Ritratti a matita: quando nascono e come si realizzano

ritratti a matita

Ritratti a matita: cosa sono e quando sono nati

I ritratti a matita sono delle rappresentazioni solitamente, come suggerisce il nome stesso, di volti, di persone, particolarmente realistici. Il ritratto è definito come una rappresentazione di un modello reale, di un essere (una persona) da parte di un artista che si impegna a riprodurre i tratti o le espressioni caratteristiche.
Ricordiamo che la matita, strumento fondamentale per la realizzazione dei ritratti, come è conosciuta attualmente, fu creata nella seconda metà del XVI secolo, in Inghilterra, dove venne scoperto un giacimento di grafite pura. L’attuale forma della matita si deve a due italiani, Simonio e Lyndiana Bernacotti.

Si tratta di una anima di grafite inserita in un profilo cilindrico o esagonale, solitamente di pioppo.

Per quanto concerne le matite colorate, esse hanno fatto la loro comparsa solo all’inizio del XX secolo. Prima, si usavano dei pastelli di cera colorati. Le matite colorate sono state inventate da un altro produttore tedesco (la cui azienda è tuttora leader nel mercato), Johann-Sebastian Staedtler.
Nell’arte, il ritratto a matita non è esclusivamente una mera riproduzione meccanica delle fattezze, ma un vero e proprio processo creativo, che mette in gioco anche la sensibilità artistica di chi lo realizza.

Storicamente, il ritratto si è affermato in epoca medievale fino a raggiungere una completa dignità artistica nel Rinascimento, soprattutto grazie ai pittori italiani e dell’Europa settentrionale. Naturalmente nel corso del tempo si è evoluto, in base a tecniche e formule stilistiche differenti e sempre più avanzate.

L’uso della “sanguigna”, la matita più utilizzata per i ritratti

Una delle tecniche più utilizzate per realizzare dei ritratti a matita, è quella con la matita sanguigna. La tecnica nasce nel Rinascimento e l’esempio più conosciuto è l’autoritratto di Leonardo Da Vinci, famosissimo, e soprattutto molto importante poiché ha cambiato per sempre il significato di quel genere artistico. Proprio la matita, da molti artisti è stata definita una sorta di “bacchetta magica” che consente di realizzare e “toccare”, con caratteri pari alla realtà, perfettamente collimanti tra loro, oltre che lo sguardo (nel caso di un ritratto) anche l’anima nascosta dietro ad esso.

Come si realizzano i ritratti a matita?

Per disegnare dei ritratti a matita è necessario avere una buona concentrazione, sfruttare bene la luce a disposizione e provare e riprovare con tenacia, affinando man mano la propria tecnica. Non esistono delle regole ben precise: il disegno è un’abilità per la quale si è portati o meno, è questione di predisposizione o inclinazione alla materia, ma è possibile, tramite un buon corso, migliorare e realizzare progetti sempre più ambiziosi!

Dopo aver cominciato a delineare un ritratto, bisogna captare attentamente i punti di luce attraverso le zone più luminose che permetteranno di risaltare i caratteri somatici della persona ritratta. Nei ritratti a matita, la luminosità ma anche le zone d’ombra sono molto importanti, poiché determinano il successo dell’opera, dandole un tocco di originalità.

Quando si disegna un ritratto a matita bisogna utilizzare un tratto leggero che non sarà poi difficile da cancellare qualora ci fosse un errore. Usare possibilmente una matita scura per tutto ciò che non è propriamente carico di colore, quindi capelli castani, occhi castani, sopracciglia chiare. Teoricamente le matite da utilizzare sono tre, una dura, una media e una morbida.
Naturalmente, per qualsiasi approccio al disegno, in questo caso un ritratto, bisogna accuratamente scegliere la matita da utilizzare; strumento fondamentale per molte persone, dagli alunni delle scuole agli artisti. Alcune mine possono contenere dei granelli più duri e suscettibili di lasciare dei segni sul foglio. Inoltre, una mina di cattiva qualità si rompe in fretta. Una matita di qualità deve avere una mina di grafite omogenea e resistente.

Attraverso un disegno, possono passare tanti messaggi diversi: senza bisogno di parlare lingue diverse dalla propria, né da quella dell’artista. Lo scopo è quello di capire chi è la persona, con un semplice disegno.

I ritratti sono l’evocazione dell’identità di una persona, e disegnarli bene, ma soprattutto con passione e sentimento, consentirà di dare voce all’opera realizzata.

Immagine in evidenza: https://pixabay.com/it/illustrations/sonhyeong-testi-di-tabla-973286/

Altri articoli da non perdere
Musei da visitare ad Arezzo: i 3 consigliati
Musei da visitare ad Arezzo: i 3 consigliati

Arezzo è una provincia toscana, conosciuta per essere stata uno dei più importanti centri della civiltà etrusca e per aver Scopri di più

Stile Nihonga, la pittura tradizionale giapponese
Stile Nihonga: origini e artisti influenti

Lo stile di pittura nihonga (日本画, letteralmente pittura del Giappone) racchiude in sé lo spirito del Sol Levante, e basa Scopri di più

Chi era Apollonio Rodio: opere e poetica
Chi era Apollonio Rodio: opere e poetica

Apollonio Rodio è noto per essere uno dei poeti greci più importanti dell’età ellenistica. Nonostante non ci siano molte informazioni Scopri di più

Campi di internamento in Italia: dove sono?
Campi di internamento in Italia: dove si trovano?

Quando si parla di campi di concentramento, l'immaginario collettivo corre subito alla Germania nazista e ai nomi di Dachau o Scopri di più

Natura morta: cos’è, esponenti e i 3 quadri più belli
Natura morta: i 3 quadri più belli

La natura morta è un genere artistico pittorico dedicato alla rappresentazione di oggetti inanimati. Le composizioni possono includere oggetti naturali Scopri di più

Cofanetto Franks: storia, rune e significato del tesoro anglosassone
Cofanetto Franks: rune anglosassoni e alfabeto latino

Nel V secolo d.C., gli Anglosassoni svilupparono un sistema alfabetico detto fuþorc, costituito da 33 rune ed evolutosi dal fuþark Scopri di più

Condividi l'articolo!

A proposito di Gerardina Di massa

Vedi tutti gli articoli di Gerardina Di massa

Commenta