Il Dugongo: tutto sulla mucca di mare a rischio estinzione
Chi è il Dugongo: la vera mucca di mare
Il Dugongo (Dugong dugon), affettuosamente noto come mucca del mare, è un grande mammifero marino dell’ordine dei Sirenia. Questo gentile gigante è purtroppo classificato come specie a rischio estinzione a causa delle attività umane che minacciano il suo delicato habitat. Il suo soprannome deriva dal suo comportamento lento e pacifico e dalla sua dieta, simile a un bovino che pascola sui fondali marini. Spesso confuso con il lamantino, il Dugongo si distingue per la sua coda a forma di mezzaluna, simile a quella dei cetacei. Oltre ad arricchire il patrimonio marino, è un animale che, nelle aree dove è ancora presente, attira un turismo rispettoso e consapevole.
Caratteristiche del Dugongo: dimensioni, aspetto e riproduzione
Il Dugongo presenta una vista scarsa a causa dei suoi occhi piccoli e leggermente infossati. Le sue dimensioni sono imponenti: può raggiungere i 3 metri di lunghezza e un peso di 400 kg. Sebbene appartenga all’ordine Sirenia, il suo sistema respiratorio lo costringe a risalire in superficie per prendere l’ossigeno di cui ha bisogno, che immagazzina nei muscoli per rimanere sott’acqua anche per diversi minuti. Non è difficile distinguere un Dugongo femmina da un maschio, poiché le femmine tendono a essere leggermente più grandi. Per quanto riguarda la riproduzione, il Dugongo raggiunge la maturità sessuale tra gli 8 e i 18 anni. La gestazione dura circa 12-14 mesi, al termine dei quali la madre porta il cucciolo in superficie per il suo primo respiro, per poi allattarlo per oltre un anno.
Habitat e alimentazione del Dugongo
Il Dugongo vive nelle acque costiere calde e poco profonde della regione Indo-Pacifica, dalle coste orientali dell’Africa fino all’Australia. Essendo un animale erbivoro, il suo habitat è strettamente legato alla presenza di ampie praterie sottomarine. La sua dieta consiste principalmente in alghe, piante acquatiche e, soprattutto, fanerogame marine, che sradica dal fondale con il suo muso robusto. Questo comportamento lo rende una preda vulnerabile per predatori come gli squali tigre, motivo per cui preferisce nutrirsi in zone protette e a basse profondità, dove il rischio è minore. È l’unico mammifero marino a essere strettamente erbivoro.
Il Dugongo e il rischio estinzione: una specie vulnerabile
Il Dugongo è un animale raro e la sua popolazione è in costante declino. La IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) lo classifica come specie Vulnerabile a livello globale.
Le principali minacce per il Dugongo
La principale minaccia per la sopravvivenza del Dugongo è l’uomo. Tra le cause principali del suo declino troviamo il bracconaggio per la sua carne e il suo olio, la cattura accidentale nelle reti da pesca, le collisioni con le imbarcazioni e, soprattutto, la perdita e il degrado del suo habitat. L’inquinamento e lo sviluppo costiero stanno distruggendo le praterie di fanerogame marine, la sua unica fonte di cibo.
Lo stato di conservazione: estinto in Cina, vulnerabile altrove
La situazione è drammatica in alcune aree. Il Dugongo è stato dichiarato funzionalmente estinto nelle acque della Cina nel 2022, poiché l’ultimo avvistamento confermato risale al lontano 2008. Fortunatamente, popolazioni significative sopravvivono ancora lungo le coste settentrionali dell’Australia, nel Mar Rosso e in alcune zone dell’Oceano Indiano, dove sono in atto progetti di conservazione.
Il Dugongo nel mito e nella cultura
L’aspetto unico del Dugongo ha alimentato miti e leggende per secoli. Si ritiene che le antiche osservazioni di questi animali abbiano ispirato il mito delle sirene. Una curiosa leggenda narra che le sue lacrime siano una pozione magica e le sue ossa potenti talismani. Il suo fascino ha contagiato anche la letteratura: il Dugongo appare in Ventimila leghe sotto i mari e ne L’isola misteriosa, due celebri romanzi d’avventura di Jules Verne. Come tutti gli animali, è fondamentale tutelarlo e gestire le attività umane in modo sostenibile per non privare il pianeta della sua presenza.
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons