Magna via Francigena: un percorso per il pellegrino del domani

Magna via Francigena

pellegrinoSotto un caldo sole estivo, il viandante camminava alla ventura. Il bastone fra le mani, ora alzato ora saldamente piantato a terra, per reggere il peso sempre più ingente del corpo. Le gambe stanche, indolenzite, ma il cuore così leggero. Non era un viandante qualunque, era un pellegrino. Sapeva da dove provenisse la sua voglia di camminare, ma non era sicuro che le forza fisica lo avrebbe sorretto fino al traguardo. Ma si sa, il pellegrino è sospeso tra la dura terra e il limpido cielo. Era proprio quel pensiero a continuare a spingerlo per quelle strade tortuose, verso la risurrezione dell’animo.

Quest’estate, vuoi essere pellegrino anche tu? La Magna via Francigena

Il Comune di Castronovo in Sicilia per noi pellegrini del futuro ha già designato un percorso che vedrà la luce nel mese di giugno. Il pellegrino più audace nel 1000 avrebbe percorso il famoso Cammino di Santiago di Compostela, che da sempre freme sotto i piedi dei turisti. Ma dal mese prossimo, anche le pietruzze della Magna Via Francigena scricchioleranno sotto i piedi di milioni di visitatori, inebriati dalle solari bellezze della Sicilia.

La strada di riferimento è Magna, perché imponente; Francigena, dalla antichissima origine del suo battesimo, avvenuto per mano della famiglia d’Altavilla, di cui sicuramente ricorderemo il nome di Costanza, madre di Federico II. Il loro progetto di ri-cristianizzare il territorio siciliano ancora immerso nell’esotismo arabo portò alla costruzione di stupefacenti cattedrali, tra le quali quella più famosa, proprio in apertura di uno dei vari percorsi proposti dal progetto della Magna Via: la Cattedrale di Palermo. Questa è già di per sé sintomatica della missione dei normanni: cattedrale cristiana nata sullo scheletro di un antico tempio musulmano.

Ma entrambe le realtà potranno essere respirate nei percorsi per il pellegrino del domani, tutti magistralmente presentati sul sito ufficiale della Magna Via Francigena. Ogni percorso è descritto nei minimi particolari: durata, pendenza dei sentieri, e persino la sua difficoltà. Sempre restando nello spirito del pellegrino desideroso del suo cammino, ma anche del giusto ristoro. La strada, che collega Agrigento a Palermo, ha visto impegnati infatti anche i privati, che hanno messo a disposizione le loro case come luoghi di ospitalità per restare il più vicini possibile allo spirito dell’XI secolo. In alternativa, parrocchie, ostelli o alberghi di lusso, senza però tradire la spiritualità del percorso.

Obiettivo finale: Agrigento e la sua cattedrale. Questa perla del turismo religioso ha la sua forza nella comprensione di ogni tipologia di pellegrino. Le otto tappe, o percorsi alternativi, sono infatti la parcellizzazione del completo cammino da Palermo proprio verso Agrigento. Chi non vorrà seguirlo tutto, avrà dunque la possibilità di spezzettarlo, non perdendo però l’occasione di prenderne parte.

Cosa deve portare il pellegrino nella bisaccia?

L’equipaggiamento è essenziale da curare, a maggior ragione per chi dovesse scegliere di percorrere l’intero cammino. Il sito ufficiale del progetto riporta i consigli della guida ambientale ed escursionista Cristina Menghini, la quale ha stilato una lista completa e accurata di cosa portare a seconda delle necessità del pellegrino. Indumenti differenziati per estate e inverno, con le corrispondenti maglie termiche, scarpe o sandali, fino a oggetti meno comuni, come piccoli pannelli solari da utilizzare per le comunicazioni. Insomma, tutto all’insegna del benessere e della depurazione di corpo e mente.

La Curia Arcivescovile di Agrigento ha pensato di recuperare questo tesoro, e ha fatto bene. Camminare a passo lento, sotto il sole, alla ricerca del sollievo dell’ombra, immersi in un mondo verde e ricco di monumenti, con il pensiero rivolto al cielo: queste le caratteristiche del pellegrino di ieri come di oggi. Il pellegrino nascosto in noi non può che reclamare di essere liberato, e di spiccare il volo.

A proposito di Carolina Borrelli

Carolina Borrelli (1996) è iscritta al corso di dottorato in Filologia romanza presso l'Università di Siena. Il suo motto, «Χαλεπὰ τὰ καλά» (le cose belle sono difficili), la incoraggia ogni giorno a dare il meglio di sé, per quanto sappia di essere solo all’inizio di una grande avventura.

Vedi tutti gli articoli di Carolina Borrelli

Commenta