Tra gli otto attesissimi spettacoli internazionali della diciassettesima edizione del Campania Teatro Festival, Io sono un errore (I’m a mistake), di Jan Fabre, è andato in scena il 14 e 15 novembre in quel piccolo e prezioso teatro, nascosto tra i vicoli di Napoli, che è la Sala Assoli.
Uno spazio completamente nero, asettico e claustrofobico. In sottofondo costanti suoni/rumori che portano la mente in una stanza d’ospedale. Al centro, una sedia a rotelle con su una figura completamente avvolta in un lenzuolo bianco. Ne scorgiamo soltanto il viso, quello di una donna che, tra espressioni convulse, pronuncia, senza sosta, tre le parole: «Io sono un errore».
Io sono un errore perché voglio essere un errore
Io sono un errore è un testo teatrale scritto dal visionario ed eccentrico artista belga nel 1988, omaggio alle opere di Luis Buñuel e Antonin Artaud. Un manifesto esistenziale, prima ancora che artistico, di chi, orgogliosamente, si ritiene un errore, perché non in linea con il tempo che abita, con la società e i suoi schemi perbenisti, con gli altri esseri umani, rispetto ai quali non riesce a provare empatia, interesse.
Io sono un errore perché sono un dio
Io sono un dio, in un delirio di onnipotenza vediamo a poco a poco quel sudario aprirsi e scopriamo che il viso appartiene a un corpo sinuoso, bellissimo, quello di Irene Urciuoli, che si rivela una talentuosa performer degna di attenzione. Una creatura affascinante, a tratti ipnotizzante, che seduce, con una sigaretta tra le mani; quella stessa sigaretta che l’ha sedotta a tal punto da causarle un cancro terminale alla gola. La sentiamo spesso tossire, mentre tesse un elogio di ciò che la condurrà alla morte, il tabacco, il suo odore, la fiamma, ama tutto della sigaretta.
E tutto sembra amare di sé stessa, mentre, però, continua a ripetere lo stesso mantra: «io sono un errore». In fondo lei sa, mentre ossessivamente sgrana il rosario delle giustificazioni, che quel suo essere un errore è proprio ciò che la rende unica, e soprattutto libera.
«Io sono un errore perché plasmo la mia vita e il mio lavoro in modo organico, secondo il mio giudizio, senza preoccuparmi di ciò che si dovrebbe fare o dire»
Una visione del mondo, che è quella dell’artista stesso, coraggiosa, titanica, che ha dentro di sé il seme della caduta, dell’autodistruzione e che tuttavia non riesce, non può rinunciare alla protesta contro il conformismo, contro un’esistenza preconfezionata, che tanto varrebbe, essere già morti.
IO SONO UN ERRORE (I’M A MISTAKE)
IDEAZIONE, REGIA, TESTO: JAN FABRE
PERFORMER: IRENE URCIUOLI
COMPOSIZIONE MUSICALE: ALMA AUER
DRAMMATURGIA: MIET MARTENS
LIGHTING DESIGN E TECNICA: WOUT JANSSENS
Troubleyn/Jan Fabre è supportato da the Flemish Community.
Troubleyn/Jan Fabre è patrocinato da Katoen Natie.
Fonte immagine in evidenza: Ufficio Stampa