Kassandra, l’incomunicabilità tra antico e moderno

Kassandra

Recensione dello spettacolo Kassandra di Sergio Blanco, rappresentato all’interno del Campania Teatro Festival 2021.

La Kassandra di Sergio Blanco, interpretata da una straordinaria Roberta Lidia De Stefano con la regia di Maria Vittoria Bellingeri, padroneggia il palco in un avvincente monologo. Antico e moderno si fondono in una rivisitazione originale della protagonista del mito greco.

Kassandra, il cui nome inizia ironicamente con la lettera “k”, è una donna che vende sigarette Malboro ed il suo corpo. La sua vita è racchiusa in una macchina: questa è la sua casa ed è la sua tomba. Ma è anche un luogo di memoria, in cui la protagonista si racconta senza filtri al pubblico, spregiudicata lo seduce e gli dona la parte più recondita della sua anima, quella oscura che in genere si è soliti tacere. Con microfono e synth alla mano, la profetessa alterna il lirismo dei versi greci con musiche contemporanee, dalle note di un soft blues, al pop, all’elettronica. Intanto, si perde in una lingua non sua, ponendo così una certa distanza tra lei ed il pubblico.

Kassandra è incomunicabilità: dopo avere respinto l’amore del dio Apollo, è stata condannata a fare profezie alle quali nessuno avrebbe mai creduto. Ma parlando un inglese elementare, dimostra anche la volontà di farsi capire, di coinvolgere gli spettatori in quello che in certi momenti appare quasi un dialogo, narrando così il presente attraverso l’antico con un discorso fluido e attraente. Oggi, soprattutto con lo scoccare di un periodo storico difficile su tanti fronti, si sono accentuate sempre di più le diseguaglianze con quelle che vengono intese come minoranze. Queste ultime, di contro, stanno cercando di darsi delle voci di protesta per rivoluzionare il presente. In un tale clima di volontà riformatrice, l’arte recupera il mito come esempio e, perché no, come un modello etico-morale che possa fornire degli spunti di riflessione. Allora si ritorna alla polis come centro inclusivo della diversità, al teatro come esperienza di condivisione collettiva. La nostra Kassandra diventa simbolo di quelle stesse minoranze che hanno voglia di esprimersi, di urlare la loro ricerca di un posto in cui collocare il proprio rispettivo io: ella termina il suo monologo sostenendo di non essere né una donna, né un uomo, di non avere un’identità ed ironica sembra sviare superficialmente il discorso interrompendosi con un “è complicato”, ma intanto ha acceso una spia negli ascoltatori, rapiti dai suoi discorsi sarcastici e toccanti, comici e tragici, costantemente al confine tra verità ed invenzione, mito e realtà presente.

Drammaturgia: Sergio Blanco

Regia: Maria Vittoria Bellingeri

Attrice: Roberta Lidia De Stefano

Scene e costumi: Maria Vittoria Bellingeri

Luci: Andrea Sanson

Musiche originali: Roberta Lidia De Stefano

Organizzazione: Filippo Quaranta

Produzione: BRUGOLE&CO

Un’iniziativa di Campania Teatro Festival, direzione artistica: Ruggero Cappuccio.     

 

Fonte immagine copertina: ufficio stampa

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