Tradizioni indiane: riti e feste

Tradizioni indiane: riti e feste

L’India è un paese pieno di contrasti ma anche di continuità. Ovunque si vada, ci si accorge subito di quanto la cultura sia presente nella vita di tutti i giorni. Le tradizioni indiane non sono solo parte del passato ma fanno ancora parte del presente, in modi molto concreti. Qui, religione e vita sociale non sono due ambiti separati ma sono spesso la stessa cosa: pregare, festeggiare, partecipare a una cerimonia, tutto questo fa parte della vita quotidiana per molte persone. Naturalmente, l’India non è un blocco uniforme, ogni regione ha le sue abitudini, i suoi riti, i suoi modi di intendere la spiritualità e anche all’interno delle stesse comunità, le cose cambiano, evolvono. Molte pratiche religiose hanno origini molto antiche, ma non è raro vedere nuovi modi di vivere la fede, soprattutto tra i più giovani. C’è chi cerca risposte nella meditazione, chi segue ancora i rituali della propria famiglia o chi esplora nuove forme di spiritualità. Alla fine, per tante persone in India, la religione è ancora un punto fermo: un senso di appartenenza. Le celebrazioni, in questo, hanno un ruolo enorme, infatti sono momenti in cui la gente si ritrova: si cucina insieme, si balla, si raccontano storie, si ride, un modo per stare vicini. Le feste religiose sono dappertutto: ci sono quelle grandissime e famose, come Diwali o Holi, che trasformano le città in un’esplosione di luci e colori ma ce ne sono anche tante più piccole, come i matrimoni, le nascite e perfino i funerali. Queste feste sono momenti che segnano la vita e che in India diventano occasioni in cui la tradizione entra nella quotidianità, occasioni per ricordarsi cosa conta davvero. E, nonostante tutto stia cambiando, queste tradizioni restano lì. 

Tradizioni indiane: il Diwali, la festa delle luci 

Il Diwali (o anche Deepavali) in sanscrito vuol dire “fila di lampade”, ed è una delle feste e tradizioni indiane più importanti in India. Ogni anno, milioni di persone, soprattutto di fede induista, giainista e anche buddista, si preparano a viverlo con grande attesa. Ma più che una festa religiosa in senso stretto simboleggia la vittoria della luce sul buio e del bene sul male. È una delle tradizioni indiane che riesce a mettere insieme spiritualità, famiglia, memoria, speranza. Durante il Diwali, le case si riempiono di luci, si accendono piccole lampade di terracotta, si preparano dolci. Ma non è solo questione di estetica o di rito: è come se, ogni anno, si cogliesse l’occasione per fare un po’ di ordine dentro e fuori, per chiudere un ciclo e ricominciare con nuove e buone intenzioni. È anche un momento molto sociale: ci si scambia visite, regali, auguri e anche chi vive lontano, nei tanti paesi dove esistono comunità indiane, trova un modo per sentirsi unito alle proprie radici. In fondo, il Diwali è anche un’occasione per stare insieme e ricordarsi che, nonostante tutto, c’è sempre qualcosa per cui valga la pena accendere una lampada. Le origini del Diwali sono avvolte da una serie di racconti mitologici che cambiano a seconda delle diverse regioni e tradizioni religiose. Nell’epoca del Ramayana, il Diwali segnava il ritorno del principe Rama ad Ayodhya e la sua vittoria sul demone Ravana. Per festeggiare, gli abitanti avrebbero illuminato la città con file di lampade a olio. Per i devoti di Vishnu, il Diwali è legato al salvataggio della dea Lakshmi, simbolo di ricchezza e prosperità, mentre per i giainisti rappresenta il giorno in cui Mahavira, il fondatore della religione, raggiunse il nirvana. Ma come e quando si festeggia il Diwali? Ogni anno in autunno, di solito tra ottobre e novembre, si festeggia per cinque giorni di fila. Ogni giorno ha un significato particolare, ma il terzo giorno è quello più significativo: è il giorno della grande celebrazione, quando case, templi e strade si adornano di candele, lanterne e piccole lampade di terracotta; e la sera i fuochi d’artificio illuminano il cielo simboleggiando l’allontanamento degli spiriti maligni. Le famiglie si riuniscono, indossano abiti nuovi, si scambiano piatti tradizionali (come i ladoos, il barfi) e offrono preghiere alla dea Lakshmi affinché porti prosperità nel nuovo anno. È considerato il momento perfetto per avviare nuove attività o fare acquisti importanti. Oltre al suo significato religioso, il Diwali rappresenta un’opportunità per il rinnovamento personale e collettivo, infatti le case vengono pulite e ristrutturate: un nuovo inizio

Holi: la festa dei colori e della rinascita

Tra le tante e vivaci celebrazioni che adornano il calendario indiano, il festival Holi occupa un posto davvero speciale. Ma l’Holi non è famosa solo per il significato che porta con sé, è amata soprattutto perché riesce a coinvolgere grandi e piccoli in un’esplosione di colori, musica, risate. È una di quelle feste dove è quasi impossibile restare a guardare: ci si ritrova in strada, coperti di polveri colorate, a ballare, scherzare, abbracciarsi. In quei momenti, davvero non importa l’età, la religione o da dove vieni. Conosciuta come la “festa dei colori”, l’Holi segna l’arrivo della primavera e quindi la fine dell’inverno. C’è un senso di leggerezza, di rinnovamento, come se tutto potesse ripartire più pulito. Dietro a questa gioia c’è anche una storia antica, legata alla mitologia hindu. La leggenda più famosa è quella del giovane Prahlad, un principe devoto che riesce a salvarsi da suo padre grazie all’intervento divino. È una storia che parla di fede, coraggio e della vittoria del bene sul male; per commemorare questo episodio, la sera prima dell’Holi si accendono grandi falò rituali, noti come Holika Dahan, dove si bruciano simbolicamente i mali del passato. La festa si divide quindi tradizionalmente in due momenti: Holika Dahan (la notte del fuoco) e Rangwali Holi (la Holi dei colori) ovvero il giorno seguente la notte del fuoco. Durante la Holi dei colori villaggi e campagne si trasformano in un grande campo da gioco dove tutti, senza distinzione di età o genere, si lanciano polveri colorate, si spruzzano acqua tinta con secchi o pistole ad acqua, ballano e cantano al ritmo dei tamburi tradizionali; Il tutto accompagnato da piatti tipici e bevande rituali. Al di là delle tradizioni religiose, Holi rappresenta soprattutto un’opportunità per demolire le barriere sociali, per perdonare e riconnettersi con gli altri. Infatti il gesto di lanciarsi colori a vicenda diventa un atto liberatorio: nessuno è escluso, tutti si uniscono in questa celebrazione della vita. Negli ultimi decenni, l’Holi ha oltrepassato i confini dell’India, da Londra a New York, da Milano a Sydney.

Le tradizioni indiane sono un tesoro culturale tra i più antichi, complessi e affascinanti del pianeta. Le tradizioni indiane, le feste e i rituali non sono solo momenti da segnare sul calendario ma sono parte della vita quotidiana. Ogni canto, ogni colore, ogni gesto ha un significato. In un paese enorme e incredibilmente vario come l’India, dove si parlano lingue diverse e si seguono religioni differenti, sono proprio queste tradizioni a creare un senso di continuità. Cambiano le forme, cambiano i modi, ma l’intento è simile: ritrovarsi, ricordare e celebrare insieme

Fonte immagine: Foto di rajesh koiri da Pixabay

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