettare le basi per la ricerca della magica coppa, elaborate ulteriormente nel ciclo arturiano.
La natura di reliquia cristiana del Graal appare per la prima volta nel Joseph d’Arimathie di Robert de Boron. Nell’opera Giuseppe fugge dalla Palestina recando con sé il Graal, poi si stabilisce nelle isole della Britannia. L’uomo raggiunge le terre di Avalon (spesso identificate con Glastonbury) e lì fonda la prima cellula della Chiesa cristiana oltre la Manica. La ricerca del Graal, nel mondo cristiano, equivarrebbe alla ricerca della Grazia divina.
La resa letteraria più celebre del Sacro Graal è probabilmente quella offerta dalle storie del ciclo arturiano, incentrato sulle vicende di Re Artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda. Molti dei Cavalieri intraprendono la quest per la ricerca della fantastica coppa. Alcuni fallirono nell’impresa per colpa della loro anima corrotta, come Lancillotto; mentre altri, come Galahad e Percival, ebbero successo grazie al loro spirito puro e nobile.
Il Sacro Graal e l’esoterismo
La dimensione sovrannaturale associata al Graal ha portato nel corso dei secoli molti intellettuali ad attribuirgli significati ulteriori, che sfociano nel mondo dell’esoterismo. Ad esempio, il filosofo René Guénon attribuisce al Graal l’integrità della Tradizione iniziatica che può essere ricercata e trovata solo dai più degni. Guénon afferma, inoltre, che il Graal possegga un duplice significato: quello della “tradizione primordiale”, depositaria di una saggezza ancestrale e quello di “stato primordiale”, raggiunto da coloro che riescono a possedere tale tradizione.
Il dualismo del Graal è ripreso dai Rosacroce che lo riconducono all’iconografia del Cristo-sole che scende nel calice della Luna. Secondo l’esoterista Rudolf Steiner, il Graal è collegato a livello microcosmico e macrocosmico al mistero dell’eucarestia. La via verso il Sacro Graal fu indicata a Percival nei giorni precedenti alla Pasqua, ed in particolare nel periodo in cui un’ostia discenderebbe dal cielo; allo stesso modo l’umanità verrebbe sospinta verso la Luna, che diviene coppa per accogliere il Sole.
Dove si troverebbe il Sacro Graal oggi?
La domanda “dove si trova il Sacro Graal?” affascina da secoli. Sebbene non esista alcuna prova storica definitiva, diverse località rivendicano il possesso della reliquia. La candidata più accreditata è la Cattedrale di Valencia, in Spagna, che custodisce il “Santo Cáliz”, un calice che la tradizione fa risalire al I secolo d.C. e che è stato riconosciuto come possibile reliquia da diversi pontefici. Altre leggende lo collocano a Glastonbury in Inghilterra o nella Cappella di Rosslyn in Scozia.
Il Graal nella cultura contemporanea
Nello straordinario poema di Thomas Stearns Eliot del 1922, intitolato The Waste Land, la leggenda del Graal e del Re Pescatore è stata identificata come uno dei numerosi fili conduttori dell’intera opera. Attraverso le note, Eliot cita uno dei testi che lo ispirarono, vale a dire From Ritual to Romance di Jessie Weston, testo di riferimento per gli studi arturiani come quelli del Camelot Project. La studiosa analizza la tradizione del Sacro Graal e la sua influenza sul leitmotiv della terre gaste, cercando di creare una connessione fra i riti pagani e il mondo cristiano. Lo stesso titolo si riferisce alla terra sterile e disastrata del Re Pescatore.
In tempi più recenti, anche il film di Steven Spielberg del 1989 Indiana Jones e l’ultima crociata mostra il celeberrimo archeologo Indiana Jones alla ricerca del Sacro Graal contro un gruppo di nazisti.
La magica coppa è un elemento fondamentale anche nel fortunato franchise di Fate. Il Graal è il premio finale che il vincitore della sanguinosa guerra fra maghi e Servant ottiene in premio. Esso è in grado di esaudire un singolo desiderio, ma all’interno della serie si scopre che l’oggetto che appare non è il reale calice di Cristo, bensì un recipiente corrotto creato dai maghi nei secoli precedenti.
Immagine di copertina: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 07/09/2025