Il “Pentateuco” è un ciclo di cinque grandi romanzi scritti da Fëdor Dostoevskij nella sua piena maturità, tra il 1866 e il 1880. Il termine, coniato dalla critica letteraria successiva per analogia con i primi cinque libri della Bibbia, identifica le opere che racchiudono i temi fondamentali del suo pensiero: la lotta tra bene e male, il libero arbitrio, la sofferenza come via per la redenzione, l’esistenza di Dio e la complessa natura umana.
Dostoevskij, pilastro della letteratura russa e mondiale, scrive in un Ottocento segnato da profonde trasformazioni. La Russia del suo tempo è attraversata dalle correnti del Romanticismo e dalle nuove ideologie come il nichilismo. La sua visione del mondo fu inoltre segnata in modo indelebile dall’esperienza traumatica della condanna a morte, poi commutata in lavori forzati in Siberia, che divenne il crogiolo della sua profonda esplorazione spirituale e psicologica.
Indice dei contenuti
Il Pentateuco di Dostoevskij a confronto
Romanzo | Tema filosofico centrale |
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Delitto e castigo | È lecito violare la morale per un fine superiore? (La teoria del “superuomo”). |
L’idiota | Può un uomo assolutamente buono (un “Cristo moderno”) sopravvivere in una società corrotta? |
I demoni | Cosa accade a una società che perde la fede e si affida a ideologie nichiliste? |
L’adolescente | Come si forma un’identità morale in un mondo dominato dal caos e dalla disgregazione familiare? |
I fratelli Karamazov | Se Dio non esiste, tutto è permesso? (Il problema del libero arbitrio e del parricidio). |
1. Delitto e castigo (1866)
Primo romanzo del ciclo, pubblicato a puntate sulla rivista Russkij vestnik. Il titolo originale si traduce come Crimine e pena, con un possibile riferimento all’opera di Cesare Beccaria. Il protagonista, Raskolnikov (da raskol, “scisma”), uno studente indigente, uccide una vecchia usuraia spinto dalla teoria secondo cui gli uomini eccezionali hanno il diritto di trasgredire la legge. Il romanzo esplora la discesa psicologica del protagonista nell’abisso del senso di colpa, fino alla redenzione attraverso la sofferenza e l’amore per Sonja, giovane prostituta simbolo di fede pura.
2. L’idiota (1869)
Scritto durante un soggiorno in Europa, il romanzo ha come protagonista il principe Myškin, un uomo epilettico di una bontà e innocenza assolute, quasi cristologiche. Tornato in Russia, si scontra con una società cinica e passionale, incarnata dalla tormentata Nastas’ja Filippovna e dal violento Rogožin. Dostoevskij si interroga se il bene assoluto possa esistere nel mondo e se “la bellezza salverà il mondo”, intendendo una bellezza spirituale che nessuno dei personaggi riesce a raggiungere pienamente.
3. I demoni (1872)
È il romanzo più politico e filosofico, una critica feroce al nichilismo e ai movimenti rivoluzionari che si diffondevano in Russia. Ispirato a un fatto di cronaca, narra le vicende di un gruppo di cospiratori guidati dal manipolatore Pëtr Verchovenskij e dall’enigmatico e tormentato Nikolaj Stavrogin. Attraverso personaggi indimenticabili come Kirillov, che teorizza il “suicidio logico” per affermare la propria divinità, Dostoevskij analizza la distruzione morale e sociale che deriva dalla perdita della fede in Dio.
4. L’adolescente (1875)
Quarto libro del ciclo, esplora il passaggio all’età adulta attraverso il protagonista Arkadij Dolgorukij, figlio illegittimo di un nobile. Il romanzo è una profonda analisi della crisi di identità, della lotta per l’indipendenza e dei complessi rapporti familiari. Arkadij, in cerca di un posto nel mondo, si confronta con le ambizioni, i fallimenti e le tensioni di una società in disgregazione, offrendo una potente critica sociale alla Russia del tempo.
5. I fratelli Karamazov (1880)
Considerato il suo capolavoro e l’opera conclusiva del Pentateuco, questo romanzo affronta i temi più profondi della sua produzione. La trama ruota attorno al parricidio del dissoluto Fëdor Karamazov e al processo ai suoi tre figli legittimi: Dmitrij, l’impulsivo; Ivan, l’intellettuale ateo; e Alëša, il giovane novizio. Ogni fratello rappresenta una diversa visione del mondo. Il romanzo è celebre per il capitolo “Il Grande Inquisitore”, un poema allegorico in cui Ivan espone il suo dilemma sul libero arbitrio, la fede e la sofferenza, ponendo la domanda fondamentale: se Dio non esiste, è tutto permesso? La biografia e l’analisi dell’opera di Dostoevskij sono approfondite da fonti autorevoli come l’enciclopedia Treccani.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 02/10/2025