Turismo in Hokkaido: 4 città al limite del sogno

Turismo in Hokkaido: 4 città al limite del sogno

Turismo in Hokkaido: 4 mete imperdibili all’insegna della scoperta di storia e cultura locali.

L’Hokkaido 北海道 (la via per il mare del nord) è l’isola principale più a nord del Giappone, contraddistinta da un rimarchevole excursus storico, cui sviluppi particolarmente significativi si hanno avuti negli ultimi secoli. Questo per una ricca incentivazione del territorio locale e il proprio ruolo strategico. La popolazione è aumentata a dismisura fino al giorno d’oggi, ed è divenuta tappa di riguardo per chiunque sia attratto dall’esotismo nipponico.

In realtà, questa rinominata isola è a suo modo unica nel suo genere.

Quanto appena affermato si rivede nelle condizioni atmosferiche e temperature che collidono con quelle sperimentate nel resto dell’arcipelago giapponese. Si parla di estati meno umide e afose o di inverni più rigidi. La fioritura dei ciliegi si sperimenta pressoché con un mese di ritardo rispetto al classico periodo di fine marzo ed inizio aprile.

La bianca terra innevata è di per sé fattore di attrazione che ha promosso il turismo in Hokkaido.

1. Otaru

Per chiunque si trovi a visitare l’Hokkaido, non può non dedicare almeno un giorno della propria permanenza alla pittoresca città portuale di Otaru. Storia e tradizione, influenze di ieri ed oggi, suscitando un’atmosfera tanto nostalgica quanto incantevole. Facilmente raggiungibile, tramite sistema ferroviario, da Sapporo in 30 o 45 minuti per poche centinaia di Yen, in base alla tipologia di treno che si preferisce adoperare.

La matrice storica di questa piacevole cittadina ha radici parecchio arcaiche: pare fosse abitata in origine dagli Ainu, popolazione indigena del Giappone, che avrebbero anche coniato la parola Otaru per identificare quella stupenda terra. Secondo la lingua Ainu, significa fiume che scorre attraverso una spiaggia sabbiosa.

In giapponese Otaru-shi 小樽市 (città di Otaru), è stato un importante centro economico e finanziario per molto tempo, fino al 1950, quando avvenne il passaggio del testimone alla vicina Sapporo. Solo nel 1922 fu insignita del titolo di città: prima si parlava di “villaggio”. L’economia locale poggiava fortemente sulla pesca delle aringhe e sulla produzione di carbone, ma in seguito allo stock ittico la posizione finanziaria di Otaru passò in secondo piano.

L’influenza occidentale è stata notevole ed impattante sul territorio, come si può rivedere nel gusto estetico di molti edifici riadattati come alberghi o negozi. In quanto rinomata località turistica, gode di numerosi fattori di attrazione che suscitano uno sconfinato interesse per chi si trovi a visitarla, o almeno informarsi. Se si parla di turismo in Hokkaido, non si può rinunciarvi.

In linea di massima, i punti di forza si addensano in:

  • Specialità culinarie, quali il pesce fresco di elevata qualità e la pregiata birra Otaru, altra peculiarità del posto;
  • Musei e monumenti per rivivere la cornice storica ben radicata nella città contemporanea;
  • Il romantico e imperdibile canale di Otaru.

Nishin Goten 鰊御殿 è l’espressione giapponese in riferimento agli edifici dediti alla lavorazione del pesce, più specificamente all’industria ittica che, come già anticipato più sopra, ricopriva una fetta non trascurabile dell’intero capitale economico, finché nel ‘900 non furono dismessi. Oggi è possibile visitare la famosa Casa delle Aringhe, in memoria dell’arte della pesca, affiancata dall’illustre Residenza Aoyama (旧青山別邸, Kyuu Aoyama Bettei), dove vigeva l’omonima famiglia che con il proprio commercio dell’aringa riuscirono a racimolare notevoli ricchezze.

In memoria della longeva tradizione del whisky giapponese, una visita alla distilleria Nikka nel quartiere di Miyazaki è da non perdere. Nikka ritorna nel pregiato whisky locale, chiamato Whisky Nikka, per l’appunto.

Estremamente consigliata una passeggiata notturna lungo il bellissimo Canale di Otaru (小樽運河, Otaru unga): lanterne decorative, luci che si riflettono sullo specchio dell’acqua e bellissimi edifici in mattoni che rendono l’atmosfera ancora più suggestiva. Di giorno artisti che si apprestano a mostrare le proprie opere.

2. Hakodate

Per chiunque pratichi turismo in Hokkaido, o in Giappone in senso ampio, la città di Hakodate, o Hakodate-shi函館市, è una meta irrinunciabile. Localizzata ai piedi dell’omonimo Monte Hakodate, visitabile e da cui si può vivere una panoramica mozzafiato dell’ambiente circostante.

Attribuitole l’appellativo di città solo nel 1922, ed oggi è la terza più popolosa dell’Hokkaido, dopo Sapporo e Asahikawa. Campo di battaglia di numerose guerre civili tra giapponesi ed ainu; forze dello shogun e dell’Imperatore Meiji. In seguito alla Convenzione di Kanagawa del 1854, Hakodate divenne il primo porto del Giappone ad aprire al commercio americano. Infatti, così come altre località dell’isola giapponese trattata, l’influenza occidentale ed in particolare quella russa, han trovato terreno fertile. Una relativa prossimità geografica e fattori storici che lega Russia e Giappone, hanno garantito scambi culturali fra le due parti. Si pensi alla presenza di chiese in stile neorusso ed affini all’ortodossia russa, ospitanti numerosi fedeli.

È la città del cibo di alta qualità, ospitante ristoranti con piatti deliziosi, a base di pesce fresco. Si consiglia anche la visita al mercato mattutino del pesce presso la stazione di Hakodate.

Ciò per cui si contraddistingue è il paesaggio in relazione all’alternarsi del ciclo delle stagioni: la caduta delle foglie in autunno, scenari innevati (una delle tipicità dell’Hokkaido), la splendida fioritura dei ciliegi col sopraggiungere della primavera, e il rilassante tepore del clima estivo.

In Giappone, durante i mesi di marzo e aprile (o anche maggio se si parla di Hokkaido), turisti e locali accorrono in occasione della piena fioritura dei ciliegi (満開mankai), così da poter assistere ad una natura splendidamente rigogliosa. Per l’ohanami お花見 (“vista dei fiori di ciliegio”) una postazione ad hoc è il Goryoukaku 五稜郭, fortezza all’italiana adoperata durante la fase della Repubblica di Ezo (27 gennaio 1869 – 27 giugno 1869).

Per un iter coi fiocchi, si suggerisce la Yunokawa Onsen, rinomata località termale, e il quartiere di Motomachi, per immergersi in tradizione e storia.

3. Sapporo

In giapponese Sapporo-shi 札幌市, e precedentemente denotata come pianura di Ishikari.

È una città relativamente giovane, le cui origini risalgono intorno al 1868, anno in cui si affermò il Regime Meiji, che contribuì fortemente ad un progetto di modernizzazione e centralizzazione dell’ex pianura. Sia la conformazione del territorio, sia il supporto di autorità statunitensi, permisero che Sapporo potesse divenire capoluogo dell’Hokkaido, privando il primato che originariamente spettava ad Hakodate. In seguito a migrazioni provenienti dall’Honshu e la presenza di tribù indigene locali, quali gli ainu, Sapporo, così come gran parte dell’isola giapponese, poté vantare di prosperità e ruolo strategico ineguagliabili.

Gli ainu, precedentemente citati, hanno lasciato un segno indelebile nella cultura del Paese, e lo si rivede attraverso appellativi con i quali si ha dato un nome a queste famose città, un tempo terre prive dell’alto tasso di popolazione che si registra oggi. Coerentemente con la lingua ainu, Sapporo proviene dal termine sat poro pet, grande fiume asciutto.

La cornice storica che contraddistingue questa fantastica terra è oltremodo interessante, ma vediamo insieme in che modo Sapporo ha contribuito a sollevare l’asticella a favore del turismo in Hokkaido. Includere tutte le attrattive turistiche della città giapponese sarebbe a dir poco impossibile: si tratta della quinta più popolosa in Sol Levante, e la classificata degnamente come numero 1 in fattore di attrattività, sempre in relazione al Giappone.

Al fine di poter riproporre efficacemente i molteplici punti di forza di Sapporo, stiliamo una breve lista che ci permetterà orientativamente di analizzarli:

  • Sapporo Yuki Matsuri 札幌雪祭り;
  • Shiroi Koibito Park;
  • Monte Moiwa;
  • Museo della birra di Sapporo.

A favorire il turismo in Hokkaido, ed in particolare nella suggestiva città di Sapporo, sono gli eventi stagionali che per tradizione e richiesta hanno continuato a susseguirsi negli anni, risultando in elementi chiave ed emblematici del territorio. Gli anni ‘90 videro l’inizio degli eventi annuali nella città, con il Pacific Music Festival nel 1990 e lo Yosakoi Souran Festival nel 1992.

Ma imperdibile è il famoso Festival della neve di Sapporo, in giapponese 札幌雪祭りSapporo Yuki-matsuri; che rispetto ad altre celebrazioni locali gode di una ammirevole longevità.

Prima annualità in cui si tenne il festival fu nel 1950, quando un gruppo di sei studenti eressero sculture in neve nel vicino parco, l’Odori, per cui si auspica una visita se si è nei paraggi. Del resto, parte del festival si tiene proprio in medesimo parco, quindi non potrà passare inosservato. Attraverso mass media ed entusiasmo locale, che accolse questa idea come tentativo di risollevamento dalla depressione post-bellica, si arrivò a parlare del festival che conosciamo oggi, e a cui accorrono sia giapponesi di ogni isola dell’arcipelago, sia turisti da ogni parte del mondo. Si tiene verso il mese di febbraio e dura all’incirca 6-7 giorni, entro i quali è possibile assistere a tantissime creazioni fatte di neve.

Inoltre, per chiunque voglia regalare qualche souvenir, scelta ad hoc poggia sui shiroi koibito, traducibile come innamorati bianchi: dolcetti tipici locali a cui è destinato un vero e proprio parco dell’intrattenimento: lo Shiroi Koibito Park.

Scorrendo avanti, si giunge al Monte Moiwa. Si tratta di una piccola montagna situata a brevissima distanza dal centro di Sapporo, meta popolare per un’ottima vista panoramica della città tutta. In una località contraddistinta da inverni molto rigidi, non possono mancare continui incentivi a favore di sport invernali. Infatti, per gli appassionati si suggerisce una visita all’impianto sciistico Teine.

Per neofiti e non della cultura giapponese, non potrà risultare nuova la birra Sapporo, peculiarità e prodotto richiestissimo sul commercio. In virtù della fama acquisita per la sua prelibatezza, un’ex fabbrica è stata riproposta al pubblico come Museo della birra di Sapporo, prodotta sin dal 1877.

4. Asahikawa

Ad oggi, seconda città dell’Hokkaido più popolata, dopo Sapporo. Dal giapponese asahi旭 (sole del mattino) e kawa 川 (fiume): il fiume del sole mattutino.

Rappresenta un ottimo punto di transizione per raggiungere la gola di Sounkyo e il Daisetsuzan 大雪山, il più grande parco nazionale dell’Hokkaido. Era uno dei più grandi insediamenti di popolazioni Ainu, finché non vi fu l’arrivo dei colonizzatori giapponesi nel 1889. Oggi ha un’inevitabile funzione cardinale per il turismo in Hokkaido.

Di Asahikawa non possiamo non citare il famoso shoyu ramen 醬油ラーメン, versione locale del famoso piatto cinese, che acquisisce qui una colorazione tendente al marroncino grazie all’aggiunta della salsa di soia nel brodo. A distinguersi è, tuttavia, la zuppa doppia, a base di pesce e che si tramanda da oltre 50 anni. A qualche chilometro di distanza di Asahikawa è possibile avvistare numerosi servizi di ristorazione che vi permetteranno di gustare tale patrimonio della città. Forte spinta anche nella produzione di saké e allo shopping con la prima strada pedonale riservata esclusivamente agli acquisti: Heiwa Street (1972). Oggi strada principale di Asahikawa.

A chiudere il cerchio, lo zoo di Asahiyama e il Festival Invernale di Asahikawa, che procede su falsa riga di quello di Sapporo, ma meno famoso e dunque meno affollato, nonostante la presenza di sculture di neve di elevata qualità e maestria.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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