Animali insoliti: 3 da conoscere

Animali insoliti

La fauna mondiale vanta circa 1,8 milioni di specie attualmente conosciute. Tuttavia, sono ancora numerosissime quelle non ancora scoperte e catalogate, in gran parte si tratta di animali marini, tropicali e piccoli invertebrati. Di quelli a noi noti, ce ne sono alcuni che definiremmo animali “insoliti”, in particolare oggi ne presentiamo tre: il gatto orsino, l’aye-aye ed il drago foglia

1. Binturong: l’insolito animale che profuma di popcorn

Esploriamo le conoscenze sul primo di questi animali insoliti: un animale con il corpo tozzo di un orsacchiotto, la coda prensile da scimmia, i baffi da gatto e un’andatura un po’ goffa: ecco il binturong (arctictis binturong, anche noto come “gatto orsino”), il più grande rappresentante delle civette asiatiche (appartenente alla famiglia dei viverridi). Gli adulti di binturong raggiungono i 15 kg e sfoggiano un mantello nero e ispido che li fa sembrare dei piccoli orsi, ma la loro caratteristica più nota è la coda muscolosa, unica tra i viverridi e descritta dagli studiosi come un quinto arto, utile per arrampicarsi. Vivono nelle foreste pluviali dal Nepal all’Indonesia e hanno una peculiarità: il loro odore. Incredibile ma vero, le ghiandole aromatiche producono un profumo sorprendentemente simile al popcorn caldo. Insomma, il binturong rientra tra gli animali insoliti sia per aspetto che per odore!

<em>Binturong, anche detto "gatto orsino" (Foto di Kristian Thomas - Pexels)</em>
Binturong, anche detto “gatto orsino” (Foto di Kristian Thomas – Pexels)

I gatti orsini, secondo diversi studi, vengono ritenuti animali notturni e crepuscolari, mentre le ore diurne le occupano per il riposo tra gli alberi. Al risveglio, vanno in cerca di frutta matura, soprattutto fichi. Il loro “dominio” si estende per circa 6 km² e viene condiviso con gli altri esemplari: ciò ci fa capire che non sono animali particolarmente “territoriali”. Durante la stagione delle piogge, si fanno più attivi, percorrendo fino a 4 km a notte.  

Purtroppo, questo mammifero unico è a rischio. Oltre alla deforestazione, il mercato nero li bracca per la carne, la pelliccia, il caffè di civetta (prodotto con chicchi ingeriti ed “elaborati” dall’animale) e, sempre di più, come animali esotici da compagnia. Le ricerche di Gomez e Shepherd del 2024 hanno dimostrato che, in Indonesia, Facebook è diventato una bacheca virtuale per il commercio di questi esemplari: in soli 4 mesi sono stati trovati oltre 700 in vendita online. Sebbene siano protetti per legge dal 1990, i trafficanti continuano con queste vendite, pagando talvolta multe irrisorie rispetto al guadagno che ne ricavano.

Oltre al fascino di un animale che sembra uscito da un cartone animato, i binturong si mostrano essenziali nella rigenerazione degli ecosistemi: con i loro spostamenti, spargono semi ovunque, aiutando la crescita di nuove piante. Proteggerli significa difendere intere foreste. E anche questo è uno dei motivi che dovrebbero spingerci a tutelare di più questi animali: sono necessari più controlli e delle campagne per ridurre le domande d’acquisto, affinché non scompaiano.

2. Aye-Aye: tra gli animali particolari soggetti a tabù  

Un’altra specie particolare è rappresentata sicuramente dall’aye-aye: un primate con orecchie da pipistrello, i denti di un roditore e un dito medio allungato e scheletrico con il quale l’animale batte sui tronchi. Il suo nome scientifico è daubentonia madagascariensis e da questo si può dedurre dove si trova questa creatura: in Madagascar. Sebbene dall’aspetto possa sembrare ad alcuni un animale carnivoro, in realtà l’aye-aye è un piccolo primate notturno (pesa circa 3 kg), che si nutre principalmente di noci.

<em>Aye-aye allo Zoo di Francoforte (Foto di Elias Neideck, CC BY-SA 4.0 - Wikimedia Commons)</em>
Aye-aye allo Zoo di Francoforte (Foto di Elias Neideck, CC BY-SA 4.0 – Wikimedia Commons)

Con gli incisivi a crescita continua scava fori nella scorza e poi estrae il prezioso contenuto col suo dito medio allungato, come uno stecchino naturale. Inoltre, è stato visto che nel periodo che va da giugno ad ottobre, tende a nutrirsi della corteccia di Afzelia bijuga, mentre a settembre si ciba soprattutto di fiori di Macaranga e fagioli di Entada. Ciò non vuol dire che l’aye-aye non si cibi anche di insetti (tuttavia, le larve sono occasionali). 

Stando agli studi del ricercatore Iwano Taizo, nella Riserva di Nosy Mangabe, l’aye-aye trascorre oltre il 40% del tempo nutrendosi quando le noci sono abbondanti. Di giorno riposa, ma al crepuscolo si muove agile tra gli alberi, evitando il terreno. Pur essendo solitario, il 13% delle osservazioni registra gruppi fino a 4 individui. Le interazioni sociali includono anche piccole “contese” per il cibo e inseguimenti tra maschi e femmine, accompagnati da richiami acuti che riecheggiano nella foresta. 

La sua distribuzione coincide con quella degli alberi di noci nella costa orientale e negli altopiani centrali del Madagascar. Il suo aspetto ha fatto nascere in questa zona un tabù locale che lo considera portatore di sfortuna: se avvistato di giorno, infatti, viene ucciso.

Questa specie è a rischio a causa della deforestazione, essendo dipendente dagli alberi di noci, ma la sua unicità deve essere un monito: proteggere lui significa proteggere le foreste malgasce e i loro misteri notturni, dando importanza anche a questi piccoli animali insoliti che modificano l’ecosistema.

3. I draghi foglia: animali insoliti o surreali?

L’ultimo degli animali particolari presentati è il drago foglia (il cui nome scientifico è phycodurus eques): con il suo aspetto surreale che ricorda un alga fluttuante, è uno degli abitanti più spettacolari degli oceani. Appartenente alla famiglia dei syngnathidae (la stessa di cavallucci marini e pesci ago) ed è parte di una specie endemica delle coste meridionali dell’Australia, dove si mimetizza tra le foreste di kelp e le praterie di posidonia.

<em>Un drago foglia al Monterey Bay Aquarium (Foto originale di EyeKarma, editing di Papa Lima Whiskey, immagine di dominio pubblico - Wikimedia Commons)</em>
Un drago foglia al Monterey Bay Aquarium (Foto originale di EyeKarma, editing di Papa Lima Whiskey, immagine di dominio pubblico – Wikimedia Commons)

Ovviamente, le sue appendici simili a foglie non sono solo decorative: servono a confondersi con la vegetazione marina, sfuggendo ai predatori. A differenza dei cavallucci marini, non ha una coda prensile per ancorarsi, ma si affida al mimetismo e a movimenti impercettibili per passare inosservato, fingendosi un’alga. La sua struttura corporea, ricoperta da placche ossee, offre protezione senza compromettere l’eleganza del nuoto.  

Mantenere i draghi foglia in cattività è complesso. Come evidenziato nel manuale Syngnathid Husbandry in Public Aquariums (2005), sono sensibili a infezioni batteriche (come i vibrioni) e fungine. Il trasporto richiede accorgimenti speciali: per evitare che ingeriscano aria durante il viaggio, vengono spesso trasferiti in sacche piene d’acqua senza bolle d’ossigeno residue.  

Classificato come specie prioritaria dai programmi europei di conservazione (FAITAG), il drago foglia beneficia delle ricerche condotte negli acquari. Strutture come il Toledo Zoo hanno creato exhibit dedicati, combinando esposizione pubblica e studi sulla riproduzione. Tuttavia, la scarsità di dati sul ciclo vitale in natura rende cruciale l’allevamento controllato per garantirne la sopravvivenza.  

Inoltre, nel manuale è evidenziata un’altra particolare caratteristica di questi animali: mentre i maschi incubano le uova, le femmine le depositano su una “piastra incubatrice” situata sotto la coda del partner, dove restano protette per 6-8 settimane. Alla schiusa, i piccoli sono autonomi e già abili nel mimetismo, sebbene meno elaborati degli adulti.

Conclusioni

Il fascino degli animali insoliti che vivono sulla Terra ha sempre catturato la nostra attenzione, ma non è solo per il loro aspetto che bisogna tutelare queste creature. Tutte le specie che ci circondano sono fondamentali per l’ecosistema ed è per questo che si rivela fondamentale per noi imparare a rispettarli. Proteggerli significa proteggere il nostro pianeta e noi stessi, poiché facciamo tutti parte di esso.

 

Fonte immagine in evidenza: Pixabay (di Marjon Besteman)

Fonti bibliografiche:

– Gomez, L., & Shepherd, C. R. (2024). The illegal trade of binturongs in indonesia (arctictis binturong). Deleted Journal, 1(1). https://doi.org/10.1007/s44338-024-00029-8

– Grassman, L. I., Tewes, M. E., & Silvy, N. J. (2005). Ranging, habitat use and activity patterns of binturong Arctictis binturong and yellow-throated marten Martes flavigula in north-central Thailand. Wildlife Biology, 11(1), 49–57.

– Bull, C. D., & Mitchell, J. S. (2005). Syngnathid husbandry in public aquariums. In H. Koldewey (Ed.), 2005 Manual. Zoological Society of London.

– Iwano, T. (1991). An Ecological and Behavioral Study of the Aye-Aye (Daubentonia madagascariensis). In African Study Monographs (Vols. 19–42).

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