Teatro Joruri: le principali caratteristiche

Il Teatro Joruri: le principali caratteristiche

La parola Joruri deriva da Joruri monogatari, un racconto giapponese che circolava in tantissime versioni adottate dai cantastorie. Da qui deriva il Teatro Joruri, un tipo di teatro giapponese composto non da attori, bensì da burattini. Le origini sono poco chiare, si dice che un cantastorie di nome Jirobei si sia unito a cantare con burattinai di Nishinomiya. Scopriamo insieme l’esordio e l’epoca d’oro di questo teatro e le sue principali caratteristiche.

Le fasi del Teatro Joruri

  • Nascita: Troviamo una fusione di una serie di arti preesistenti, manovratori di burattini e declamatori con accompagnamento musicale. Qui il Joruri ebbe molto successo a Kyoto, l’imperatore ne era affascinato ma il pubblico invece lo trovò troppo semplice e rude perché più legati al Teatro No;
  • Elaborazione: Iniziano a formarsi le prime vere e proprie scuole per declamatori e musicisti. Inizia ad avere il favore del pubblico, soprattutto nella zona di Osaka poiché era una città meno raffinata e considerata città dei mercanti;
  • Epoca d’oro: Dal punto di vista tecnico, si incomincia a vedere una maturità artistica e il drammaturgo famosissimo Chikamatsu portò il Joruri al successo.

Il teatro Joruri richiede la musica, i burattinai, i burattini e il testo – elementi che si sono uniti verso fine 1500.

  • Musica: Si inizia ad usare lo Shamisen, tipico strumento giapponese con tre corde, più adatto ad accompagnare il recitativo. Era fatto di pelle di serpente, di gatto o cane femmina. 
    Il Joruri è fusione di tre arti: prima il recitativo con la musica, poi il suonatore e il declamatore che formano una coppia fissa, chiamati Chobo. Il declamatore fornisce tutto ciò che si sente, quindi le voci di tutti i personaggi, compresi anche alcuni rumori. La voce del declamatore non serve solo a dare le voci ai burattini, ma fornisce anche delle descrizioni, come del tempo atmosferico, dei luoghi e a volta anche stati d’animo. Ritmo fornito dall’accompagnamento musicale;
  • Burattini: Sono la caratteristica principale del Teatro Joruri. Originariamente erano molto semplici, poi sono stati creati altri molto più elaborati, e la forma embrionale era un fantoccio su un manico di legno che non si muoveva, ma girava solo. Man mano questi burattini incominciano ad essere manovrati dal burattinaio che inizialmente si nascondeva rispetto al pubblico, poi con i burattini che diventavano sempre più grandi e particolari, anche i manovratori diventavano visibili al pubblico.
    I burattini femminili, a differenza di quelli maschili, non avevano le gambe. Ogni burattino aveva delle caratteristiche, se rappresentavano personaggi secondari erano meno elaborati e con un solo manovratore, mentre i più significativi – essendo più grandi e complessi – avevano bisogno di più manovratori contemporaneamente, infatti bisognava saper muovere le braccia e i piedi in un determinato modo. Le teste erano intercambiabili, mani e piedi – a seconda dell’importanza – potevano essere mobili o fissi e spesso si presentavano anche degli accessori come spade o ventagli;
  • Testo: La qualità del testo era molto elevata e presentava riferimenti poetici, però era molto difficile perché c’era un declamatore che doveva dare voce a tutto e, inoltre, il testo non prevedeva la divisione in battute.

Il Joruri è un limbo: ci sono elementi che rompono la magia come i manovratori a vista, ma challo stesso tempo cercano di riprodurre la realtà con la grandezza dei burattini, simili agli esseri umani e di riprodurre in maniera più reale i movimenti. Uno spettacolo decisamente unico!

Fonte immagine: Wikipedia

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