5 luoghi dell’archeologia industriale italiana: vediamo quali

5 luoghi dell'archeologia industriale italiana: vediamo quali

5 luoghi dell’archeologia industriale italiana.

L’archeologia industriale è una disciplina che studia i reperti e le testimonianze dell’epoca della rivoluzione industriale, in tutti i suoi aspetti e contenuti come macchinari, manufatti,  infrastrutture produttive e fabbriche, che acquistano il ruolo di fonti documentarie per gli storici dell’economia e della tecnica, del lavoro e dell’impresa, dell’architettura e dell’ingegneria. La sopravvivenza di queste tracce dipende da diversi fattori umani e ambientali, ma il riconoscimento del loro valore storico, culturale e antropologico è fondamentale per porre all’attenzione della collettività il problema della loro conservazione.

In Italia, le prime ricerche di archeologia industriale si svilupparono alla fine degli anni Settanta, con lo scopo di promuovere lo studio, la catalogazione, la valorizzazione e la conservazione degli archivi d’impresa, dei macchinari e di tutte le testimonianze materiali della civiltà dell’industria. In Italia sono molte le fabbriche abbandonate dalle aziende che nel corso degli anni, si sono trasformate in moderne rovine.

Ecco 5 luoghi dell’archeologia industriale italiana da scoprire

  • Fa parte dei luoghi dell’archeologia industriale italiana, l’ex sito industriale Italsider di Bagnoli. Si tratta di un’ex acciaieria sorta nel quartiere di Bagnoli a Napoli, già sede di alcuni impianti industriali nella seconda metà del XIX secolo. La sua chiusura, avvenuta dopo un’intensa attività di circa nove decenni, rappresenta un caso esemplare dei processi di deindustrializzazione che hanno investito il Mezzogiorno sul finire del ‘900. Ad oggi è possibile notare le ciminiere spente, le carcasse delle fabbriche e il capannone rosso, parte dell’ex acciaieria. Attualmente è in corso un piano di ristrutturazione, che mira a valorizzare le eccezionali potenzialità ambientali e a rilanciare la vocazione turistico-culturale dell’area.
  • Nei luoghi dell’archeologia industriale italiana c’è anche il Linificio e Canapificio Nazionale fondato nel 1873 dal Dott. Andrea Ponti a Frattamaggiore; il quale era costituito da macchinari altamente tecnologici per l’epoca. Il complesso industriale, allo stato attuale, risulta in larga parte ristrutturato e sono stati conservati tutti gli elementi architettonici che caratterizzavano gli edifici industriali dell’epoca, come ad esempio le capriate lignee e metalliche, gli shed, i grandi capannoni in calcestruzzo armato ed il locale caldaia con l’alto fumaiolo.
  • Tra i luoghi dell’archeologia industriale italiana vi è il Palazzo dei Frigoriferi a Milano , il quale è stato costruito nel 1899, svolgendo sino agli anni Settanta la funzione di magazzino del ghiaccio, oltre che di stoccaggio di alcuni alimenti quali carni, legumi e uova e da sempre aveva assorto anche il ruolo di deposito per pellicce, tappeti ed oggetti di valore. Si presentava come un edificio squadrato a forma di parallelepipedo, dalle mura spesse ed alto quattro piani illuminati attraverso aperture a forma di feritoie. Recentemente, l’edificio è stato riqualificato preservando il fascino dello stile industriale, inoltre sono stati ricavati spazi utilizzati per l’organizzazione di presentazioni, incontri culturali, mostre, esposizioni, spettacoli teatrali e videoproiezioni.

Tra i luoghi dell’archeologia industriale italiana ci sono anche:  

  • La Villa Guaita, un’elegante residenza storica del XVIII secolo appartenuta ai proprietari del Cotonificio di Ponte Lambro. La villa si affaccia sulla riva del fiume, circondata da un ampio e pregevole parco pubblico; la dimora conserva pavimentazioni palladiane, disegni liberty, soffitti affrescati ed eleganti arredi d’epoca. Poco più a nord si conserva il complesso dell’ex Cotonificio, che ha segnato lo sviluppo economico e urbanistico di Ponte Lambro. Il filatoio è stato costruito nel 1840 ma la tradizione tessile del paese ha inizio nell’Alto Medioevo. Attualmente l’ex Cotonificio conserva molto dell’aspetto tradizionale di metà Ottocento, fra cui i caratteristici tetti a shed.
  • Dei luoghi dell’archeologia industriale italiana fa parte persino la Cartiera Vita-Mayer di Cairate, in provincia di Varese. Un’industria italiana, attiva nel settore della carta, in funzione dai primi del ‘900 al 1977. Per decenni la Cartiera Vita Mayer, un’area dismessa tra le più vaste della Valle Olona, è rimasta in stato di totale abbandono dopo il fallimento di molti piani di recupero.

Fonte immagine di copertina: Freepik

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