Il sistema di istruzione italiano presenta molteplici contraddizioni, la più importante delle quali è forse quella evidenziata da Leo Buscaglia: “L’essenza dell’istruzione non consiste nell’imbottirvi di fatti bensì nell’aiutarvi a scoprire la vostra unicità”. Questo dovrebbe essere il ruolo della scuola: uno strumento per l’evoluzione e la libera espressione dell’individuo. Sempre più spesso, però, si assiste a una tacita accettazione di una condizione diffusa di disagio e malessere tra gli studenti.
Scuole superiori e università sono luoghi fondamentali dove si rafforza il percorso di ognuno. Quando l’evoluzione personale si scontra con le rigidità del sistema di istruzione italiano, il tema centrale diventa la salute mentale, con un aumento di fenomeni come l’ansia da prestazione e il burnout accademico.
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L’impatto sulla salute mentale: le testimonianze
L’impatto del sistema formativo è dimostrato dalla storia di Diana, studentessa napoletana di 27 anni che, mentendo ai genitori sulla laurea, viene trovata morta in un burrone; o dallo studente di medicina di 29 anni trovato senza vita che percepiva la sua esistenza come inconcludente.
Poi c’è Mary che racconta: “Prima di laurearmi passavo ore a guardare le pagine bianche dei miei quaderni. Mancavano 3 esami, troppo pochi per mollare, ma studiavo con scarsi risultati. Capisco chi si sente il fiato sul collo, chi ha paura di deludere. Maturi una sfiducia perché ‘se non sei meglio degli altri non ce la farai’.” Martina invece, dopo aver tentato il suicidio, ha capito che la vita è un dono: oggi è giornalista e ha scritto il suo primo libro.
L’università, purtroppo, raramente è vissuta come uno strumento di elevazione personale e sempre più come un passe-partout all’interno di schemi sociali. I luoghi di istruzione dovrebbero fornire strumenti di crescita, ma in Italia sono spesso noti per l’incapacità di valorizzare lo studente come persona, riducendo la formazione al rispetto dei programmi e al superamento meccanico degli esami.
Pressioni nel sistema di istruzione italiano
L’obiettivo ideale dell’istruzione | La realtà percepita dagli studenti |
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Aiutare a scoprire la propria unicità e i propri talenti. | Omologazione basata sul superamento meccanico degli esami e sul rispetto dei programmi. |
Fornire strumenti di crescita personale e intellettuale. | Fonte di ansia da prestazione e competizione che genera sfiducia e malessere. |
Qualcosa sta cambiando? Le risposte istituzionali
Fortunatamente, la consapevolezza del problema sta crescendo. Alcuni istituti superiori stanno sperimentando modelli didattici senza voto numerico, e percorsi di educazione non formale guadagnano terreno. A livello istituzionale, iniziative come il “bonus psicologo“, promosso dal Ministero della Salute, rappresentano un primo, importante passo per rendere il supporto psicologico più accessibile, anche se non risolvono il problema alla radice. Si tratta dell’inizio di una necessaria ricostruzione del sistema formativo, che richiede un profondo cambiamento culturale.
Dove trovare aiuto: risorse e supporto psicologico
È fondamentale ricordare che chiedere aiuto è un atto di forza. Se si sta vivendo un momento di difficoltà, esistono risorse affidabili e gratuite a cui rivolgersi.
- Sportelli psicologici universitari: la maggior parte degli atenei italiani offre servizi di consulenza psicologica gratuiti per i propri iscritti.
- Telefono Amico Italia: è un servizio di ascolto anonimo e confidenziale per chiunque senta il bisogno di parlare. È possibile chiamare il numero 02 2327 2327 o contattarli via web. Per maggiori informazioni, si può consultare il sito ufficiale.
La consapevolezza con cui si affronta il proprio percorso di istruzione è importante, ma non deve sostituire il supporto professionale quando necessario. L’evoluzione personale non può essere affidata a un sistema esterno, ma va coltivata riconoscendo i propri limiti e cercando aiuto quando serve.
Fonte immagine: Pexels
Articolo aggiornato il: 25/09/2025