Tra agonismo e follia: 5 momenti olimpici assurdi

Le Olimpiadi moderne sono uno degli eventi sportivi più prestigiosi della storia dell’umanità; sono il culmine non solo della stagione sportiva, ma anche di anni di preparazione di atleti professionisti, ma anche un momento di celebrazione dello sport e della sportività. Capita spesso però di assistere a momenti olimpici assurdi che rimangono nella storia della manifestazione a cinque cerchi.

Ecco una raccolta di 5 dei momenti olimpici più assurdi delle edizioni moderne:

5. La finale di Basket di Monaco 1972

La finale di Basket delle XX Olimpiadi, disputatasi il 9 settembre e che vedeva come finalisti Stati Uniti e Unione Sovietica, è stata uno degli eventi più controversi della storia olimpica, nonché la prima sconfitta in assoluto della nazionale statunitense in questo sport da quando fu decretato disciplina olimpica.  Dopo una partita equilibrata, gli attimi finali vedevano in vantaggio la nazionale sovietica. Gli USA avevano diritto a due tiri liberi; Collins li esegue e va a segno entrambe le volte, portando il punteggio a 50-49 per gli Stati Uniti. Gli ultimi tre secondi sono stati tra i momenti olimpici più rocamboleschi e caotici: i sovietici chiedono irregolarmente il time out, viene battuta una rimessa per 3 volte. William Jones, presidente della FIBA, entrò in campo in modo plateale per restituire i 3 secondi, durante i quali Aleksander Belov avanzò ed andò a segno. Punteggio finale: 50-51 per l’Unione Sovietica. Le proteste e i ricorsi continuarono per settimane e i giocatori statunitensi boicottarono il podio non presentandosi alla premiazione.

4. La finale dei 100 metri delfino di Pechino 2008

Il 16 agosto 2008, il penultimo giorno delle gare di nuoto in vasca, si è consumata una delle finali più avvincenti nella storia del nuoto olimpico, nonché uno dei momenti olimpici più carico di agonismo puro; i due protagonisti della finale erano Miliorad Cavic e Michael Phelps. Il primo, favorito assoluto, aveva vinto sia l’eliminatoria che la semifinale; il secondo aveva già vinto 6 ori in questa edizione dell’Olimpiadi ed era motivatissimo a vincere la settima per eguagliare il record di medaglie vinte in una singola edizione, detenuto da Mark Spitz. Dopo una partenza bruciante, Cavic dominò i primi 75 metri, per poi subire la progressione di Phelps, che si avvicinava pericolosamente al nuotatore serbo. Cavic, all’ultima bracciata arriva lungo, Phelps invece, nonostante fosse più lontano dal traguardo arriva con una forza esplosiva devastante: il nuotatore americano riesce a toccare per primo, con solo un centesimo di vantaggio sul serbo.

3. La premiazione dei 200metri piani di Città del Messico 1968

Momenti olimpici
Il podio dei 200 metri piani (fonte: Wikipedia)

Uno dei momenti olimpici che ha avuto maggiore rilevanza storica è stata la premiazione dei 200 metri piani delle Olimpiadi del Messico 1968. La finale dei 200 metri piani della XIX Olimpiade vide i due atleti afroamericani Smith e Carlos arrivare primo e terzo. Alla premiazione i due corridori statunitensi si presentarono scalzi con le calze nere, a simboleggiare la povertà del popolo afroamericano; Smith indossò una sciarpa nera, Carlos invece una collana di perle a simboleggiare le pietre dei linciaggi. Sul podio, entrambi alzarono il pugno ed abbassarono la testa; alla loro protesta si unì anche l’atleta Norman che indossò la spilletta dell’OHPR (Office for Human Research Protection).  Al loro ritorno in patria, Smith e Carlos subirono enormi critiche e subirono numerose intimidazioni; nonostante questo i due diventarono eroi per la comunità afroamericana e ricevettero negli anni successivi numerosi premi per il loro gesto.

2. Maratona di Roma 1960

Bikila all’arrivo della Maratona di Roma 1960 (fonte: Wikipedia)

La fantastica storia della Maratona della XVII Olimpiade vede come protagonista il corridore Etiope Abebe Bikila. Bikila vinse la Maratona percorrendo l’intera distanza scalzo, secondo la strategia concordata con il suo allenatore svedese Onni Ninkasen. La sua vittoria divenne il simbolo dell’Africa che si libera dal colonialismo europeo. Bikila divenne il primo atleta africano a vincere una medaglia in qualsiasi disciplina olimpica. La cerimonia della premiazione fu uno dei momenti olimpici più importanti della storia africana. Nella successiva edizione delle Olimpiadi, divenne il primo corridore a bissare la vittoria nella Maratona.

 

1. Lo storico record di Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino 1936

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La premiazione del salto in lungo. (fonte: Wikipedia)

Alle Olimpiadi di Berlino 1936, il corridore Jesse Owens fece la storia vincendo in tre giorni i 100, 200 e 400 metri piani. Inoltre, il 9 agosto, sebbene non avesse voluto partecipare alla gara, vinse anche la staffetta 4×100 metri. Il record di 4 medaglie olimpiche vinte in una sola edizione fu eguagliato soltanto alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984. Il dominio dell’afroamericano nell’atletica, oltretutto nell’edizione disputatasi nel cuore del Reich, fu uno dei momenti olimpici più tesi della storia contemporanea; a fare scalpore infatti furono delle presunte ostilità tra Owens e Adolf Hitler: dopo aver assistito alla vittoria dello statunitense nel salto in lungo, il dittatore avrebbe lasciato lo stadio per non premiare il campione americano; tuttavia Owens smentì queste dicerie, confermando che Hitler prima di lasciare lo stadio lo salutò con un cenno di mano. 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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