Esercizi di resurrezione di Lorenzo Guerrieri | Recensione

Esercizi di resurrezione di Lorenzo Guerrieri | Recensione

Il 29 e il 30 marzo va in scena al Teatro TRAM di Napoli Esercizi di resurrezione di Lorenzo Guerrieri.

Corpi ossificati e viaggi nel paradosso dell’oggi, tra critica sociale e comicità

Esercizi di resurrezione di Lorenzo Guerrieri, testo vincitore della Sezione Spettacoli del Festival Inventaria 2023, va in scena al Teatro TRAM di Napoli offrendo una critica sociale contemporanea tra l’irriverenza e la comicità spietata. Una mattina, il protagonista, Lorenzo, si sveglia completamente putrefatto, il suo corpo è ormai scheletrico, quella sua “morte interiore” è avanzata a tal punto da diventare visibile e concreta. Da lì in poi, si ritrova a dovere fare i conti con un mondo esterno che non lascia spazio alla fragilità, che spinge a fare purché qualcosa si faccia.

Infatti, «In questo contesto, diventa impossibile trovare lo spazio, dentro o fuori di sé, per un po’ di sana disperazione. La malinconia è censurata, la depressione è una colpa individuale, la tristezza è fuori moda. Ma è proprio dalla disperazione che può ancora nascere un briciolo di resistenza? Non si può rischiare di essere felici per il motivo sbagliato. Meglio farsi cacciare da ogni paradiso. Meglio risorgere nella putrida carne» commenta il regista, drammaturgo e attore di Esercizi di resurrezione, esternando l’intenzione di dare voce ai paradossi e alle vulnerabilità dell’oggi.

Esercizi di resurrezione di Lorenzo Guerrieri: dal personale all’universale, un’odissea inconscia

Lo spettacolosi struttura come un monologo in cui l’attore fagocita il pubblico in un vortice di pensieri e considerazioni. Un’odissea inconscia, durante la quale il protagonista prende atto di essere diventato scheletro nel corpo e assume la consapevolezza di non avere altro se non i propri demoni interiori. Allora, quel flusso di coscienza diventa un percorso di spietata critica sociale, di un inferno in cui brucia il peso della responsabilità di un mondo che non considera più il fattore umano con tutte le sue complessità. Combina comicità irriverente, stand-up comedy pungente, satira spietata e riflessioni profonde. È un viaggio in cui il pubblico si identifica progressivamente in quel corpo scheletrico, in cui può rileggere nella loro integrità le nevrosi della nostra contemporaneità attraverso una lente tanto limpida e chiara quanto schietta e cruda. Uno spettacolo sicuramente logorroico, durante il quale viene praticamente vomitata una realtà problematica ma vera, reale.

Di “sana disperazione” e di “soluzioni al fare”

Con una comicità ironica e reale, autentica, la pièce manifesta il bisogno di lasciarsi andare a una “sana disperazione”. In un contesto come quello contemporaneo, in cui si è sempre messi davanti alla responsabilità dell’agire, con la paura di un tempo incastrato in una clessidra e che scorre inesorabile, c’è poco spazio lasciato alla necessità di rallentare, di fermarsi, di chiedere una tregua. Il risultato è una nevrosi esplosiva, un’ansia inevitabile e terribile.

Esercizi di resurrezione di Lorenzo Guerrieri, dunque, si interroga sull’importanza di dare spazio e voce a quella “sana disperazione” ponendosi alla ricerca di “soluzioni al fare”. Come coltivare la propria malinconia? Come riuscirci in questa costante sfilata di ottimismo ipocrita, di self-made man privi di dolore e sempre pronti a ruggire? E se, al contrario, fosse molto più sano e fondamentale abbandonarsi alle proprie fragilità, alla tristezza e ai bisogni di non incontrare il mondo? Se per un momento, questo rendesse il mondo un posto più empatico?

Fonte immagine di copertina: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson nasce il 26 Marzo 1998 a Napoli. Nel 2017 consegue il diploma di maturità presso il liceo classico statale Adolfo Pansini (NA) e nel 2021 si laurea alla facoltà di Lettere Moderne presso la Federico II (NA). Specializzanda alla facoltà di "Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria" sempre presso l'università Federico II a Napoli, nutre una forte passione per l'arte in ogni sua forma, soprattutto per il teatro ed il cinema. Infatti, studia per otto anni alla "Palestra dell'attore" del Teatro Diana e successivamente si diletta in varie esperienze teatrali e comparse su alcuni set importanti. Fin da piccola carta e penna sono i suoi strumenti preferiti per potere parlare al mondo ed osservarlo. L'importanza della cultura è da sempre il suo focus principale: sostiene che la cultura sia ciò che ci salva e che soprattutto l'arte ci ricorda che siamo essere umani.

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