Casa museo di Joe Petrosino, un luogo per conoscere la storia del poliziotto italoamericano

Joe Petrosino

Casa museo di Joe Petrosino, a Padula è possibile visitare la dimora della famiglia del noto poliziotto italoamericano

Nella città campana di Padula (in provincia di Salerno) è possibile visitare diversi poli museali e culturali: la Certosa di San Lorenzo, il Museo Civico Multimediale (inaugurato nel 2014), il Battistero di San Giovanni in Fonte e la Casa museo di Joe Petrosino. Giuseppe “Joe” Petrosino è il famoso poliziotto italoamericano, ricordato dai giornali per la sua lotta contro il crimine organizzato nella New York primonovecentesca. 

Joe Petrosino, chi era il poliziotto italoamericano che sfidò la mafia?

Giuseppe “Joe” Petrosino nacque nel 1860 a Padula, un anno prima dell’Unità d’Italia. All’epoca la cittadina non era un piccolo borgo di montagna, ma un centro economico fiorente dovuto alla presenza di una certosa che attirava lavoratori agricoli e scalpellini. Dopo l’unificazione d’Italia e l’incremento del brigantaggio nel Mezzogiorno, la famiglia Petrosino decise di emigrare negli USA per timore di possibili attacchi da parte dei briganti locali. Il capofamiglia Prospero era un sarto e i fratelli Petrosino sapevano leggere e scrivere, perché istruiti da alcuni monaci che avevano abbandonato il monastero a causa delle soppressioni anticlericali del neonato Regno d’Italia. Basandoci sui resoconti del nipote Nino Melito Petrosino, il ragazzo imparò l’inglese e iniziò a lavorare come lustrascarpe presso una stazione di polizia. Qui, i “giganteschi poliziotti di origine irlandesi” iniziarono a fare amicizia con il giovane campano; poi decisero di chiedergli aiuto come consulente. All’epoca era difficile identificare  molti criminali di origine italiana arrestati, poiché erano soliti usare diminutivi anziché i propri nomi (esempio Turiddu per “Salvatore” in dialetto siciliano); infatti, soltanto un immigrato italiano poteva capire cosa dicevano e ricostruire la loro identità. 

Così Petrosino cominciò a lavorare per il Dipartimento di polizia di New York fingendo di essere stato assunto come netturbino (in modo da non insospettire molti gangster e informatori) da agenti di origine irlandese. Nel 1895, Joe divenne sergente ed era a capo delle indagini; in seguito sposò la vedova Adelina Saulino. L’uomo di legge italoamericano divenne un vero e proprio eroe, omaggiato dai giornalisti per le sue inchieste, mentre le sue vicende erano raccontate ai più giovani attraverso il nascente medium del fumetto. Ma il suo unico obiettivo era combattere la Mano nera, che minacciava le maggiori città americane attraverso l’estorsione. 

Nel 1909 Petrosino tornò in Italia e, dopo aver sostato per alcuni giorni a Padula presso la famiglia, decise di recarsi a Palermo per dare la caccia a don Vito Cascio Ferro, leader del crimine organizzato tra la Sicilia e New York. La missione dell’agente di polizia doveva essere segreta, anche se diversi giornali italiani celebrarono l’arrivo del sergente nel Bel Paese. Le notizie costarono la vita all’italoamericano, che fu ucciso nel capoluogo siciliano il giorno 12 marzo del 1909  nei giardini di villa Garibaldi (nei pressi di Piazza Marina). 

La Casa museo di Joe Petrosino, l’occasione per conoscere meglio l’eroe italoamericano 

Con le seguenti parole il sito web dedicato alla dimora della famiglia Petrosino (la quale tornò in Italia mentre Joe combatteva le cosche newyorkesi) descrive i reperti custoditi negli spazi all’interno:

il museo mantiene gli ambienti originali di casa Petrosino, ancora con gli arredi e gli oggetti del tempo. nella camera da letto, oltre la culla da neonato, rivestita di tulle, e gli oggetti da toilette posti sul piccolo mobile con specchiera, si osservano le fotografie originali d’epoca dei familiari di Joe Petrosino. nella sala da pranzo, arredata con mobili in stile liberty, è la tavola apparecchiata con le stoviglie di famiglia e tovaglioli con il monogramma. nei dipinti e nelle fotografie alle pareti o poste sui mobili si susseguono le generazioni dei Petrosino.

All’inizio della visita i turisti prendono parte alla visione di un piccolo documentario che  racconta delle vicende familiari dei Petrosino negli USA, così come i diversi contributi del poliziotto per salvaguardare altri immigrati italiani dall’entrare in affari con mafiosi in fuga nel Nuovo Mondo per affari.

A fine percorso c’è un piccolo cartellone dedicato ai diversi volti cinematografici di Petrosino, ovvero tutti gli attori che lo hanno interpretato in film o in fiction televisive. È il caso di  Ernest Borgine in Pagare o morire (Pay or Die, 1960), Adolfo Celi in Joe Petrosino della RAI (1972) e Beppe Fiorello in uno sceneggiato RAI dallo stesso nome del precedente (2006). Prossimamente il divo hollywoodiano Leonardo DiCaprio sarà il protagonista di un adattamento cinematografico del romanzo hard boiled, noir e di non-fiction La mano nera: la vera storia di Joe Petrosino (The Black Hand: The Epic War Between a Brilliant Detective and the Deadliest Secret Society in American History, 2017) dello scrittore e giornalista statunitense-irlandese Stephan Talty in una produzione targata Paramount Pictures.

La casa museo di Joe Petrosino è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle ore 11 alle 17. Il prezzo del biglietto è di 4 €, mentre gli studenti possono usufruire di un ridotto da 1€

Fonte immagine di copertina: Foto di Salvatore Iaconis per Eroica Fenice 

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024. Sono stato un lettore onnivoro fin da piccolo e un grande appassionato di libri e di letteratura, dai grandi classici letterari ai best-seller recenti, e grande ammiratore dei divulgatori Alberto e Piero Angela. Oltre ad adorare la letteratura, la storia antica e la filosofia, sono appassionato anche di cinema e di arte. Dal 26 gennaio 2021 sono iscritto all'Albo dei Giornalisti continuando a coltivare questo interesse nato negli anni liceali.

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