Quando D’Annunzio inizia a dedicarsi alla scrittura del romanzo nel 1889, produce tre opere in prosa che segnano le tappe fondamentali della sua evoluzione letteraria e ideologica: Il Piacere, Le vergini delle rocce e Notturno. Analizziamo brevemente queste tre opere cardine del decadentismo italiano, seguendo il percorso dall’esteta in crisi al superuomo, fino al ripiegamento intimista.
Indice dei contenuti
L’evoluzione della prosa dannunziana a confronto
Opera | Protagonista e ideologia | Stile |
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Il Piacere (1889) | Andrea Sperelli: l’Esteta in crisi, incapace di agire e destinato al fallimento. | Ricercato, psicologico, con ampio uso del discorso indiretto libero. |
Le vergini delle rocce (1895) | Claudio Cantelmo: il Superuomo che disprezza la società borghese e cerca la donna ideale per generare un erede. | Lirico, solenne, con lunghe pause descrittive e riflessive. Dissoluzione della trama tradizionale. |
Notturno (1921) | D’Annunzio stesso: l’eroe ferito che si ritira nel ricordo e nell’introspezione. | Prosa frammentaria, lirica, con frasi brevi e nominali. Stile modernissimo. |
Il Piacere: il manifesto dell’estetismo decadente
La prima delle tre opere ottiene un gran successo ma allo stesso tempo produce molto scandalo a causa dell’immoralità del protagonista, che rappresenta l’alter ego dello stesso D’Annunzio, figura chiave del Decadentismo come approfondito dall’enciclopedia Treccani.
Trama del Piacere: l’amore tormentato di Andrea Sperelli
L’obiettivo di D’Annunzio era quello di illustrare «la miseria del piacere», mostrando gli effetti negativi del condurre una vita basata solo su piacere e sensualità. Il protagonista è Andrea Sperelli, un nobile romano che si innamora perdutamente di Elena Muti. Il loro amore avrà durata breve. Ferito in un duello, Andrea viene curato dalla cugina, dove incontra Maria Ferres. Una volta guarito, ritorna a Roma e rincontra il suo primo amore, trovandosi combattuto dalla passione per entrambe le donne. Alla fine rovinerà tutto sia con Elena sia con Maria e rimarrà solo.
Temi e significato: arte e fallimento esistenziale
Questo romanzo è considerato uno dei manifesti dell’estetismo decadente. Attraverso il protagonista mostra l’amore per l’arte, ma anche l’egoismo e la debolezza morale che portano al fallimento della vita. Il Piacere rappresenta la crisi dell’esteta, incapace di vivere pienamente e destinato alla solitudine.
Le vergini delle rocce: il superuomo e la ricerca della bellezza
La seconda opera esprime il concetto del superuomo. D’Annunzio alza una polemica contro la società, firmando il manifesto del superomismo politico fondato sul dominio di pochi eletti. Si tratta di una visione ancora legata al Decadentismo, per elementi come il disprezzo per la borghesia e la specialità della figura dell’artista.
Trama delle Vergini delle rocce: Claudio Cantelmo e la scelta impossibile
Il romanzo racconta di Claudio Cantelmo, un giovane che si trasferisce a Trigento dove incontra le figlie del principe Luzio: Violante, Massimilia e Anatolia, che rappresentano la sensualità, la purezza e l’attaccamento alla famiglia. Egli dovrà scegliere quale delle tre sorelle diventerà sua moglie per generare il futuro “re di Roma”. Sceglierà Anatolia, che però rifiuta per prendersi cura della sua famiglia e gli suggerisce di scegliere Violante. Così termina l’opera, lasciando la scelta in sospeso.
Temi e significato: superomismo e dissoluzione del romanzo
In questo romanzo si assiste a una dissoluzione delle forme tradizionali in favore di uno stile prezioso ed elevato. Le vergini delle rocce segna il passaggio dal romanzo dell’estetismo al romanzo del superuomo, con una forte componente ideologica e una prosa lirica e ricercata.
Notturno: il diario di una malattia tra ricordi di guerra e frammenti di vita
Infine, l’ultima delle tre grandi opere in prosa è Notturno, in cui si presentano temi e forme di scrittura più originali. Questo romanzo viene scritto durante i mesi di convalescenza che D’Annunzio passa in seguito a un distaccamento della retina. Costretto all’immobilità e al buio, D’Annunzio si abbandona ai ricordi, la maggior parte dei quali legati alla guerra, come la morte del suo amico Giuseppe Miraglia, facendo di questa opera il diario della sua malattia. Attraverso una struttura frammentaria e l’utilizzo di frasi brevi e nominali, crea uno stile modernissimo, intimo e introspettivo.
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Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 05/09/2025