Come nasce Barbie e qual è la vera storia della bambola più venduta al mondo? Barbie, l’iconica bambola punta di diamante della casa di produzione Mattel, è amata perché può essere tutto ciò che vuole: astronauta, dottoressa, modella. Ma per conoscere la sua vera storia, bisogna partire dalla sua creatrice: Ruth Handler. La storia di Barbie è un intreccio di creatività, ambizione e intuizione, che ha portato alla nascita di un’icona globale.
Indice dei contenuti
- Ruth Handler: la visionaria dietro la bambola
- L’ispirazione: dalle bambole di carta alla tedesca Bild Lilli
- La nascita di un’icona: il debutto di Barbie nel 1959
- Timeline della storia di Barbie e Ruth Handler
- L’evoluzione di Barbie: inclusività e controversie
- L’eredità di Ruth Handler: oltre la bambola
Ruth Handler: la visionaria dietro la bambola
Ruth Handler (1916-2002), imprenditrice statunitense di origini polacche, è stata la forza motrice dietro Barbie. Nel 1945, insieme al marito Elliot Handler e a Harold “Matt” Matson, fondò la Mattel. La coppia ebbe due figli, i cui nomi sarebbero diventati famosi in tutto il mondo: Barbara e Ken. Ruth non era solo una donna d’affari, ma anche una madre attenta con una forte visione sulle potenzialità delle bambine. La sua determinazione la portò a concepire un giocattolo che potesse dare spazio all’immaginazione e alle aspirazioni femminili, un concetto rivoluzionario per l’epoca.
L’ispirazione: dalle bambole di carta alla tedesca Bild Lilli
L’idea di Barbie nacque osservando la figlia Barbara giocare. A quei tempi, i giocattoli per bambine erano principalmente bambolotti con cui simulare il ruolo di madre. Barbara, invece, preferiva giocare con bambole di carta che rappresentavano donne adulte, proiettando su di loro sogni e aspirazioni future. Ruth capì che esisteva un vuoto nel mercato: mancava una bambola con le sembianze di un’adulta. L’intuizione decisiva arrivò durante un viaggio in Europa nel 1956, quando Ruth vide una bambola tedesca chiamata Bild Lilli. Basata su un personaggio di un fumetto per adulti, Lilli era una bambola con un corpo da donna, venduta come gadget per uomini. Ruth ne acquistò tre e, tornata in America, la rielaborò completamente, trasformandola da oggetto per adulti a giocattolo ispirazionale per bambine.
La nascita di un’icona: il debutto di Barbie nel 1959
Nonostante lo scetticismo iniziale dei dirigenti Mattel, Ruth perseverò. Il 9 marzo 1959, alla Fiera del Giocattolo di New York, debuttò la prima Barbie. Il suo nome completo era Barbara Millicent Roberts, un omaggio alla figlia. La prima versione aveva i capelli neri legati in una coda di cavallo, indossava un costume da bagno zebrato e occhiali da sole. Il successo fu immediato e travolgente. Due anni dopo, nel 1961, le fu affiancato il fidanzato Ken, il cui nome era ispirato al figlio di Ruth. Barbie non era solo un giocattolo, ma un simbolo di emancipazione: una donna indipendente, con una carriera e una vita propria, in un’epoca in cui alle bambine veniva proposto solo il modello della maternità.
Timeline della storia di Barbie e Ruth Handler
Anno | Evento chiave |
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1916 | Nasce ruth moskowicz (handler) a denver, colorado. |
1945 | Ruth e suo marito elliot handler fondano la mattel. |
1956 | Ruth handler scopre la bambola tedesca “bild lilli” durante un viaggio in svizzera. |
1959 | Barbie debutta ufficialmente il 9 marzo alla fiera del giocattolo di new york. |
1961 | Viene introdotto il personaggio di ken, il fidanzato di barbie. |
1975 | Ruth handler lascia la presidenza della mattel a seguito di un’indagine finanziaria. |
1976 | Dopo aver subito una mastectomia, fonda “nearly me”, un’azienda di protesi mammarie. |
2002 | Ruth handler muore a los angeles, california. |
L’evoluzione di Barbie: inclusività e controversie
Nel corso degli anni, Barbie è stata spesso oggetto di critiche, principalmente per aver promosso un modello di bellezza irrealistico. In risposta, e in linea con l’evoluzione della società, la Mattel ha intrapreso un percorso verso una maggiore diversità e inclusività. Oggi esistono Barbie con diverse etnie, corporature e persino con disabilità. Questa trasformazione riflette la visione originale della sua creatrice. Come disse la stessa Ruth Handler: «Barbie ha sempre rappresentato il fatto che le donne avessero diverse scelte». Lo slogan dei primi spot recitava: «Possiamo fare qualunque cosa, giusto Barbie?».
L’eredità di Ruth Handler: oltre la bambola
La storia di Ruth Handler non finisce con Barbie. Nel 1975, fu costretta a dimettersi dalla presidenza di Mattel a causa di un’indagine per false dichiarazioni finanziarie. Pochi anni prima, le era stato diagnosticato un cancro al seno e aveva subito una mastectomia. Trovando difficile reperire una protesi mammaria adeguata, decise di crearne una lei stessa. Fondò la “Nearly Me”, un’azienda che produceva protesi mammarie realistiche, aiutando migliaia di donne a ritrovare la fiducia in sé stesse. Ruth Handler non ha solo inventato una bambola; ha infranto le convenzioni, ha creato un’icona culturale e, anche nei momenti più difficili, ha continuato a innovare per rispondere ai bisogni delle donne, incarnando fino alla fine lo spirito di intraprendenza che aveva infuso nella sua Barbie.
Fonte immagine: Public Domain Pictures
Articolo aggiornato il: 18/09/2025