Storia del Corriere della Sera – la nascita del quotidiano milanese

Storia del Corriere della Sera - la nascita del quotidiano milanese

Il 5 febbraio 2025 si è festeggiato il 149° anniversario dalla nascita del “Corriere della Sera”, lo storico quotidiano milanese fondato nel febbraio del 1876. Approfondiamo la storia del “Corriere della Sera”.

Agli albori della storia del “Corriere della Sera”

Giornale di orientamento liberale moderato, fu fondato a Milano dall’avvocato napoletano Eugenio Torelli Viollier, già direttore de “La Lombardia”, e dall’avvocato Riccardo Pavesi, editore della medesima testata giornalistica. Insieme decisero di fondare un nuovo quotidiano, della cui direzione si occuparono per il successivo ventennio. In particolare, Riccardo Pavesi era convinto che l’iniziativa di dar vita a un nuovo quotidiano sotto la direzione di Torelli Viollier potesse rivelarsi vincente, con questi che accettò la sfida propostagli. Come sede del nuovo giornale fu scelta la centralissima Galleria Vittorio Emanuele, da sempre punto nevralgico della città. Tutto il giornale era raccolto in due stanze ed era composto, oltre al direttore, anche da tre redattori e da quattro operai. Fu proprio da qui che prese avvio la storia del “Corriere della Sera”.

Il primo numero del “Corriere della Sera” uscì domenica 5 marzo 1876, con gli strilloni che annunciarono la novità in piazza Scala. In totale vennero vendute 15.000 copie.

Il quotidiano fu pubblicato la prima domenica di Quaresima, giornata in cui per tradizione i quotidiani non venivano mandati in stampa. Di conseguenza, la decisione di pubblicare lo stampato rappresentò una grossa beffa per le testate giornalistiche concorrenti.

Per ciò che concerne la struttura del giornale, le pagine che compongono il “Corriere della Sera” al suo esordio sono quattro, ognuna afferente ad un diverso ambito di cronaca:

  • la prima pagina accoglieva l’articolo di fondo, ovvero la cronaca del fatto più rilevante e commento;
  • la seconda pagina ospitava articoli concernenti notizie di cronaca politica italiana ed estera;
  • la terza pagina accoglieva notizie di cronaca milanese e notizie telegrafiche;
  • la quarta pagina ed ultima pagina era dedicata alle inserzioni pubblicitarie.

Il successo del quotidiano

Continuando nel racconto della storia del “Corriere della Sera”, quest’ultimo conobbe un incremento esponenziale della vendita delle copie a partire dagli inizi degli anni ’80 dell’Ottocento grazie al fatto che le notizie pubblicate fossero in costante aggiornamento (queste erano pubblicate con un ritmo d’aggiornamento di 2/3 giorni per le notizie interne e di 10/15 per l’informazione proveniente dall’estero). La popolarità acquisita dal giornale meneghino, che divenne il secondo più letto nella regione Lombardia dietro solo a “Il Secolo”, portò il direttore Torelli Viollier a decidere di iniziare a pubblicare due edizioni al giorno: una stampata nel primo pomeriggio, l’altra in serata. In brevissimo tempo il quotidiano raggiunse la ragguardevole tiratura di 25 000 copie giornaliere.

L’era Albertini

La storia del “Corriere della Sera” proseguì con la nomina di direttore del periodico di Luigi Albertini, che era stato assunto quattro anni prima da Torelli Viollier. Albertini mantenne l’incarico dal 1900 fino al 1921, quando gli subentrò il fratello Alberto. Tuttavia Luigi Albertini continuerà ad essere l’anima del giornale fino al 1925 quando, insieme al fratello Alberto, sarà costretto a lasciare la direzione del giornale a causa delle intimidazioni subite da parte del regime fascista. Il quotidiano milanese, infatti, rappresentò per qualche anno una delle poche voci non allineate al nuovo regime; alla fine, però, il “braccio di ferro“ intavolato con Mussolini sancì l’uscita di scena dei fratelli Albertini dalla società editrice del quotidiano.

Dal periodo fascista ai giorni nostri: la storia del “Corriere della Sera” prosegue tra alti e bassi

Quella subita durante il periodo fascista fu, quindi, la prima vera battuta d’arresto subita dal quotidiano. Nel 1929, però, ci pensò il giornalista Aldo Borelli (che aveva già collaborato con quotidiani del calibro de “Il Mattino” e la “Nazione”) a risollevare le sorti del periodico: come direttore del “Corriere della Sera” si costruì l’immagine di “fascista galantuomo”, sostenendo il regime ma mantenendo sempre anche una certa libertà e critica di giudizio e difendendo l’autonomia della testata. Caduto il fascismo, fu il Comitato di Liberazione Nazionale a nominare l’azionista Mario Borsa come nuovo direttore del periodico. Nel 1968 alla guida del quotidiano milanese giunse il giornalista fiorentina Giovanni Spadolini, il quale però non essendo stato capace di imprimere alcuna spinta innovativa alla testata, nel 1972 fu sostituito dal giornalista e scrittore genovese Piero Ottone, molto più incline all’approfondimento delle inquietudini che attanagliavano la società della sua epoca. Nel 1981 il quotidiano fu travolto da uno degli scandali che hanno maggiormente segnato la storia della Prima Repubblica: il clamore fu suscitato dalle azioni messe in atto dalla loggia massonica P2 (Propaganda due), la quale assunse atteggiamenti eversivi nei confronti dell’ordinamento giuridico italiano fino al 1982 (anno del suo scioglimento). Il “Corriere della Sera” fu coinvolto nello scandalo poiché nell’elenco di personaggi pubblici affiliati alla loggia eversiva c’era anche il suo direttore Franco Di Bella , il presidente del gruppo Angelo Rizzoli ed il direttore generale Bruno Tassan Din. Al giornalista e scrittore piacentino Alberto Cavallari fu affidato il difficile compito di traghettare il quotidiano fuori dalle secche dello scandalo, anche se non riuscì ad evitare la crisi che ne conseguì. A partire dagli anni Novanta del secolo scorso si è andati incontro ad un ricambio generazionale grazie all’assunzione della direzione del quotidiano da parte del giornalista e saggista milanese Paolo Mieli.

L’attenzione ai gusti del lettore ma anche la partecipazione attiva alla vita politica è stato il segreto del successo del “Corriere della Sera”, che si è sempre dimostrato capace di interpretare i passaggi cruciali che hanno segnato la storia della nostra nazione.

Fonte immagine: immagine di copertina del profilo Facebook ufficiale del “Corriere della Sera”

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