Momenti trash Formula Uno, i 10 più iconici

I 10 momenti più trash della Formula Uno

 I momenti più trash della Formula Uno: quando la massima competizione motoristica genera grosse risate

La Formula Uno è una competizione epica, in cui i piloti gareggiano a colpi di sorpassi e strategie per guadagnarsi la gloria eterna, che sia la vittoria dell’alloro mondiale, un podio, una semplice manciata di punti o anche la sola possibilità di prendere parte a un Gran Premio. 

Peccato che molto spesso spinti da tale foga i piloti di Formula Uno si lascino andare a qualche scorrettezza di troppo o si rendono protagonisti di strategie fin troppo azzardate dai risultati imbarazzanti. Altre volte invece capita che o per disattenzione, per inettitudine, mancanza di talento e anche per sfortuna, dalle loro performance al volante ne scaturiscono dei momenti divertentissimi.

Andiamo quindi a scoprire i 10 momenti più trash della storia della F1, tra incidenti evitabilissimi, cadute di stile, eventi sfortunati e “scivoloni” clamorosi!

I momenti più trash della storia della Formula Uno: allacciate le cinture!

1. “Fino a qui tutto regolare” 

1998,  sotto un diluvio universale, va in scena il Gran Premio del Belgio, uno dei circuiti più iconici della storia della F1.  La gara inizia sotto la pioggia torrenziale e vede sfilare in prima posizione Mika Hakkinen, seguito da Jacques Villeneuve.

Poche curve, pochissime migliaia di metri ed ecco che succede il finimondo. Come un direttore di orchestra, il mitico telecronista Gianfranco Mazzoni, con l’ormai storica frase, “fin qui tutto regolare”, da il via a un vero e proprio disastro. Coulthard in uscita dalla curva Surs va a sbattere con il muretto, rimbalzando in pista e colpendo tutte le vetture che sopraggiungevano. Ne deriva una serie di tamponamenti a catena, con macchine che roteano e rimbalzano una sull’altra, mentre pezzi di telai e pneumatici vengono sparati in aria. Come se non fosse abbastanza, il pilota brasiliano Riccardo Rosset decide di autoinvitarsi alla festa di autoscontri sopraggiungendo a tutto gas, inconsapevole di quello che stava succedendo. L’incidente passerà alla storia come l’incidente di F1 in cui sono state coinvolte il maggior numero di vetture, ben 13.

Credete sia finita qui? Per niente. Dopo tutto il casino la gara riprende e dopo una ventina di giri Schumi si trova in prima posizione con davanti la macchina di David Coulthard da doppiare. La cosa non va a finire bene. Il pilota della Mclaren rallenta troppo e Schumi nella nebbia belga lo centra in pieno, distruggendo la sospensione anteriore destra. Schumacher rientra in fretta e furia ai box, scende dall’auto e si catapulta nel box Mclaren, con l’espressione alla Silvester Stallone, pronto a spaccare il muso di Coulthard, venendo poi bloccato dai meccanici. Comunque la gara la concluderanno solamente in otto su venti. Più trash di così.

2. Monza 1995, tutta colpa di una telecamera 

La Ferrari ha legato il suo nome alla F1 fin dai suoi albori, divenendo la scuderia più iconica della storia e regalando ai suoi appassionati momenti epici, grandissime gioie e una serie di successi sterminata. A volte però, la scuderia di Maranello si è resa protagonista di episodi alquanto imbarazzanti, regalando alla Formula Uno dei momenti trash di altissima qualità. Storia di una doppietta insperata, assaporata, sfiorata e poi persa miseramente nel gran premio di Monza del 1995.

La Ferrari quell’anno poteva contare su due piloti, Alesi e Berger, tra i più amati della storia del cavallino, entrambi fortissimi, ma estremamente sfigati. In un’annata complicata che vide la Benetton e la Williams dominare il campionato, la rossa si trovò improvvisamente ad avere la grande occasione di mettere in saccoccia una doppietta fantastica nel gran premio di casa. Al giro 33 però, la camera car posizionata sull’alettone posteriore di Alesi si stacca e colpisce la sospensione del suo compagno di squadra costringendolo al ritiro. Anche Alesi a soli 7 giri dalla fine sarà costretto al ritiro a causa della fusione di un cuscinetto. Una storia che ai ferraristi fa ancora venire da piangere, magari anche un po’ da ridere, ma soprattutto piangere.

3.Ungheria, un Gran Premio di Bowling

Mentre impazza la rivalità tra il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton e l’astro nascente Max Verstappen, la pioggia ancora una volta ci regala un GP dai risvolti tragicomici. Il weekend di gara inizia in maniera relativamente tranquilla, portandosi dietro solo qualche strascico dell’incidente di Silverstone che ha visto protagonisti proprio i due contendenti al titolo.

Dopo le prove e le qualifiche disputate sull’asciutto, la gara inizia sotto una leggera pioggerella. Hamilton parte bene mantenendo il comando, il suo compagno Bottas però stalla leggermente e viene superato dalle altre vetture. Nel tentativo di recuperare posizioni il finlandese sbaglia e tampona Lando Norris, che viene scaraventato proprio su Verstappen, nell’incidente verrà coinvolto anche Sergio Perez il quale sarà costretto al ritiro.

Ma non finisce qui, anche Lance Stroll in una manovra di sorpasso scellerata, manca completamente il punto di frenata travolgendo una serie di cinque macchine davanti a lui. Dopo la prima curva i commissari sono costretti a esporre bandiera rossa, 4 piloti sono costretti al ritiro e altri due dovranno rattopparsi la macchina con nastro adesivo e tante speranze. 

4.L’asfalto in Turchia 

Mettete l’asfalto nuovo, appena posato e quindi ancora oleoso e scivoloso, aggiungeteci dei commissari geniali che decidono di far “lavare” la pista , rendendo il tracciato estremamente umido. Infine aggiungeteci anche una pioggia torrenziale. Ecco la formula perfetta per trasformare una gara di F1 in una sorta di carling con le auto, misto al pattinaggio artistico, con una spruzzata di Hunger Games. Storie del 2020, quando la Formula Uno presa di sorpresa dalla pandemia, si trova a dover riorganizzare un calendario in fretta e furia, raccapezzando circuiti disponibili senza seguire dei criteri precisi.

Fu così che il circuito di Istanbul, dopo nove anni di inattività, nonostante non fosse in condizioni perfette, ritorna in calendario. Il weekend di gara, date le condizione terribili dell’asfalto, si presenta estremamente difficoltoso, ma anche comicamente emozionante. I piloti faticano a rimanere in pista fin dalle prove libere, trasformando la gara in una vera lotta per la sopravvivenza. Tra scivoloni nel giro di formazione, schianti per raggiungere i box, testa coda spettacolari come quello di Verstappen e sorpassi praticamente impossibili, il Gp di Turchia ci ha regalato una gara indimenticabilmente trash.

5.Schumacher Kamikaze 

La strabiliante carriera di Schumi è stata costellata da imprese incredibili, ma qualche volta anche da qualche imbarazzante scivolone. Michael, si sa, era uno che aveva un bel caratterino. Una testa calda e che alle volte andava in escandescenza, soprattutto se di mezzo c’erano questioni di gara. Il weekend finale del campionato 1997 inizia con una delle qualifiche più incredibili di sempre, infatti ben tre piloti siglano lo stesso tempo, valevole per la pole position. In questi casi la prima casella spetta a chi ha fatto segnare il tempo per primo e il destino sorrise a Jacques Villeneuve, in lotta per il titolo mondiale proprio con Schumi.

La gara è agguerrita, e dopo la tornata di pitstop, al giro 22, Il Kaiser si trovava in prima posizione davanti al pilota canadese. Ed è proprio allora che succede il fattaccio. Dopo un campionato tiratissimo e pieno di screzi i due piloti si trovano appaiati, e Villeneuve più veloce del ferrarista, tenta il sorpasso. Chissà cosa sarà passato nella testa di Schumi in quell’istante, che forse annebbiato da un profondo risentimento e alla ricerca del suo primo titolo mondiale in rosso, decide con una manovra scellerata di provare a buttare fuori la WiIliams di Villeneuve, fallendo miseramente però e insabbiandosi. Il mondiale andrà al canadese e Michael verrà addirittura squalificato dal campionato 1997. 

6.Attenzione ai Cervi 

Una storia che ha del paradossale, che ha avuto un finale tragico per il povero cervo che si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato, che sarebbe potuta finire ancora peggio, ma che per fortuna non ha avuto risvolti peggiori. Siamo a Spielberg in Austria, in un circuito velocissimo, immerso nel verde, a 700 metri di altitudine rispetto al livello del mare. Stefan Johansson se ne stava tutto tranquillo, mentre portava a termine la sua sessione di prove libere godendosi la meravigliosa vista dei boschi austriaci, quando alla modica velocità di 240km/h si ritrovò improvvisamente un cervo piazzato sulla pista che se ne stava lì tranquillo all’aria aperta. Il povero animale ebbe la peggio, ma anche Johansson, a causa dell’inevitabile scontro, riportò la frattura di un paio di costole. Il pilota svedese chioserà, parafrasandolo leggermente: “me la sono letteralmente fatta addosso quando l’ho visto”. 

7.  Alex Yoong

L’intera carriera in Formula Uno del pilota malese è costella da momenti trash di altissimo livello, arrivato a partecipare alla massima competizione non per talento, ma per la quantità di denaro che versò nelle casse delle scuderie per le quali corse. Una carriera motoristica, dalle categorie inferiori fino alla massima serie, trascorsa nelle ultime posizioni e combinando una serie di disastri inimmaginabili. Tra il far spegnere la macchina provando a premere il pulsante per il drink, testacoda continui, insabbiamenti imbarazzanti, false partenze e qualifiche lentissime, si apre e si chiude una carriera che di memorabile ha solo la serie infinita di brutte figure. 

8. Mansell il leone sbadato 

Immaginate di essere primi dopo una gara estenuante, piena di ritiri, duelli e colpi di scena. Avete l’adrenalina a mille, il cuore che batte all’impazzata e non vedete l’ora di festeggiare con fiumi di champagne un successo meritatissimo. Finalmente dopo una sessantina di giri avete il traguardo davanti a voi, la folla in delirio, un vantaggio discreto e una splendida cornice canadese a fare da scenografia. Con la vittoria in pugno allora rallentate, salutate i fan, gozzovigliate sulla pista approcciandovi alla linea del traguardo gonfi di soddisfazione. Beh, peccato che quello non fosse l’ultimo giro. Dobbiamo solo ringraziare il “leone d’Inghilterra” se la Formula Uno ha potuto vivere uno dei momenti più trash della sua storia. Manco a dirlo la gara non l’ha vinta, anzi si è dovuto ritirare per un guasto al cambio.

9.Inoue e il suo rapporto complicato con la Medical/Safety Car 

Senza alcun dubbio la sfortunata carriera di Taki Inoue lo ha eletto a re indiscusso dei momenti trash in Formula Uno. Il suo merito è stato quello però  di dare vita a una delle rivalità più avvincenti della storia della F1, quella tra lui e le macchine di servizio del circuito, la Medical Car e la Safety Car.

Per sua stessa ammissione Taki fu il pilota più scarso a calcare i palcoscenici di Formula 1, dichiarando di non sapere neanche che nella massima categoria si effettuassero i pit-stop. Preparatevi perché il meglio deve ancora arrivare.

Protagonista dell’ennesimo errore, giustificato da un problema al freno, Inoue durante il GP di Montecarlo è costretto al ritiro. Per sgomberare la pista viene deciso di trainare la sua vettura ai box, con Taki inspiegabilmente ancora al suo interno. E qui avviene l’impensabile, la Safety Car non informata dell’incidente sopraggiunge a tutta velocità, colpendo la macchina che si ribalta completamente, mandando il pilota nipponico a chiappe all’aria. Menomale che aveva il casco però, perché nel ribaltarsi prese anche una bella legnata in testa. Se questo non dovesse bastarvi, Taki si rese involontariamente protagonista di un altro episodio buffissimo. Uscito anzitempo dalla gara, manco a dirlo, si ritrova a bordopista con la macchina in panne. Nel disperato tentativo di spegnere l’incendio divampato dalla parte posteriore della vettura, il giapponese eroicamente si fa dare un estintore, ma non si avvede delle Medical Car che sopraggiunge a bassissima velocità venendo travolto in pieno in una scena che definire comica è poco. Grazie di esistere Taki!

10. I piloti fantasma (Ertl e Hayer)

Per la serie momenti trash in Formula Uno al limite dell’assurdo, bisogna ricordare per forza la storia di Hans Hayer, l’unico pilota che è riuscito nell’impresa titanica di ritirarsi da una gara che non avrebbe neanche dovuto correre, incredibile!

Facciamo un passio indietro però. Stiamo parlando di un’epoca in cui il paddock di Formula Uno era leggermente affollato e per rendere le gare meno caotiche si effettuavano delle qualifiche a esclusione. Questo significava che i piloti che al Sabato facevano segnare il tempo peggiore non potevano prendere parte alla gara della Domenica. Hayer lo sapeva, ma credete che questo avrebbe potuto fermare un ragazzo determinato a fere il suo esordio in F1 a tutti i costi? Approfittando del caos domenicale che c’era sulla pista del gran premio di Hockenheim, tra l’altro suo gran premio di casa, il pilota tedesco posizionò l’auto sulla griglia di partenza, aiutato dalle grid-girls che nascosero ingenuamente la macchina alla vista dei commissari, i quali effettivamente non si accorsero di nulla. Purtroppo il momento di gloria di Hans durò solo nove giri a causa della rottura della scatola del cambio. Il verdetto dei giudici di pista una volta venuti al corrente del fattaccio? Bandito a vita dalla F1.

Hans non fu il primo a tentare questa bislacca impresa però. Solo un anno prima, un altro grande genio del crimine provò a prendere parte a un Gran Premio pur senza essere riuscito a qualificarsi, stiamo parlando di Harald Ertl, che nel 1976 si imbucò al Gp di Francia. Il suo momento di gloria durò anche di meno, solo 4 giri, poiché commissari si accorsero immediatamente dell’irregolarità e al pilota austriaco fu mostrata la bandiera nera. A Ertl andrà meglio di Hans, in quanto se la caverà con una semplice ramanzina e poté continuare a correre in Formula Uno. Forse sarà stato merito dei suoi indecenti baffoni (che potete vedere nell’immagine di copertina).

Fonte Immagine di Copertina: Wikipedia

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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